Autore originale del testo: Alfredo Morganti
Ma chi glieli scrive i testi?
Repubblica.it ci informa che i testi del Presidente Zelensky sono scritti dal suo sceneggiatore di fiducia, lo stesso dei suoi spettacoli satirici. Di qui, dice sempre Repubblica.it, l’efficacia dei discorsi che ci inondano in diretta tv dall’inizio delle ostilità. Se serviva una prova che la guerra è una prosecuzione della (comunicazione) politica con altri mezzi, ben più cruenti, eccola. Se serviva una prova che la guerra, oggi, è fondamentalmente una rappresentazione mediatica, un’orgia informativa di immagini, di chiacchiere e di ultim’ora a grappolo, che nessuno controlla più nella loro congruità, eccola. Ma poco male, se fosse solo così. Poco male se si trattasse solo di uno spettacolo in mondovisione.
Il fatto che mi fa incazzare, invece, è che dietro i leader che parlano e dicono cose anche fuori controllo (tipo: visto che la terza guerra mondiale è già in corso, facciamo una carneficina nucleare e non se ne parli più), e che pensano di esibire così un “potere” che, francamente, non detengono quasi più, c’è la gente che muore, ci sono le città sotto assedio, cadono bombe vere, si soffre e sono sempre gli ultimi a pagare. La verità della guerra, dietro le chiacchiere e le notizie spesso infondate, diffuse con faciloneria, è che si muore quasi solo per tenere in piedi un teatrino di marionette mediatiche, che assumono forzosamente a comparse persino i profughi, poveracci, sballotati qui e là e ripresi allo scopo principale di commuovere l’opinione pubblica.
Un teatrino il cui senso effettivo è tutto nella rivoluzione energetica in corso, nella transizione ecologica avviata senza capirne la portata politica effettiva, nell’urgenza di ridisegnare le mappe dei gasdotti, nel desiderio dei potenti di riequilibrare poteri e scenari. Scenari su cui soffia il vento diabolico del nazionalismo. L’Ucraina è il Vietnam di turno. Per questo è nell’interesse delle popolazioni ucraine che si avviino serie trattative di pace e che il loro non divenga una sorta di cortile bellico a uso terzi. A questo dovrebbe mirare Zelensky, a smorzare l’incendio, a esigere una tregua, non a chiamare tutti a raccolta per un’escalation bellica di cui non si sente affatto il bisogno. Sia fino in fondo un uomo di pace, piuttosto che assumere i toni del condottiero. Cambi lo sceneggiatore nel caso, e magari si faccia consigliare dal Papa, forse l’unico a capire il senso nefasto della guerra e a esigere con convinzione, per tutti, il bene della pace.


