Autore originale del testo: Giovanni La Torre
Fonte: i gessetti di Sylos
Fonte: i gessetti di Sylos
Quirinale: attenzione a un nome che non viene pronunciato.
In una conversazione con degli amici sul “toto Quirinale” è emerso un nome che non fa parte dei papabili secondo i giornali e che lì per lì non convinceva neanche il sottoscritto circa le chances reali, ma dopo qualche giorno sono giunto alla conclusione che potrebbe avere buone probabilità di spuntarla. Prima di indicarlo e dire i suoi punti di forza, lasciatemi indicare i punti di debolezza degli altri candidati oggi più quotati, al di là delle dichiarazioni “ufficiali” dei partiti.
Il primo è Mario Draghi, il quale ha contro di sé non solo la scarsa esperienza politica e istituzionale, ma anche i troppo forti legami con la finanza internazionale: rischieremmo di essere pilotati dalla Goldman Sachs. Dopo viene Pier Ferdinando Casini, il quale ha come controindicazione la relativa giovane età per quella carica e il fatto di essere troppo “scafato” politicamente: non dimentichiamo che già a trent’anni faceva l’insabbiatore nella Commissione Parlamentare sulla strage di Ustica. Giuliano Amato si scontra con il suo passato di protagonista della Prima Repubblica, oltre tutto nel partito maggior protagonista di tangentopoli. Inoltre i nostalgici di Craxi, sparsi in diversi partiti, non gli darebbero il voto in quanto considerato un “traditore”. La Cartabia è del tutto insignificante, mentre maggiori chances avrebbe invece Paolo Gentiloni, se non fosse che anche lui è troppo giovane per la carica. Veniamo allora alle possibilità più concrete, scartando in partenza l’ipotesi Berlusconi in quanto rappresenterebbe la morte definitiva della democrazia italiana e ci farebbe diventare lo zimbello del mondo intero.
L’ipotesi che tutto il mondo politico preferirebbe resta quella della rielezione di Mattarella, ma se il rifiuto dell’interessato dovesse permanere ecco che alla fine potrebbe spuntare quel nome cui mi riferivo all’inizio: Luciano Violante. Preciso che non rappresenta affatto il mio candidato ideale, perché lo reputo un po’ ruffiano, ma ha dalla sua diversi atout.
Intanto nell’alternanza tra cattolici e laici in quella carica, ora il posto spetterebbe ai secondi, quindi non dovrebbero mancargli i voti della sinistra. Ma l’atout più importante sta in quello che disse nel 1996 nel suo discorso di insediamento a Presidente della Camera dei Deputati quando dedicò un pensiero ai “ragazzi di Salò”, mettendoli sullo stesso piano dei giovani che si diedero alla Resistenza, tesi aberrante ma che oggi gli assicurerebbe i voti di Fratelli d’Italia e dei tanti nostalgici sparsi nei partiti.
Allora, ecco che avrebbe un significato, e conterrebbe un “messaggio”, il riferimento della Meloni a un “patriota”, cioè a una figura che si è mostrata essere equidistante tra Resistenza e Repubblica di Salò e che ha attribuito “buona fede” a quei giovani che avevano creduto nel fascismo (pochi giorni fa la stessa Meloni ha anche precisato che non necessariamente il nuovo Presidente della Repubblica debba appartenere al Centrodestra).
Infine non va trascurato neanche il fatto che spesso Violante è intervenuto per bacchettare i magistrati e il “giustizialismo”, e questo potrebbe fargli giungere i voti di Forza Italia.
Meditate gente, meditate.


