Ismā‘īl Haniyya, capo dell’Ufficio politico di Ḥamās: ‘Abbiamo dimostrato al mondo che Israele non è invincibile’

per Gian Franco Ferraris
Autore originale del testo: Umberto De Giovannangeli
Fonte: Limes

Conversazione con Ismā‘īl Haniyya, primo ministro e capo dell’Ufficio politico di Ḥamās, ospite del Qatar.

‘Abbiamo dimostrato al mondo che Israele non è invincibile’

LIMESIsraele ha reagito pesantemente all’aggressione di amās del 7 ottobre. Diversi comandanti e dirigenti del movimento sono stati uccisi. Vi ritenete sconfitti?

HANIYYAMai. Il sacrificio dei nostri šuhada’ e la determinazione della gente di Gaza a non subire una seconda Nakba (la Catastrofe del 1948, nascita di Israele con milioni di palestinesi costretti ad abbandonare le loro terre, n.d.r.) sono la riprova della risoluta resistenza al nemico sionista. Un nemico vulnerabile, come hanno confermato le operazioni del 7 ottobre. Abbiamo mostrato ai popoli arabi e musulmani, al mondo, che Israele non è invincibile e che non avrà mai sicurezza finché perdurerà l’occupazione della Palestina.


LIMES Dietro amās c’è l’Iran. Tesi che non è solo di Israele.

HANIYYALa propaganda sionista agisce h24 ed è rilanciata in Occidente. L’Iran sostiene la causa palestinese. Come fanno il Qatar e tutti i paesi arabi, i popoli anzitutto. E lo dimostrano le manifestazioni di sostegno alla resistenza palestinese che si susseguono in tutto il mondo arabo e musulmano. E anche in Europa. Il messaggio che i nostri eroici combattenti hanno inviato è chiaro: Israele non è in grado di proteggere sé stesso dai nostri combattenti né di fornire sicurezza o protezione. L’intero processo di normalizzazione e riconoscimento, tutti gli accordi che sono stati firmati con Israele non potranno porre fine a questo conflitto.


LIMESA Gaza è morte e distruzione. La gente di Gaza è ostaggio di amās?

HANIYYAGaza subisce un embargo da quasi vent’anni durante i quali ci sono state quattro o cinque guerre che hanno causato decine di migliaia di martiri e feriti, case distrutte. Sta vivendo una tragedia umanitaria. È una gigantesca prigione che rinchiude oltre 2 milioni di palestinesi. È la punta di diamante della resistenza che ha lanciato l’attacco. Ma trattandosi di una guerra che riguarda la terra di Palestina, Gerusalemme e al-Aqā, la battaglia coinvolge l’intera umma (comunità dei credenti musulmani, n.d.r.). Ecco perché invito tutti i figli di questa umma, ovunque si trovino nel mondo, a unirsi, ognuno a modo suo, a questa guerra, senza indugi e senza voltarsi indietro. Per noi la resistenza armata non è il fine ma lo strumento per opporci all’annientamento, per difendere il diritto a una Palestina libera.


LIMESNonostante il 7 ottobre, Israele ha una potenza militare nettamente superiore a quella di amās. E l’intenzione proclamata è di distruggere una volta per tutte le capacità belliche di amās e di eliminarne i capi.

HANIYYANon è la prima volta che il nemico lancia questi proclami. Hanno assassinato il nostro fondatore, altri capi e comandanti sono morti da šuhada’. Ma amās è in vita. Lo è e lo sarà perché rappresenta, assieme alle altre forze della resistenza, lo spirito indomabile del popolo palestinese. Nessuno fuggirà da Gaza. Il 7 ottobre sarà nulla rispetto a ciò che gli israeliani subiranno invadendo Gaza. Combatteremo strada per strada, casa per casa. Ci siamo preparati per anni. Siamo pronti. Sappiamo bene che questa volontà di resistenza comporta il sacrificio più grande, la vita. Ognuno di noi ha visto morire i propri cari e mette in conto di morire come uno šahīd. Ma non c’è cosa peggiore di abbassare la testa, di arrendersi all’umiliazione dell’occupazione. Ciò non avverrà mai. La verità del 7 ottobre è che gli israeliani hanno sottovaluto i palestinesi.


Carta di Laura Canali - 2023

Carta di Laura Canali – 2023


LIMESamās ha agito su impulso di Teheran per minare il riavvicinamento tra Israele e Arabia Saudita?

HANIYYAAnche l’Arabia Saudita ha condannato l’assedio criminale di Gaza da parte israeliana e non ha messo in discussione il diritto dei palestinesi a combattere fino alla liberazione della Palestina. Una cosa è certa: chiunque, a partire da Israele e dall’America, ha pensato, lavorato, per eliminare la causa palestinese favorendo accordi separati tra Israele e paesi arabi ha commesso un errore esiziale. La causa palestinese vivrà perché vive e lotta il popolo palestinese. Questa è la nostra forza. Il diritto di resistenza all’occupazione è contemplato dalle stesse convenzioni di guerra. Quelle convenzioni che gli israeliani hanno sempre violato, ritenendole carta straccia. Le punizioni collettive sono un crimine di guerra – bombardare case, scuole, ospedali. Crimini di cui Israele non ha mai dovuto rispondere. Nei mesi scorsi si sono susseguite le provocazioni dei ministri fascisti d’Israele che hanno profanato la Spianata delle moschee, la Moschea di al-Aqā. Una provocazione all’intero mondo musulmano. Hanno armato i coloni, permettendo loro di attaccare impunemente villaggi in Cisgiordania, uccidendo e ferendo civili inermi. Nessuna condanna, nessuna sanzione. Il progetto di annientamento della Palestina è in atto. E nessuno tra coloro che oggi accusano amās dei peggiori crimini, di essere una banda di terroristi sanguinari, ha mosso un dito, ha alzato la voce per protestare contro i crimini dei sionisti. La nostra è stata una reazione. Dura, combattiva, vincente. Israele sa di non essere invulnerabile e che mai avrà sicurezza con la Palestina occupata.


LIMESNon sono crimini di guerra anche quelli commessi dai miliziani di amās il 7 ottobre? Civili uccisi, anche donne e bambini, altri presi in ostaggio.

HANIYYAI nostri combattenti avevano come obiettivo prioritario le strutture militari, a cominciare dal quartier generale della brigata di Gaza, e i soldati israeliani. Mentre quella scatenata da Israele, e non certo dal 7 ottobre, è una guerra totale contro il popolo palestinese, senza alcuna distinzione tra combattenti e civili. Sono decine di migliaia i civili massacrati dagli israeliani e tenuti prigionieri nelle loro carceri. Sono migliaia i bambini palestinesi morti nei bombardamenti e altri ancora sono morti, nel disinteresse generale, a seguito dell’assedio che dura da oltre sedici anni. Israele è responsabile della distruzione dell’ospedale di Gaza, dove sono morti cinquecento palestinesi, molti dei quali donne e bambini. Così come fu responsabile del massacro di abrā e Šatīlā. E saremmo noi i criminali? Il massacro dell’ospedale conferma la brutalità del nemico e la portata del suo sentimento di sconfitta. Quell’attacco è un nuovo punto di svolta. Rendo omaggio al popolo di Gaza che sta affrontando la barbara macchina sionista. I combattenti palestinesi sono impegnati nelle loro terre. Oggi Gaza cancella dalla comunità arabo-musulmana la vergogna delle sconfitte, la vergogna dell’accettazione e dell’inazione.


LIMESLibererete gli ostaggi?

HANIYYAÈ impensabile liberare i prigionieri mentre Gaza è sotto attacco. Impensabile e impraticabile. Israele sospenda gli attacchi, permetta l’ingresso degli aiuti umanitari e uno scambio può essere negoziato. Il mondo parla e s’indigna per gli ostaggi in mano a amās e ad altre fazioni della resistenza. Ma dimentica che migliaia di palestinesi, molti dei quali minorenni, sono da anni ostaggio degli israeliani. Ma li chiamano prigionieri. Oggi sono oltre seimila. E le loro condizioni di prigionia sono sempre più dure. A deciderlo è soprattutto il ministro fascista Ben-Gvir. Se potesse li eliminerebbe tutti. Ho perso il conto di quante volte abbiamo chiesto la liberazione dei prigionieri. Israele non ha mai inteso farlo, se non quando ha dovuto trattare la liberazione del soldato Shalit. Siamo pronti a uno scambio di prigionieri, ma questo potrà avvenire solo se cesseranno gli attacchi a Gaza.


Carta di Laura Canali - 2023

Carta di Laura Canali – 2023


LIMESIn questi giorni di guerra si è tornati a parlare di una pace fondata sulla soluzione dei due Stati. Ma questo comporterebbe il riconoscimento di Israele da parte di amās. È una prospettiva ipotizzabile?

HANIYYANessuno può chiedere alla vittima di riconoscere il suo carnefice. Nessuno. Hanno rubato le nostre terre. Hanno occupato la Cisgiordania e al-Quds (Gerusalemme, n.d.r.). Guardate che fine hanno fatto gli accordi di Washington. Arafat aveva riconosciuto Israele, ma trent’anni dopo i palestinesi sono ancora sotto occupazione. Quegli accordi non dovevano essere firmati, perché frutto di una strategia rivelatasi fallimentare. Israele li ha usati per coprire la colonizzazione, per mantenere e rafforzare l’occupazione, per avere copertura internazionale. Quegli accordi non sono serviti neanche a ottenere la liberazione di prigionieri palestinesi. Quando ciò è avvenuto, è stato grazie alle azioni della resistenza palestinese. Vogliono trattare? Si ritirino dai territori che hanno occupato. Ma Israele non vuole una pace giusta. Vuole annientare il popolo palestinese, occuparne le terre. Due milioni di coloni sono pronti a insediarsi in Cisgiordania. A coloro che oggi ritirano fuori la soluzione dei due Stati, chiedo: dove dovrebbe sorgere lo Stato di Palestina? Su quale francobollo di terra? La nostra non è una guerra di religione. È una guerra di liberazione. Agli israeliani diciamo: quante volte vi abbiamo ammonito per ciò che avete perpetrato nei Territori occupati nel 1948, per i vostri tentativi di separare il nostro popolo?


LIMESUno degli obiettivi di amās con gli attacchi del 7 ottobre era sancire la fine politica dell’Autorità nazionale palestinese e del presidente Abu Mazen?

HANIYYAÈ falso. Nel corso di questi decenni di occupazione abbiamo visto più volte il nemico provare, spesso riuscendoci, a dividere il campo palestinese con la complicità dell’America e dell’Europa. Noi abbiamo sempre detto che l’unità è un bene da preservare. Ma l’unità si costruisce resistendo all’occupazione israe­liana, combattendo chi vuole annientarci. La resistenza contro chi da sedici anni assedia Gaza, porta avanti la pulizia etnica a Gerusalemme Est, spaccia per diritto alla difesa le punizioni collettive, occupa terre palestinesi, detiene per mesi e anni prigionieri senza processarli. Questa è l’unità che interessa a amās. Non c’è preclusione in questo. Quanto poi alla legittimazione, vorrei ricordare che amās ha vinto le elezioni del 2006. Elezioni libere, democratiche. La reazione israeliana e dell’Occidente è stata quella dell’assedio, dello strangolamento. Hanno votato amās, meritano di essere puniti. Bella idea di democrazia.


LIMES«L’Europa sarà la prossima a essere colpita da amās. Avrà i terroristi alla porta». Lo ha detto il ministro degli Esteri israeliano, Eli Cohen, intervenendo all’Onu.

HANIYYAamās non ha mai agito fuori dai confini della Palestina. La nostra è una lotta di liberazione contro l’occupazione israeliana. L’Europa non deve temere amās.

(ha collaborato Osama Hamdan)

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