Il Papa e il Presidente: l’unico vero ostacolo alla guerra è la pace.
Non solo il Papa. C’è anche Mattarella a esprimere un sentimento fortissimo di pace. Parlando a Trieste ha detto che occorrono “misure economiche e finanziarie che indeboliscano chi vuole imporre con la violenza delle armi una guerra che, se non trovasse ostacoli, non si fermerebbe. Occorre fermarla ora, subito. Servono dialogo e trattative per chiudere la guerra immediatamente”. Il Presidente dice che servono sanzioni, ma non accenna affatto a un intervento militare. Dice che bisogna indebolire chi vuole imporre con la violenza delle armi la guerra: ed è come se dicesse che non sono le armi la soluzione per la pace. Aggiunge che la guerra va fermata subito, e per questo servono dialogo e trattative. DIALOGO E TRATTATIVE. La guerra, dice, va chiusa immediatamente. Solo la pace è un ostacolo alla guerra.
Sembra di sentire la stessa saggezza del Papa. Chiedere le immediate cessazioni delle ostilità, chiedere dialogo e trattative è come dire che ciò che va evitato è proprio una tragica escalation militare. Mattarella spiega con parole nettissime che la pace si costruisce con la pace, non rilanciando il conflitto con le bombe occidentali. Il Presidente, come il Papa, parla a tutti i grandi della Terra. Non distingue, non fa questioni di lana caprina. Tutti, nessuno escluso, sono responsabilmente chiamati a frenare la corsa delle armi e della crudeltà verso i civili, che sono poi gli eterni (e unici) sconfitti della guerra. La pace è questione di saggezza, al contrario della guerra che mette in campo i peggiori sentimenti umani, tutti antipolitici (se la politica è, invece, confronto, dialogo, lotta e conflitto ma nei limiti della umanità).
Vi siete affannati a rieleggere alla Presidenza un uomo saggio, solo perché non siete riusciti a cavare un ragno dal buco nella corsa al Quirinale. Lo avete osannato ed esaltato quando ha ceduto a infinite pressioni, quasi costretto a riprendere la strada del Colle più alto. Fuori di ipocrisia, adesso, almeno ascoltatelo invece di calarvi l’elmetto direttamente dalla comfort zone di casa vostra. È il popolo ucraino la vera vittima del conflitto, non la sua classe dirigente, a partire dal suo presidente. Quel popolo va salvato. Giocare a risiko con i bambini ucraini non mi pare esattamente un’ambizione di pace, anzi. Il vero eroe qui è chi fa tacere i cannoni, non chi si esalta retoricamente nel fumo della battaglia, ma al riparo dalle bombe vere.


