Post impolitico, quasi uno sfogo

per Gian Franco Ferraris
Autore originale del testo: Alfredo Morganti

Post impolitico, quasi uno sfogo

La destra, dopo aver gridato ossessivamente che il Covid era clinicamente morto, dinanzi all’esplosione dei mille e più focolai, attaccherà il governo perché incapace di fermare il virus. I nostalgici dei governi tecnici affidati a un ex banchiere si angustieranno, perché la ripresa del virus (ripresa? ma non se ne era mai andato!) rischia di far scattare un’emergenza buona solo ai “comunisti” per rilanciare i temi della solidarietà e della cura invece di quelli del mercato. I VIP contagiati nelle bolge denominate locali cool, ora temono per la propria salute, e sono pronti a fare causa al governo che non ha chiuso le discoteche (che, sia detto, sono state aperte dalle regioni e chiuse, invece, proprio dall’esecutivo). I governatori, che di solito vanno in ordine sparso e ripetono a pappardella quel che dice l’elettorato, adesso saranno uniti, invece, nell’addossare a Roma tutte le colpe della possibile nuova ondata: la campagna elettorale urge. I giovani, che fino a ieri saltavano e sballavano in discoteca, adesso rivendicheranno il distanziamento a scuola: magari per starsene a casa a dormire la mattina. Le famiglie che hanno mandato i propri figli prima al centro estivo, poi alla scuola da ballo, poi in piscina, poi in palestra, poi alle feste di compleanno, poi in vacanza ammassati qua e là, adesso potranno giustamente esigere condizioni di sicurezza a scuola per la preziosissima prole. Si sa: i figli so’ piezz ‘e core! Le imprese, dinanzi alla possibile ripresa ad alti livelli del Covid, sono solo capaci a dire che un’altra chiusura anche locale metterebbe in ginocchio l’economia globale. Quindi il governo non ci provi nemmeno. Certo, poi ci sono gli infermieri, i medici, gli insegnanti, le cassiere, i corrieri, gli autisti dei mezzi pubblici, che saranno al loro posto comunque e tireranno la carretta come sempre a due spicci. Ma di questi nessuno parla e a pochi interessa: noi siamo il Paese di quelli che vogliono divertirsi sempre, ovunque e a qualsiasi prezzo. Anche della vita altrui. Tanto poi pagano gli altri. Che problema c’è.

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