Il guerriero
Come l’ha celebrato Salvini, l’uomo è un guerriero, un cavaliere senza paura. Una personalità sfidante. Sfida la tristisia che affligge il Bfc e lo trae da una B sicura (peraltro il più significativo palmares in una claudicante carriera da trainer). Dopo un momento di debolezza (piange in pubblico) sfida la leucemia che galeotta gli tende l’agguato. Tutti gli vogliono bene, i tifosi vanno in processione a San Luca con sua moglie, l’eccellente sanità pubblica bolognese lo cura al meglio e a carico dell’erario. Anche nella riconoscenza è sfidante: in prossimità delle elezioni si schiera per Salvini pur contro il parere (come si misurerà) del 70 % dei bolognesi che del balordo padano non vogliono saperne. Ciononostante il Comune, che non ama le ripicche, gli conferisce la cittadinanza onoraria .
Ma al nostro di fare il figliol prodigo e il santo su due piedi interessa il giusto. Nelle conferenze stampa non mostra alcun ingentilimento dell’animo guerriero: fa l’occhio cattivo e turpiloquia come uno sfrontato che dei paludamenti se ne frega. Un feldmaresciallo con lo staffile. Finito il campionato non proprio al massimo, si butta nuovamente nella sfida e sprezzante del pericolo che lo mette nel mirino come ‘persona a rischio’ prende di petto il covid e va a giocare a calcetto in sardegna con Briatore e altri impavidi e facoltosi arditi del Billionaire. Un atto supremo di eroismo che condanna il Bfc, per la seconda volta, a farsi la preparazione senza trainer. Come l’altra volta, tuttavia, la squadra reagirà bene alla circostanza avversa. A meno non finisca tutta intera in quarantena. Anche per dimostrare il mana a distanza che il guerriero profonde. Questa volta sarà il caso di farlo senatore a vita. O mandarlo virilmente affanculo come piace a lui. Comunque sia: Forza Bologna.
