L’Europa è morta! Viva l’Europa

per Gian Franco Ferraris
Autore originale del testo:  Niccolò Locatelli / Giuseppe Masala
Fonte: Limes / L'Antidiplomatico

IL FRONTE MONDIALE [di Niccolò Locatelli]

Questa settimana due delle tre principali notizie geopolitiche legate alla guerra d’Ucraina provengono da continenti diversi dall’Europa, a testimonianza dell’impatto mondiale del conflitto.

La nuova fornitura di armi e finanziamenti a Kiev da parte dell’amministrazione di Joe Biden è motivata dalla volontà statunitense di continuare a sostenere la difesa del paese ex sovietico dall’invasione russa. La contemporanea assenza di un dialogo pubblico con Vladimir Putin indica che Washington è preparata a tenere impegnata militarmente Mosca ancora a lungo. Soprattutto se la Russia continuerà a perdere uomini e i paesi europei si stringeranno ulteriormente alla/nella Nato, come sta accadendo.
L’iniziativa di sicurezza globale lanciata dal presidente Xi Jinping segnala che la Repubblica Popolare Cinese è pronta a passare all’offensiva diplomatica. La guerra d’Ucraina sta servendo da spartiacque: la rapidità con cui il mondo occidentale si è stretto contro il secondo rivale degli Usa per importanza (la Russia) non può che preoccupare il primo (la Cina). Dietro la condanna formale della mentalità da guerra fredda e della divisione in blocchi Pechino svela un disegno – per ora embrionale – alternativo a quello degli Usa ed esplicitamente rivolto ai paesi in via di sviluppo.
La discussione domestica ed europea sul sostegno della Germania a Kiev tocca più di un nervo scoperto. C’è l’urgenza baltica di combattere la Russia in Ucraina per evitare di doverlo fare sul suolo patrio; c’è il tentativo del cancelliere Olaf Scholz di equilibrare le richieste del fronte antirusso con le necessità economiche, che rendono impossibile il distacco immediato dagli idrocarburi russi; c’è infine una riflessione, attualmente sullo sfondo ma destinata a rivelarsi decisiva, sul posto tedesco nel mondo.
Questa settimana il ministro delle Finanze Christian Lindner ha parlato della “triplice dipendenza” della Germania: dalla Russia per l’energia, dagli Stati Uniti per la sicurezza, dalla Cina per gli affari. Se Berlino optasse per un cambio di paradigma, ci sarebbero conseguenze importanti per le tre potenze e per tutta l’Europa. Chi oggi rimprovera a Scholz eccessive titubanze nella guerra d’Ucraina potrebbe non gradire il risveglio tedesco domani.

L’Europa è morta! Viva l’Europa.

Come ho detto sin dal primo giorno di questa campagna militare nelle pianure sarmatiche che vedono il conflitto tra Nato (sotto le mentite spoglie dell’esercito ucraino) e Russia uno dei massimi obbiettivi degli USA era quello di rompere il legame commerciale tra Europa germanocentrica e Russia. E con le sanzioni Washington c’è riuscita benissimo visto che le sanzioni sono destinate a rimanere per anni anche dopo la fine delle ostilità. Inutile che ci giriamo attorno, questa è la realtà.

 

La guerra sarebbe comunque scoppiata, indipendentemente dal fatto che la Russia avesse attaccato o meno per prima. Se non lo avessero fatto sarebbero stati gli ucraini (che già avevano accumulato uomini e truppe sulla linea di contatto tra le repubbliche secessioniste e l’Ucraina) ad attaccare. E questo era nei disegni di Washington, volevano provocare la Russia così da costringere l’Europa a porre sanzioni spaventose che creano di fatto una cortina di ferro.

Che la Germania ormai egemone in Europa fosse un problema per gli anglosassoni era chiaro da anni. Mi viene in mente a tale proposito un articolo di Keagan su Foreign Affairs (1) dove si parla di nuova “questione tedesca” (attenzione perchè Kagan non è uno come gli altri, visto che oltre ad essere uno studioso di altissimo livello è anche marito di Victoria Nuland grande madre del colpo di stato di Majdan a Kiev nel 2014 e nota per la sua esclamazione contro l’Europa: “fucking Eu!”).

Mi viene anche in mente il discorso di Trump all’Onu del 2018 dove accusava platealmente la Germania per i suoi rapporti con la Russia e dove tutto il corpo diplomatico tedesco – guidato dall’allora ministro Heiko Mass – in platea ascoltava tra scherno, risatine, frizzi e lazzi. Erano convinti che bastasse abbattere Trump per continuare con il loro gioco: acquistare energia dalla Russia, prendendoli pero in giro fregandogli Kiev con l’aiuto militare e di intelligence USA, flertare con la Cina e colonizzare il resto dell’Europa con cervellotici e deflazionistici parametri di bilancio e trattando con la Francia per la difesa comune e il seggio al Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite (tutto nero su bianco nel Trattato di Aquisgrana) .

 

Gli americani hanno capito tutto e – Trump o non Trump – hanno scatenato l’inferno facendo leva sulla giunta di Kiev ma anche sulla russofobia di paesi baltici, Polonia e Romania.

Ora ci ritroviamo con la guerra in casa, l’inflazione alle stelle, la sicurezza energetica compromessa e quella alimentare a rischio.

Magari ripensando ai frizzi e ai lazzi contro Trump del 2018 (vedi video) ora ai tedeschi la voglia di ridere sarà passata. L’Europa è morta, viva dunque l’Europa.

PS Mi domando, ma gli alto borghesi europei che sbandierano ogni tre per quattro i loro studi in America e l’amore per quel paese (penso a quello che scrisse proprio Heiko Mass in un celebre articolo su Handelsblatt) come fanno a non capire che se un presidente USA parla di “Grand Strategy” sta parlando a nome di tutti, opposizione compresa e che se cambia la guida non cambia nulla…? Forse ora l’hanno capita…però hanno distrutto tutto, il buono e il brutto dell’Europa. E speriamo finisca qui. 

(1) https://www.foreignaffairs.com/articles/germany/2019-04-02/new-german-question?fbclid=IwAR0pE_j7KebYLvkM3Ktiwm9XbsyuCWSGrKuuFNodt3D83CiVrTz3zNL5o0E

 

Giuseppe Masala

GIUSEPPE MASALA

Giuseppe  Masala, nasce in Sardegna nel 25 Avanti Google, si laurea in economia e  si specializza in “finanza etica”. Coltiva due passioni, il linguaggio  Python e la  Letteratura.  Ha pubblicato il romanzo (che nelle sue ambizioni dovrebbe  essere il primo di una trilogia), “Una semplice formalità” vincitore  della terza edizione del premio letterario “Città di Dolianova” e  pubblicato anche in Francia con il titolo “Une simple formalité” e un  racconto “Therachia, breve storia di una parola infame” pubblicato in  una raccolta da Historica Edizioni. Si dichiara cybermarxista ma come  Leonardo Sciascia crede che “Non c’è fuga, da Dio; non è possibile.  L’esodo da Dio è una marcia verso Dio”.

 

Babelezon bookstore leggi che ti passa

Articoli correlati

Lascia un commento

Questo sito utilizza Akismet per ridurre lo spam. Scopri come vengono elaborati i dati derivati dai commenti.