Pasquino: “Letta è una persona colta, competente e gentile, ma il Pd ha limiti strutturali” E su Meloni: “L’Italia perderà soldi e credibilità”

per Gian Franco Ferraris
Fonte: Il Fatto Quotidiano

In un video, l’intervista del Fatto Quotidiano a Gianfranco Pasquino: “Il Pd? Con i candidati paracadutati non si costruisce una comunità politica. Si veda Fassino di Torino, deputato uscente di Ferrara/Modena e candidato ora a Venezia dove non c’entra niente, ma lui è solo uno dei casi. Questo non rafforza la presenza del partito sul territorio e non consente di migliorare la politica”…il Pd ha dei problemi strutturali legati alla sua natura che non possono essere cambiati più di tanto da Letta è una persona colta, competente educata e gentile, caratteristiche non delle migliori per fare il capo di un partito ma buone per le persone. Letta ha fatto del suo meglio, per tenere insieme persone e gruppi diversi, ma proprio per la sua natura non può superare le percentuali di consenso attuali. Il limite più grande del Pd è quello che è altalenante sul territorio: non c’è una cultura politica, ci sono correnti, opinioni diverse ma non c’è una vera cultura politica.

Allargando lo sguardo alla campagna elettorale, il politologo vede una “straordinaria incapacità di innovare., sembra un disco rotto che ripete il suo verso, la destra propone di ridurre le tasse – Irpef al 23 o forse al 15%,  che il problema vero sono gli immigrati, ma il blocco navale della Meloni non è attuabile, la leader di FdI dovrebbe rendersene conto:  non è attuabile e neanche proponibile. I progressisti dicono che dobbiamo ridurre le disuguaglianze – ma non ci dicono quali disuguaglianza come si fa a ridurle. Non vedo nessuna idea trainante positiva, nessun colpo di vita, da usare negli ultimi giorni della campagna per spostare quel 3 o 4 % di indecisi che decidono all’ultimo – spiega Pasquino – me lo aspetto da Berlusconi ma per ora anche il cavaliere ripete le stesse cose da 25 anni. il Pd fa una politica cauta e Letta, lo dico con la tutta la stima che provo per lui, non è un creativo”.

Che consiglio darebbe al segretario Dem?  “io al Pd un consiglio lo darei, ma non mi ascoltano, non lo hanno fatto neanche nel 2007, quando  proposi di non fare subito il Pd  come un processo chimico ma creare le condizioni per far nascere un partito nuovo. Ora il Pd non può aspettare, il consiglio vero è di agire come partito con la forza di avere una linea politica e di attuarla fino in fondo non essere balbettante e incerti o attendisti”. E a Giuseppe Conte? “Dovrebbe farsi aiutare da qualcuno che conosce la politica. È convinto di saperla fare ma governare è diverso da guidare un partito”. Su Calenda’ 2Non sono all’altezza di commentare il programma di Calenda”.  Su Renzi? “Renzi è stato l’inizio della distruzuone  del Pd e della stessa idea della politica. La rottamazione non può essere la base di una costruzione di una organizzazione”

Sullo sfondo c’è la preoccupazione per una possibile vittoria della destra: “Meloni sarà costretta a ricompensare le frange estreme non solo italiane ma europee. Sarà vista male e dunque reagirà male senza creare un regime ma generando confusione. E se il nostro paese sarà confuso diventerà inaffidabile e perderemo un sacco di soldi e credibilità”.

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