Mario Sconcerti per il “Corriere della Sera“
L’Inter è in testa a un gruppo di tre squadre molto diverse. L’Inter è la migliore perché ha perso una sola partita, ma se guardiamo gli angoli della classifica, capiamo che tra Inter e Atalanta c’è una differenza minima, un punto in quindici partite.
Aveva molti assenti, ma quando Cutrone ha segnato il suo gol avventuroso, in campo erano tornati i titolari. Una cosa alla vigilia di Natale è certa: non va dato troppo conto di come una squadra gioca, sono tutte in apnea. Contano oggi solo i risultati. Non è per esempio comprensibile cosa significhi per l’Inter giocare contro il Cagliari che ha trenta punti in meno. Sembra tutto facile ma non è scontato.
Molto importante il ritorno di Lautaro dopo otto partite in cui aveva segnato un solo gol su azione, e la differenza portata da Calhanoglu. Hanno aiutato nel tempo morto i sei rigori quasi consecutivi, l’Inter è quella che ne ha avuti di più, ma il dato è statistico, inevitabile da notare e per questo non polemico.
Manca ancora la squadra di riferimento. L’Inter è una tentazione, ma l’Atalanta, da quando è entrata in campionato, cioè all’ottava partita, ha fatto tre punti in più.
L’impressione è che l’Inter abbia una rosa più celebre dell’Atalanta, ma meno efficace. Comunque siamo tutti qui per imparare, nessuno ha certezze. Di sicuro l’Atalanta ha passato ieri l’ostacolo più alto.
Gasperini e Inzaghi non sono raffinati ma sono uomini di calcio astuti. Continueranno a dare sorprese. Un piccolo consiglio per l’uso del campionato dei prossimi mesi è non fidarsi del rumore mediatico, che favorirà le più famose. Guardate i numeri e giudicate da soli.









