di Alfredo Morganti – 31 luglio 2017
L’anticomunicazione
Leggo su ‘Repubblica’ che Campo Progressista sta lavorando a un progetto innovativo. I referendum via web. La democrazia digitale. Le primarie online. Caspita che innovazione. Un bel partito liquido al posto di uno vero è davvero un inedito, una cosa mai vista. E soprattutto è molto, ma molto efficace. Guardate come siamo ridotti a forza di ridurre i dibattiti e le decisioni a insulti via web e a qualche click messo lì tra una prenotazione di un viaggio e un acquisto Amazon!
Mi spiace, ma non saranno le scorciatoie digitali, né le ‘cliccate’ a salvare la democrazia e dunque la sinistra. Non sarà gettandoci a peso morto nella ‘tecnica’ che si renderà la nostra azione politica più efficace. Anche perché la tecnica non ama granché la politica: troppe opinioni, troppa chiacchiera, troppa umanità e dunque troppa democrazia! Non si fa innovazione puntando sulla liquidità del web, al più si ripercorrono strade ormai vecchie. L’innovazione è all’opposto: tornare fra i lavoratori, i disoccupati, i cittadini, le figure sociali, le forze attive, i disagiati, gli ultimi. Ma tornarci con i propri ‘corpi’ e le proprie gambe, non con le fibre ottiche.
Capisco l’esigenza di giungere ai ‘giovani’, di insidiare l’elettorato grillino. Ma anche qui, perché farlo à la grillina? Se deve essere sempre e ancora la ‘comunicazione’ a dettare le regole, a che serve una ‘nuova’ sinistra? E se fosse invece l’anticomunicazione, la strada? Una comunicazione paradossale, e quindi straordinaria, e perciò più visibile, più efficace delle costose banalità dei guru. Una comunicazione alternativa a quella mainstream. Pensate a Corbyn: cosa di più anticomunicativo del leader laburista britannico? Ma quanto di più efficace, d’altronde? E Corbyn è uno che tra i lavoratori e i giovani ci è stato, ci sta, mica si sottrae. Con lui la politica non è affatto ancella della comunicazione. Così Sanders. Non servono le piste digitali, dunque, per arrivare dove anche le semplici strade possono portarci. Certo, ci vogliono buone gambe. La domanda è: la sinistra ce l’ha buone le gambe?


