Autore originale del testo: Alfredo Morganti
Gino Strada, muore un giusto
Il giorno che muore Gino Strada i talebani sono a 50 km da Kabul, sancendo così, nei fatti, il carattere maligno e diabolico del conflitto che dal 2001 ha reso l’Afghanistan una specie di grande poligono dove spendere miliardi e miliardi di euro e di dollari (pubblici) in armi e strumenti di distruzione (di produzione privata). Ricordo come opinionisti, lobbisti e potentati economici sostennero quel conflitto, che nemmeno dovremmo definire inutile o dannoso, piuttosto utilissimo a ridistribuire risorse verso l’alto della piramide, a ingigantire le disuguaglianze, a costruire consenso a classi dirigenti nazionali e internazionali senza qualità. Dinanzi a tutto ciò la figura di Strada si staglia nettamente al di sopra delle tante atrocità e meschinità che questi decenni ci hanno propinato. Onore a lui.
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Una lurida guerra
1000 miliardi di dollari. Sono i soldi usciti dai bilanci pubblici per essere riversati nel poligono militare denominato Afghanistan. Soldi prodotti dal lavoro, dai sacrifici quotidiani, dalla tassazione, che avremmo dovuto utilizzare per la sanità, la scuola, il benessere sociale, gli anziani, le relazioni umane, e che invece sono serviti all’acquisto di armi e strumenti di distruzione, per finanziare gli eserciti, per pagare i mercenari, per uccidere circa 240.000 persone, per sfollare 5 milioni di donne e uomini dalle loro case, e per togliere la speranza a tutti.
Questa guerra è stata una follia lucida, figlia legittima di decenni in cui i ricchi sono diventati più ricchi anche grazie a conflitti armati come questi. Adesso ci vorrebbe una specie di Norimberga che chiarisca tutte le responsabilità, e che elenchi la lunga serie di opinionisti, lobbisti, potenti, governanti senza qualità, che quella guerra l’hanno voluta, finanziata col denaro pubblico e sostenuta con la propaganda. Hanno 240.000 morti sulla coscienza e tanta inutile sofferenza inflitta a popolazioni inermi. Oggi che tornano i talebani a Kabul appare evidente il teatrino occidentale, il cui fine era solo spillare miliardi all’erario per dirottarli sui conti riservati dei potenti. Eccoli i veri padroni della guerra, altro che. Ora è palese.


