Ho letto che Roberto Benigni per la sua “performance” al Festival di San Remo, ha percepito 300 mila euro.
Una somma, cioè, corrispondente all’incirca a 300 mensilità del salario di un operaio generico.
Il che vuol dire che un operaio comune di una fonderia deve lavorare 25 anni, per guadagnare quanto Benigni ha guadagnato in 25 minuti.
E’ vero che, come dice Fabio Fazio, la competenza ha un valore e deve essere quindi pagata, e che comunque il denaro percepito dagli “artisti” rientra abbondantemente nelle casse della RAI, attraverso i proventi pubblicitari.
E’ anche vero, tuttavia, che i costi della pubblicità si scaricano sui prodotti e finiscono quindi sulle spalle di tutti.
Detto più semplicemente, i compensi dei suddetti artisti li paghiamo tutti noi, quando acquistiamo il caffè, i pannolini, le lamette della barba, un materasso o un’automobile…
E’ assolutamente ovvio che il talento, lo studio, la comprovata capacità debbono essere adeguatamente compensati.
Ma proprio per questo c’è qualcosa che non va…se una ricercatrice, una donna di scienza che è riuscita ad isolare il coronavirus dovrà lavorare più o meno 20 anni, per guadagnare quanto il comico fiorentino, in evidente crisi d’ispirazione, ha guadagnato in 20 minuti.
E’ la legge del mercato, dicono.
E allora vuol dire che il mercato è diventato la cattedrale dove si venera il dio denaro, e la legge è sempre quella della scadente logica della compravendita e del baratto
A questo punto, scandalosi non sono i compensi, e chi li riceve o chi li dispensa.
Scandaloso è chi accetta legge e mercato, e non si ripromette neppure di cercare di cambiarli, pur avendo il dovere di farlo…
Purtroppo però, la Sinistra che si è sconnessa dal popolo, è riuscita invece, per dirla con Mitterrand, a riconciliarsi col denaro..
