Questi giovani

per Gian Franco Ferraris
Autore originale del testo: Alfredo Morganti

Questi giovani

Ho un grande rispetto per la gioventù. È da lì che proviene quasi sempre la spinta al cambiamento. Io, per dire, fui uno dei 18enni che, negli anni settanta, diedero la spallata elettorale che portò la sinistra a dirigere tutte le grandi città d’Italia e molte regioni. Eppure, quei venti anni sono una sorta di croce e delizia. Occasione ma anche pericoloso abisso. Per dire. L’assalto quasi senza senno dei ragazzi alla movida e alle discoteche, per quanto ampiamente pronosticata, mi sconcerta comunque un po’.

Passi che in epoca non Covid si decida di scaricare gli ormoni in un assembramento inusuale, sotto la spinta di parecchi gradi di alcool e, molto peggio, di pastiglie colorate. Meno riesco a capire che questo avvenga oggi, nella fase più delicata dell’epidemia, quella che potrebbe preannunciare la seconda ondata. Vi leggo non solo uno scarico di energie inusitate, legate alla età, ma anche un dose pazzesca, oltre i limiti, di egoismo sociale. Perché nei mucchi di ragazze e ragazzi che si fanno e si disfano in ogni dove, non c’è solo un rischio per sé, ma soprattutto per gli altri, mettendo in conto la possibilità di divenire un micidiale veicolo di contagio.

È proprio questo egoismo sociale in dose così massiccia che mi lascia turbato. Dicevo che i giovani sono il principale motore di cambiamento. Ma questo accade se si scrollano di dosso quell’egoismo, se rompono il guscio e si volgono al mondo intero come al proprio effettivo ambito di azione. Non si cambia nulla se si è ritorti su se stessi, se la prospettiva è minimale, se l’energia è indirizzata solo al proprio godimento personale.

Per cambiare le cose serve un altro sguardo, un’altra disposizione, altro carattere e altra sensibilità. Serve già un po’ essere donne e uomini, non solo ragazzini allo sbaraglio. Poi, certo, se il mondo va bene così com’è, allora è un’altra musica. Tenetevelo stretto, con tutto il suo carico di ingiustizie e di sofferenza (non solo altrui ma vostra, anche se faticate a concepirne il senso), e gettatevi nella mischia senza ritegno. Buone vacanze.

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