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Realizza cappelli da donna, poi passa ai vestiti. E qualche anno dopo ai profumi: sarà il primo negozio della città ad avere un’essenza con il proprio nome. Essendo nato e cresciuto in Louisiana Henri parla correntemente in francese e comincia a importare tessuti, abiti e accessori da Parigi. Nel 1907 inizia a marchiare le scatole in cui sono impacchettati i suoi prodotti con strisce bianche e marroni, e quelle scatole diventano ben presto un simbolo di eleganza. Nel 1913 fa costruire, su un progetto dell’architetto Henry Otis Chapman, un palazzo di otto piani al numero 10 della 57esima Strada Ovest, adornato con una serie di lastre di vetro commissionate all’artista francese René Lalique. Altre case di moda decidono di aprire la loro sede in quella strada, che diventa ben presto la “Rue de la Paix” di New York. E in quel negozio Henri è il primo in America che vende gli abiti e i profumi di Coco Chanel.
Topolino è l’unico attore cinematografico citato da Porter, che però rende omaggio alla settima arte attraverso gli eleganti pantaloni, perfettamente stirati, degli uscieri del Roxy, la “cattedrale del cinema”, la grande sala da 5.920 posti che si trova al 153 West della 50esima Strada, tra la 6 e la 7 Avenue, appena fuori Times Square. Gli uscieri maschi in uniforme del Roxy devono seguire una formazione rigorosa, sono sottoposti a ispezioni quotidiane ed esercitazioni, sotto la supervisione di un ufficiale della marina in pensione: davvero il top.
Il 21 febbraio 1933 il matrimonio tra Charles Francis Sweeny, l’ultimo rappresentante di una ricca famiglia cattolica della Pennsylvania, e Ethel Margaret Whigham, unica figlia di un milionario scozzese, è un vero evento: il traffico rimane bloccato per ore a Knightsbridge, perché tutti vogliono vedere la sposa e il suo bellissimo abito, disegnato per lei da Norman Hartnell. E anche Margaret è bellissima: tra Londra e New York, la città dove è cresciuta, tanti uomini si sono invaghiti di lei, compreso il principe George, il fratello minore di Edoardo VIII e Giorgio VI, e David Niven. Tornata definitivamente in Inghilterra si fidanza con il settimo conte di Warwick, salvo poi decidere di sposare quell’americano. Al tempo della canzone Mrs Sweeny è ancora un indiscusso simbolo di eleganza, la regina delle cronache mondane. Trent’anni dopo purtroppo non sarà più così: il nome di Margaret sarà al centro di un torbido scandalo che aizzerà contro di lei la curiosità morbosa dei giornali inglesi. Benito Mussolini ci metterà molto meno tempo a perdere il favore del bel mondo della capitale inglese. George Bernard Shaw, il caro amico di Lady Astor, giudica Mussolini “un socialista che parla e pensa come fanno i governanti responsabili”, mentre Winston Churchill lo definisce “il più grande legislatore vivente” e ancora “uno degli uomini più meravigliosi del nostro tempo”: you’re the top. Peraltro anche a Gandhi piacciono le riforme portate avanti da Mussolini, specialmente riguardo la terra ai contadini. “Peccato – aggiunge il leader indiano – che queste riforme sono obbligatorie. Ma è lo stesso in tutte le istituzioni democratiche.” Comunque, pensano gli inglesi, per tenere a bada quegli italiani, serve il pugno di ferro. Wodehouse non si dimostra particolarmente lungimirante, almeno in politica: il 3 ottobre 1935, meno di quattro mesi dopo il debutto al West End di Anything goes, l’Italia fascista dichiara guerra all’Etiopia. E Mussolini smette di essere il top.


