Autore originale del testo: Alfredo Morganti
Referendum. Attenetevi al quesito, uscite dal ginepraio.
Voterò No. Rispetto il quesito che mi viene proposto, mi attengo a quanto è scritto sulla scheda e ai contenuti della legge costituzionale che andiamo a giudicare da liberi cittadini. Mi tengo quindi alla larga il più possibile dalle dietrologie, dalle letture tattiche, politiche, laterali che mi preannunciano scenari futuri. È una forma di igiene mentale ed elettorale quella a cui aspiro: fatemi giudicare il “taglio” dei parlamentari, concedetemi la libertà di attenermi al nocciolo duro del referendum, senza divagare e svolazzare qua e là. La libertà è un uccello, diceva Gaber. No, la libertà è stare qui, piantati, guardare responsabilmente la cosa, valutare l’alternativa che si ha di fronte e dire la propria.
Evito quindi di farmi contagiare dalle tante chiacchiere (che spesso sono di dileggio al Parlamento e ai parlamentari, che io invece adoro a priori, perché la democrazia rappresentativa è il bene più grande di un cittadino), mantengo un distanziamento, calzo pure la mascherina se serve, pur di concentrarmi sul quesito e rispettare così il referendum e la Costituzione. Dico a tutti: votate con gli occhi ben stampati alla scheda, fate il vuoto attorno, cercate il silenzio, pronunciate un Om e poi mettete la crocetta. D’altronde, quando votate alle politiche non fate altrettanto? Oppure vi fate traviare da considerazioni laterali che vanno oltre il vostro convincimento puntuale e ideale?
Il buon voto è quello libero da considerazioni che ne limitino l’esercizio. Se pensate che 1000 parlamentari sono troppi perché alcuni sarebbero necessariamente dei manigoldi, o perché ritenete che il taglio della rappresentanza sia una forma di “razionalizzazione”, votate Sì. Se pensate invece che la rappresentanza non vada ridotta, soprattutto in assenza di “compensazioni” ossia di una riforma organica attuale che ci tuteli, allora votate No. È semplice, nonostante la caciara attorno a questo referendum renda tutto più complicato e spinga molti a votare secondo ragioni laterali, pro o contro il governo, pro o contro i 5 stelle, per vendetta politica, per antipatia, oppure (peggio) per semplice renzismo d’accatto.
Appendere un referendum costituzionale alla politica oppure la politica a un referendum sulla rappresentanza è pericoloso per tutti. Guardate che fine ha fatto Renzi, per dire. Attenersi al quesito è il modo migliore per uscire dal ginepraio delle cattive intenzioni politiche altrui e sentirsi liberi in scienza e coscienza. A parer mio, ovviamente, e nel rispetto dell’opinione altrui.


