Il viaggio della Madonna della sana convivenza, un simbolo contro gli allevamenti intensivi
L’immagine qui riprodotta è La “Madonna della sana convivenza” di Federico Soffiato. L’artista l’ha definita con queste parole: “Questa scultura bianca è un fantasma che appare e la sua apparizione fa sì che il rimosso possa ritornare presente e noi consapevoli”.
Bianca come un fantasma che perturba, l’ultima opera scultorea dell’artista padovano Federico Soffiato è un atto di resistenza e denuncia contro gli allevamenti intensivi e le loro conseguenze devastanti su ambiente, animali, lavoratori e comunità locali, in dialogo con il film “Food for profit”. Il 27 agosto parte da Roma il suo tour europeo, destinazione Bruxelles.
Che dire? Avere in casa un animaletto viziato e castrato non significa stabilire un patto di pace con gli animali, quelli soggetti ad allevamento e sterminio metodico. Il cuore schiacciato dallo spavento, le ginocchia piegate, il sangue gelato dall’orrore imminente!
Cito qui testualmente le parole magistrali di Guido Ceronetti: “Siamo eterni morenti, un gineceo di larve, una cena illuminata di morti masticanti fuori dei tumuli, sempre all’agguato di un filo di sangue da far gorgogliare nella gola brutalmente squarciata dalla fame. L’unico rubinetto lasciato aperto dalla civiltà, perché il sangue trovi la via dello stomaco, è la carne venduta col sangue, macellata di fresco, mangiata cruda, o cotta molto poco (il necrofago vero preferisce una scarsa cottura), perché un barlume di rosso, un residuo d’odore di quella vita tramontata, bagni ancora le labbra. Un malato di leucemia, nutrito di carni sanguinanti e sempre sulla frontiera estrema del pallore, è l’immagine della civiltà cruorifiga: più la sua bocca è piena, più il suo cuore dà nella morte. Agonizzanti in cerca di vita, la lecchiamo con lunghe lingue nei rigagnoli dei mattatoi e nelle cucine smorte degli ospedali. La gente che viaggia poco e si nutre di avanzi congelati, si illumina a sentire dei celebri arrosti freschi dei gauchos. La vecchina che in piedi, in uno squallido caffè di Roma, con lentezza si va introducendo tra i denti un miserabile cornetto in briciole enfiato di latte caldo, mettetela di colpo davanti a una bistecca texana, rossa come la testa del Battista: saprete cos’è la gratitudine.
Per qualche cigno protetto in un laghetto, fatto vivere come uno stucco in un soffitto, uno sterminio metodico, infernale, di quasi tutte le specie, la caccia sistematica, le torture scientifiche, gli stravolgimenti ambientali, gli scarichi tossici, l’educazione al crimine contro gli animali”.
FILOTEO NICOLINI
Immagine: La “Madonna della sana convivenza” di Federico Soffiato.


