Fonte: facebook
di Lucrezia Ricchiuti – 2 dicembre 2014
Ricevo decine di e-mail che mi invitano a non votare per il Jobs act.
Non l’ho votato la volta scorsa: ora è tornato dalla Camera secondo la maggioranza del mio partito “migliorato” e glorificato da Sacconi e da Squinzi.
Il Ministro Poletti, alla Camera, ha dichiarato nelle conclusioni quello che aveva già detto al Senato e cioè che “per semplificare, per superare elementi di incertezza e di discrezionalità, per ridurre i ricorsi, i procedimenti giudiziari, nella predisposizione del decreto delegato relativo al contratto a tutele crescenti e quindi per le nuove assunzioni, il Governo intende modificare il regime del reintegro così come previsto dall’art. 18, eliminandolo per i licenziamenti economici e sostituendolo con indennizzo economico certo e crescente, e contestualmente sarà prevista la possibilità per il reintegro per i licenziamenti discriminatori e per quelli ingiustificati di natura disciplinare particolarmente gravi, previa qualificazione specifica della fattispecie”.
In pratica: i datori di lavoro sono liberi di licenziare per motivi economici anche se non è vero e la reintegra non sarà più possibile. Abbiamo dato la possibilità agli imprenditori di licenziare liberamente, anche se il giudice poi stabilirà che il motivo era fasullo.
Fra le letture di Senato e Camera ci sono state manifestazioni in cui operai sono stati picchiati dalle Forze dell’Ordine, compreso il segretario della Fiom Landini; c’è stata la manifestazione del 25 ottobre della Cgil, in contemporanea con la Leopolda dove è stato detto che loro, i leopoldini, erano lì a fare e noi, i manifestanti, a disfare; una folta delegazione governativa ha ricevuto per mezzoretta i Sindacati una mattina, giusto il tempo di gustare un caffè e poi tutti a casa, per fargli capire che i tempi sono cambiati; la Picierno ha detto in diretta televisiva che la Camusso è stata eletta con tessere false; la Cgil e la Uil hanno proclamato lo sciopero generale per il 12 dicembre mentre la Cisl ha mobilitato i dipendenti pubblici che in questi giorni stanno manifestando un po’ dappertutto.
Come si può votare questa delega, che non amplia i diritti ma toglie il diritto fondamentale di un lavoratore: la sua dignità?



