La Caporetto dell’informazione

per Gian Franco Ferraris
Autore originale del testo: Alfredo Morganti
La Caporetto dell’informazione
Mi chiedo a che cosa serva l’informazione se si trasforma in pura propaganda. A vincere le guerre? A coagulare le emozioni in un calderone di cui non si sente affatto l’utilità? A corazzare e a orientare l’opinione pubblica in una direzione che non oso nemmeno immaginare? A sostenere una guerra dell’energia di cui stiamo già pagando il conto (letteralmente), creando una sorta di capro espiatorio internazionale, un nuovo Saddam, un altro Stalin, per scaricare su di lui ogni responsabilità, e assegnare ad personam l’onta delle speculazioni finanziarie ed economiche di questi giorni? Eppure dovrebbe essere chiaro a tutti che la trasparenza che si chiede sempre agli altri, sarebbe quanto mai necessaria a noi. Basterebbe fare bene il proprio mestiere eh, mica mostrarsi geni. Bisognerebbe solo chiedersi se certi numeri sono congrui, se un fatto andato in ultim’ora possa considerarsi credibile, se le fonti stesse siano credibili, se aprire bocca e tirare fiato da un hotel, mimando l’ansia, sia la modalità giusta con cui approcciare il video anche per un inviato di guerra. Certe volte sarebbe anche bello chiedere scusa.
Per dire. Già pochi giorni dopo l’avvio del conflitto, si parlava di 2 milioni di profughi. Si citavano, inoltre, fonti ONU che ne prevedevano 5-6-7 milioni. Ancora giorni fa si stimava (!) una cifra di 2 milioni e 800 mila. Un inviato ha specificato che i profughi crescono di mezzo milione al giorno. Un altro, che nella cittadina di Leopoli (mi pare di 750.000 abitanti) ne arrivano e partono (per dove?) 500.000 al giorno. Ecco, da questo profluvio di numeri, voi, che cosa ci capite? Io mi sono detto: ma si rendono conto quanti sono 5-6-7 milioni di profughi, per un paese che ne conta 40.000.000! Ma si rendono conto che una massa così imponente è capace di bloccare tutto, ogni via di fuga, ogni lembo stradale, ogni stazione ferroviaria, in una gigantesca calca? Poi mi sono chiesto: cosa intendono per profughi? Donne e uomini già in fuga? Potenzialmente in fuga? Solo sfollati? O semplicemente gli abitanti delle città assediate, la cui somma darebbe all’incirca quella cifra monstre? Voi lo sapreste dire?
È solo un esempio, ma significativo, di come non si valuti la congruità dei numeri nemmeno nelle condizioni serie, tragiche di una guerra, di come le cifre siano buttate lì come bombe a grappolo mediatiche, di come l’opinione pubblica sia una specie di terreno di croci, di come anzi si costruisca l’opinione pubblica sparando alla cieca nel mucchio delle vicende belliche, traendone numeri quanto basta. Io credo che questa guerra oltre che una cosa nefasta per il popolo ucraino che più di tutti la sta subendo, sia stata anche una Caporetto mediatica, una delle più grosse debacle informative degli ultimi decenni. La guerra è raccontata con lo stesso tono scandalistico e sensazionalistico che si usa per tutte le altre vicende umane catapultate in video. Come se in Ucraina non morissero persone, come se non soffrissero sempre gli ultimi, come se tutto si riducesse a un’offensiva mediatica e il mondo davanti fosse finto, emendabile a chiacchiere, narrabile alla maniera di chi la dice più grossa. La domanda allora è: se l’informazione fa debacle, se l’opinione pubblica è un punching ball, se i media sono un campo di croci, che ne è della nostra democrazia? Sempre ammettendo che qualcosa di simile alla democrazia accompagni oggi la nostra vita pubblica?
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