Il semipresidenzialismo ‘de facto’

per mafalda conti
Autore originale del testo: Alfredo Morganti
Il semipresidenzialismo ‘de facto’
Dice: il problema è il sovranismo. Certo, è indubbio che sia un problema. La destra sovranista è una minaccia per le libertà, per lo stesso regime liberale dei diritti e per lo sviluppo della cultura. Ma la destra non è solo sovranista. Anche quella ‘liberale’, anche quella che si veste in forme moderate, europeiste, può rappresentare un problema per la democrazia rappresentativa, dei partiti e della partecipazione organizzata. In certe fasi, come l’attuale, perde l’aplomb e si getta a capofitto sulle risorse pubbliche, per dirottarle il più possibile lontano dai servizi pubblici e mutarle in superbonus.
Come interpretare, altrimenti, la svolta moderata di Giorgetti? Il quale ha chiesto un semipresidenzialismo ‘de facto’, e in sostanza un oltrepassamento della forma costituzionale a vantaggio di una radicale riforma della sua materia? In quel ‘de facto’ c’è un mondo. C’è l’idea che si possa fare tutto, purché si abbia la forza (e il consenso mediatico) di imporlo. Perché intraprendere un difficile percorso di revisione costituzionale se ‘de facto’ è possibile mutare la Costituzione al volo, dall’oggi al domani, solo ad averne la forza? Ecco, Giorgetti sarebbe l’antisovranista della Lega, ma (de facto!) vuole un modificazione del nostro regime costituzionale senza nemmeno passare per il Parlamento. A me pare persino più pericoloso del sovranismo.
Lasciamo allora perdere il dito (sovranismo), per un attimo, e guardiamo la luna (il centrismo tecnocratico che si è insediato al vertice dello Stato). È una luna graziosa, direbbe Leopardi, ma molto insidiosa. Vuole restringere i canali della partecipazione e della discussione democratica per ridurre a zero i tempi della decisione sulle risorse pubbliche. Vuole riforme d’embleé, al volo, senza passare per il via. È la più grande opera di disintermediazione che si conosca. I partiti non sono d’accordo? Chiacchierino, io vado avanti. I sindacati vogliono troppo? Facciano pure, indietro non si torna.
Ecco cosa significa il semipresidenzialismo ‘de facto’ di Giorgetti: il prosciugamento della base democratica, una canea mediatica che fa la grancassa, le decisioni risolte tra pochi intimi, il mondo delle imprese che si autorappresenta ai vertici istituzionali, i partiti morti del tutto. E questo sarebbe “europeismo”? Voi dite che Giorgetti è solo? Io dico di no. Io dico che lo mandano avanti per vedere l’effetto che fa. E comunque in uno stato d’eccezione già ci siamo, e così in un semipresidenzialismo ‘de facto’, guai a scandalizzarsi se uno della Lega se lo intesta. Il draghismo ‘europeista’ (più che Draghi in sé) è la minaccia più forte, ‘de facto’, per la politica democratica.
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