Quelli che: agli italiani ci penso io!

per Gian Franco Ferraris
Autore originale del testo: Alfredo Morganti

Quelli che: agli italiani ci penso io!

Avete presente quelli che agli italiani ci penso io, decido io, faccio io, e se gli altri non mi seguono chissenefrega? Quelli che bloccano tutto, si antepongono, fanno scudo, non li ferma nessuno e non sentono nessuno? Quelli che esondano dalle proprie competenze, si occupano di tutto, hanno le mani in pasta ovunque, si ergono protesi, parlano a nome di tutti, danno interviste roboanti, ultimatum, perché se non ci sono loro non si fa niente e tutto marcisce? Quelli che tracciano linee nette, insuperabili, dicono ora basta, ora ci penso io? Quelli che mandano all’aria il loro stesso governo, perché tanto bastano a se stessi, non serve una squadra. Quelli che esagerano e poi se li rinviano a processo quasi quasi ringraziano, perché tanto vincono, tanto ne trarranno solo vantaggi, tanto sanno trasformare il peggio in opportunità, così dicono.

Quelli che continuano a pronunciare frasi roboanti anche quando il voto li condanna davvero a un processo, quelli che tanti nemici tanto onore, fatevi sotto, gli italiani sono con me. Quelli che poi, dinanzi alla prospettiva effettiva di un aula di tribunale, pur mostrando la mascella, qualche pensiero iniziano ad averlo, e allora si guardano attorno, titubano, e gli scappa che “sul blocco navale c’era totale accordo con Conte”, che tutti sapevano, che lui insomma non decideva da solo, che altri decidevano con lui, anzi per lui. E così l’uomo solo al comando diventa improvvisamente un comprimario, uno che forse non c’era, e se c’era magari dormiva. Come quei palloni che si sgonfiano di colpo, con un sibilo lungo, e poi si afflosciano nell’interesse attorno che scema, mentre il processo attorno li circonda e li cattura…

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