Fonte: Il Fatto Quotidiano
Rdc diventa Mia, Chiara Saraceno: “Un pasticcio per spendere meno. Il Nord penalizzato”
LA SOCIOLOGA – “Prevale l’intento punitivo. È un compromesso tra quello che avrebbero voluto fare – togliere del tutto il sussidio agli occupabili – e il dato di realtà che impone di tenerlo. Siamo l’unico Paese Ue a muoversi in questa direzione. La Lega sa che colpirà di più i poveri del Settentrione?”
“Ci sono molti punti ancora oscuri, quelli diffusi ieri però bastano a capire che siamo di fronte a una riforma pasticciata e peggiorativa”. Chiara Saraceno, sociologa tra i massimi esperti italiani di politiche di contrasto alla povertà, boccia la nuova Misura sull’inclusione attiva che dovrebbe sostituire il Reddito di cittadinanza.
Cosa non la convince?
Prevale l’intento punitivo verso i poveri e persistono elementi controversi o inspiegabili.
Iniziamo con l’intento punitivo.
Come giudicare il taglio del 30% del sussidio ai percettori “occupabili”? Non condivido l’idea di ridurre la durata del beneficio, ma almeno, nella loro ottica, ha l’obiettivo di spingere il percettore a trovare un lavoro. Ma perché ridurgli anche l’importo? Un povero occupabile ha gli stessi bisogni materiali di uno con a casa un minore, un anziano o un disabile. L’unica spiegazione è che lo si voglia prendere, per così dire, “per fame”: affamare i poveri per spingerli a trovarsi un lavoro. Non voglio crederci.
Cos’altro non la convince?
L’insistenza stessa sul criterio degli “occupabili” per dividere la platea dei beneficiari, una classificazione che non esiste in nessun altro Paese europeo ed è in contrasto con la recente proposta di raccomandazione Ue, firmata anche dall’Italia, che non fa distinzione tra occupabili e non. Non è chiaro poi se il criterio sarà su base familiare o individuale.
A quale intento risponde questa riforma?
Al momento mi pare soprattutto quello di risparmiare: ridurre l’importo, la durata e la soglia del tetto Isee restringerà di molto la platea e quindi la spesa totale. C’è però un effetto paradossale che non sembrano nemmeno aver considerato.
Quale?
Ridurre il tetto Isee penalizzerà soprattutto i poveri del Nord, che secondo alcuni sono già penalizzati dal disegno del Rdc. Una delle critiche mosse al Reddito in questi anni è che usa la stessa soglia massima in tutto il Paese senza tener conto del diverso costo della vita. Non l’ho mai condivisa perché semplicistica: a Milano, per dire, la vita può essere molto costosa, ma non altrettanto in un paese della Brianza poco distante. Anche prendendola per buona, però, la realtà è che i poveri del Nord ora saranno ancora più penalizzati. La Lega lo ha capito?
Altra modifica: le proposte di lavoro “congrue” da accettare, pena la perdita dell’assegno, vengono ridotte a una e con criteri più stringenti.
Anche qui senza criteri logici: già è difficile valutare la “congruità” di un’offerta di lavoro, ora la riforma considera tale un’offerta se nella provincia o in quella limitrofa, ma possono essere distanze anche molto grandi da percorrere.
Qualche elemento positivo ci sarà.
Innanzitutto che hanno accettato di non poter eliminare del tutto la misura, come era nelle loro intenzioni iniziali dichiarate e di voler investire nelle politiche attive dopo aver perso tempo. Positiva è anche la possibilità di cumulare l’assegno con un reddito da lavoro per tutti – e non solo per gli stagionali, come aveva stabilito la legge di Bilancio – e la riduzione del criterio della residenza da 10 a 5 anni, che escludeva molti stranieri. Quest’ultima, però, serve a evitare la procedura d’infrazione europea. Non è detto basti: Bruxelles, per esempio, sull’assegno unico ha chiesto di portare l’obbligo di residenza a 2 anni. Nonostante le indiscrezioni, invece, la scala di equivalenza – che oggi penalizza i nuclei più numerosi – non viene migliorata, almeno stando alle bozze circolate.
Che giudizio dà quindi nel complesso?
È una riforma pasticciata, un compromesso tra quello che avrebbero voluto fare – togliere del tutto il sussidio agli occupabili – e il dato di realtà che impone di tenerlo. E così si sono inventati un taglio condito da vincoli un po’ assurdi. Siamo l’unico Paese Ue a muoversi in questa direzione.


