Fonte: Lucia Del Grosso
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di Lucia Del Grosso – 6 settembre 2015
Sommessamente, perché io ai “resistenti” nel PD voglio bene: ho resistito pure io parecchio.
I resistenti sarebbero, per capirci, quel popolo di cui parla Bersani, gente che prova “disagio” a militare nel PD. A parte che la parola “disagio” è un eufemismo, dato che molti si esprimono sul PD in termini ancora più virulenti di quanto faccia io, che ne sono uscita sconsolata, quello che mi preme sapere è quale percorso politico immaginano. Perché in un partito normalmente si sta senza provare imbarazzo. Ma voglio ammettere anche una permanenza con il mal di pancia, purché però si intraveda il percorso per arrivare alla fine del tunnel.
Quale sarebbe questo percorso? Io non lo intravedo neanche lontanamente, ma sono pronta a ricredermi se qualcuno mi dirà come conta di sciogliere i seguenti nodi:
1) l’ipotesi è quella di riconquistare il partito nel 2017, quando si svolgerà il congresso? Ammesso e non concesso che il progetto riesca, poi? Il partito è una casamatta? E’ una postazione bellica su cui piazzare la bandierina? O è una comunità di donne e uomini con una cultura, riferimenti sociali, aspettative da tradurre in linea politica?
2) E com’è il profilo del popolo del PD che maggioranza e minoranza attuali si contenderanno al prossimo congresso? Ne esistono almeno due: quello che accoglie numeroso e caloroso Bersani alla Festa de L’Unità e quello che si eccita alle sboronate di Renzi. A me sembrano due popoli non solo diversi, ma inconciliabili.
3) Facciamo questo esercizio di immaginazione: è ottobre 2017 e si stanno svolgendo le primarie tra il campione uscente Renzi e lo sfidante boh, facciamo Speranza? Più un outsider, tanto per non farci mancare niente. Siamo sotto il cielo: vince Speranzahahahahah. Perché, voi riuscite a rimanere seri? Pensate che le truppe cammellate azzurre, verdiniane, sciolte civiche assalteranno i gazebo per votare Speranza o chi per lui?
4) Ah, ho capito, il vostro asso nella manica è cambiare le regole delle primarie. E come no! Basta presentare una mozione in direzione. Che, vi ricordo, è quasi totalmente renziana o similrenziana. Lasciamo perdere.
5) Ma sono partita dalla premessa che l’attuale minoranza vincerà il congresso e la manterrò. Come conta di entrare in “connessione sentimentale” con l’altro popolo, quello che applaude Renzi insieme a Marchionne a Cernobbio? Quel popolo orgoglioso dei “fatti” di Renzi dopo 20 anni di “quegli altri”? Quel popolo entusiasta di immani porcherie come l’Italicum, il Jobs Act, la riforma della scuola e le genialate che saranno messe in cantiere nei prossimi 2 anni (ci potete scommettere)?
6) E quindi veniamo al punto: l’attuale minoranza sta contendendo a Renzi questa maionese impazzita di ultraliberisti e antiliberisti, conservatori e progressisti, individualisti e solidaristi? Per attuare quale programma, di grazia?
7) Sicuri che il popolo attratto da Renzi resterà nel PD? E per trattenerlo gli direte che quello che è stato è stato e le mirabolanti riforme di Renzi non saranno toccate? Quindi contate di governare l’Italia con l’impianto che nel frattempo le avrà dato Renzi, Italicum, Jobs Act, riforma della scuola e annessi e connessi? O si fa solo qualche ritocchino?
8) In alternativa, contate di abrogare o correggere i capolavori di Renzi? Non credo ci siano altri casi nella storia di partiti che riformano le proprie riforme di due anni prima. Poi però si chiama l’ambulanza, eh!
9) Ma torno di nuovo al punto della fisionomia del popolo del PD, poiché un partito è prima di tutto un popolo. Ma veramente pensate di ricucire la frattura tra le due o più culture che convivono come separati in casa e nemmeno serenamente, ma in lite continua? E come, con l’esortazione che rivolge una volta una maggioranza, una volta l’altra, ad accettare il responso delle primarie? Vi risulta che abbia funzionato negli ultimi anni?
10) E come faceva a funzionare quel patetico invito (non importa da chi rivolto) ad inchinarsi al responso dei gazebo che incoronano un leader (e consacrano la sua linea politica) senza un dibattito, una discussione partecipata per ricercare una sintesi? Che poi è anche questa la ragione per cui il PD non ha un popolo, ma bande che si fronteggiano su Facebook e Twitter: senza dibattito organizzato e nelle sedi proprie com’è possibile costruire una cultura comune?
11) Ma dare vita ad un nuovo soggetto politico che sciolga questi nodi, no, eh?



