Legge elettorale e tutti al voto – Mattarella permettendo

per Gian Franco Ferraris
Autore originale del testo: Gianfranco Pasquino
Fonte: Nuova Sardegna
Url fonte: https://gianfrancopasquino.com/

di Gianfranco Pasquino – 3 giugno 2017

Una legge elettorale concordata fra quelli che, Partito Democratico, Movimento 5 Stelle, Forza Italia, sono considerati i tre poli attualmente esistenti sarebbe buona cosa. Il condizionale è d’obbligo per due ragioni. La prima è che sembra che l’accordo già scricchioli in parte sul versante del Movimento 5 Stelle in parte all’interno del PD. Essendo il più debole dei tre poli, Berlusconi non può permettersi e non vorrebbe sentire/vedere nessuno scricchiolio. La seconda ragione del condizionale è che più la si guarda dentro più la legge elettorale presenta elementi problematici tanto per i contraenti quanto, soprattutto, per gli elettori. Fermo restando che è difficile effettuare un esame tecnico approfondito, ma, al tempo stesso, semplice da riferire, dei meccanismi della nuova legge (che, comunque, non è la legge tedesca che si chiama “rappresentanza proporzionale personalizzata), un paio di punti sono assolutamente criticabili e già criticati persino dai contraenti. Rischia di essere addirittura anticostituzionale il meccanismo che impedirebbe al vincitore di un collegio uninominale di occupare il suo seggio in Parlamento a causa della prevalenza dei candidati nelle liste bloccate, per di più con candidature multiple, già fortemente criticate dalla Corte Costituzionale. Qualcuno vorrebbe la possibilità di usare almeno un voto di preferenza. Nell’apposito referendum del 1991 l’elettorato italiano si espresse a favore della preferenza unica nominativa. Inoltre, contrariamente al doppio voto di cui gode l’elettore tedesco, l’elettore italiano potrà soltanto tracciare una crocetta o sul simbolo del partito o sul nome del candidato (e se votasse disgiunto si vedrebbe annullare il voto) comunque scegliendo il partito e ratificandone l’intera lista delle candidature.

Dopo l’esplicita orgogliosa accettazione da parte di Alfano, leader di Alternativa Popolare, della soglia del 5 per cento per accedere al Parlamento, almeno su questa clausola, a mio parere utile per evitare la frammentazione del sistema dei partiti (e da accompagnare con una riforma dei regolamenti delle Camere affinché quello che è stato tenuto fuori dalla porta non ritorni dalla finestra), l’accordo potrebbe reggere. L’esito sarebbe sostanzialmente una legge elettorale proporzionale (ma anche Porcellum e Italicum erano leggi proporzionali seppur con un premio in seggi per il partito/coalizione di maggioranza), che offre troppo potere ai capi dei partiti che praticamente nomineranno ancora una volta tutti o quasi i loro parlamentari. A questo punto, molti commentatori e politici danno per scontate due conseguenze. La prima è che, approvata la legge elettorale, si andrà rapid(issim)amente a elezioni anticipate. La seconda è che dal prossimo parlamento dovrà uscire un governo costruito su una difficile coalizione.

La probabilità di elezioni anticipate dipende da due fattori: i tempi necessari all’approvazione della nuova legge elettorale e le valutazioni del Presidente della Repubblica, l’oste con il quale bisogna fare i conti anche perché non ha soltanto il potere di sciogliere o no il Parlamento, ma anche quello di firmare o no, se rilevasse qualche profilo di incostituzionalità, la legge elettorale. Per ragioni di opportunità, ad esempio, l’approvazione urgente di misure economiche oppure l’aumento dello spread, segnale di nervosismo dei mercati che non gradiscono l’inevitabile incertezza di una campagna elettorale, l’assurdità, mi permetto di scrivere, di una campagna elettorale svolta sulle spiagge del Bel Paese, Mattarella potrebbe suggerire di giungere a scadenza naturale dell’attuale Parlamento: fine febbraio 2018.

Quanto all’esito, poiché siamo in una democrazia per quanto di modesta qualità, saranno gli elettori a deciderlo. È lecito che ci interroghiamo sulla composizione del prossimo governo, ma allora le variabili sono molte. Allo stato della distribuzione delle preferenze politiche, una coalizione PD-Forza Italia non avrebbe la maggioranza assoluta alla Camera. PD e Cinque Stelle avrebbero sicuramente abbastanza seggi per formare un governo di maggioranza, ma non conosciamo la disponibilità del PD e sappiamo che, almeno finora, le Cinque Stelle negano qualsiasi volontà di fare coalizioni, anche se hanno aperto, bontà loro, a un governo di minoranza composto esclusivamente da pentastellati o da personale “tecnico/cratico” da loro reclutato. Non è affatto detto che, arrivando a scadenza naturale, il problema di chi e come formerà la prossima coalizione di governo diventerà più facile da risolvere. È chiaro, però, che chi ha fretta di andare alle elezioni dovrebbe cercare di fugare alcuni legittimi dubbi relativi a esiti che non servirebbero al paese. Dovrebbe anche dire agli europei che il governo post-Gentiloni-Padoan rispetterà tutti gli impegni presi.

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1 commento

Fare Democrazia 4 Giugno 2017 - 18:05

Oggi 4 giugno 2017, ore 16.29

Da ore presenti – pubblicati (8.40-8.50c) nel sito “Radio3 Rai Sms” – e probabilmente ci resteranno fino a domani – questi messaggi, che io sottoscrivo:

messaggio del: 04/06/2017 08:46:28
Se approvato l’obbrobrio elettorale condiviso da Toninelli-Boschi-Fiano, sarebbe la fine. OGNI 4% di Elettori per cui è prevista, dalla Costituzione, l’assegnazione di 25 Seggi alla Camera dei Deputati e 12 al Senato, che corrispondono a circa 2milioni di Elettori, resterebbero senza Rappresentanti della propria Sovranità – sancita dalla Costituzione.

messaggio del: 04/06/2017 08:42:28
Beppe GRILLO di Ravveda..Cosa accade per OGNI Partito che, se ricevuti il 4% dei voti, viene defraudato tramite una soglia di sbarramento? GLI VENGONO SOTTRATTI I SEGGI CORRISPONDENTI ! – E però c’è di peggio.. perché gli ‘ASTUTI’ ideatori di questo sistema non si limitano a togliere quei Seggi a quanti designati dai voti degli Elettori.. in quanto, quei posti, non vengono lasciati VACANTI, ma addirittura vi si collocano AMICI LORO – che quei voti non hanno ottenuto !! — Quindi il SOPRUSO è doppio. – Elettore, votante5Stelle. ForseEx.

messaggio del: 04/06/2017 08:38:44
La stessa REPUBBLICA viene sfilata con destrezza, come un ‘borseggio’ nei mezzi pubblici, assieme all’altro grande “Patrimonio” nel portafoglio dei ‘distratti passeggeri’, cioè la DEMOCRAZIA.

messaggio del: 04/06/2017 08:38:12

LO SI FA DI PROPOSITO PER SVUOTARE IL SENSO DELLA PAROLA “DEMOCRAZIA” CHE VORREBBE “POLITICO” OGNI ESSERE UMANO AD OCCUPARSI DEL FUTURO ? QUELLI DI PARTE SONO I PARTITICI, ANCHE LORO POLITICI, QUASI SEMPRE SOLO PER I PROPRI INTERESSI !

messaggio
del: 04/06/2017 08:36:08

Non ravviso alcun elemento ricattatorio nelle istanze dei partiti più piccoli, ma legittime istanze democratiche. Il ricatto lo vedo in quanti propugnano la barzelletta della governabilità, ‘grimaldello’ per usurpare Seggi alla sovranità del popolo – sacralizzata nella Costituzione.

Fare Democrazia – 34718 44519 – faidemocrazia@gmail.com

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