Sempre a proposito di articolo 18

per Gian Franco Ferraris
Autore originale del testo: Gianpiero Cassina
Fonte: facebook

di Gianpiero Cassina – 3 ottobre 2014

I licenziamenti disciplinari sono stati nel primo semestre di quest’anno 8500, più numerosi di quelli economici. Tutto sommato in ogni caso un numero esiguo. Solo un problema ideologico? Per niente: per il fatto che l’art. 18 rende gravoso per il datore di lavoro il licenziamento senza giusta causa e ne rappresenta un deterrente. In caso il Giudice ordini il reintegro, il datore di lavoro dovrà pagare un forte indennizzo al lavoratore in cambio dell’accettazione a lasciare il posto di lavoro (Penale del resto prevista e milionaria per il licenziamento dei manager!). Abolire l’art. 18 limitatamente ai nuovi contratti rischia del resto di essere anticostituzionale. Nell’eventuale modifica dell’art. 18, cosa che io non auspico, se non si vuole sbilanciare il sistema dei diritti a sfavore del lavoro, è necessario mantenere forti elementi di deterrenza contro il licenziamento ingiusto per renderlo comunque gravoso e inconveniente per l’imprenditore: non solo penali economiche ma anche la possibilità di rivalsa economica dello Stato (che per quel disoccupato ingiustamente licenziato dovrà mettere in atto provvedimenti di sostegno del reddito).
Quanto all’obbligo di reintegro per motivi discriminatori (fuori discussione perché previsto dal codice civile), andranno esplicitamente previsti quelli politico-sindacali.

Quanto a Renzi: la smetta con gli atteggiamenti strafottenti, le affermazioni meramente assertive e gli slogan destinati al popolo (di uomini della Provvidenza nei abbiamo già visti troppi nel Belpaese). Assuma i toni misurati e riflessivi dello statista, altrimenti finirà con il rendersi insopportabile, anche quando ha qualche ragione.

cassina

Renzi nelle scelte politiche, certamente non nello stile (altra biochimica cerebrale!), sta seguendo le orme di D(al)emonio: l’accordo con Berlusconi (certo quando rappresentava la maggioranza degli elettori e non quando ormai era alla corde e in Parlamento), le critiche al sistema giudiziario e il rifiuto del giustizialismo (quanti ex giustizialisti non si scandalizzano degli accordi con Berlusconi e Verdini!), le critiche alla CGIL (certo da un punto di vista e con toni che non erano quelli della destra). Rottamazione di un maestro?

 cassi

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