Milano. Le chiuse dei navigli, progettate da Leonardo da Vinci, 1482

per Gian Franco Ferraris
Autore originale del testo: Marco Foroni
Fonte: facebook

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di Marco Foroni – 15 novembre 2014

Milano era come Venezia, con i suoi navigli navigabili, una rete efficace ed efficiente di comunicazioni. Nel 1457 Francesco Sforza affidò a Bertola da Novate la costruzione del Naviglio della Martesana. In soli 35 anni, dal 1439 al 1475, nel territorio milanese furono costruiti ben 90 chilometri di canali resi navigabili dalla presenza di 25 conche. Un primato che nessun’altra città potrà mai avvicinare. Con il “Sistema delle chiuse”, progettate da Leonardo da Vinci giunto a Milano nel 1482, in pieno Rinascimento, incaricato da Ludovico il Moro, si ovviò al problema del dislivello dei terreni e per rendere così possibile la navigazione. Nel 1457 Francesco Sforza affidò a Bertola da Novate la costruzione del Naviglio della Martesana. Nel 1805 Napoleone completò la costruzione del Naviglio pavese realizzando quello che per secoli fu il sogno dei milanesi: il mare si raggiungeva tramite il Naviglio di Pavia e il Po, il lago Maggiore tramite il Naviglio grande e il Ticino, il lago di Como tramite il naviglio della Martesana e l’Adda.

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Poi, con l’espansione urbanistica e l’arrivo delle automobili, pochi decenni fa, i navigli entrarono in abbandono; le loro acque furono utilizzate dalle industrie che li inquinarono. La fossa interna venne coperta tra il 1929 e il 1930, durante il periodo fascista. Decaddero lentamente tutti gli altri navigli. Gli ultimi ad andare in crisi furono quelli della Martesana e il Naviglio Grande. Molti navigli oggi sono sotterranei sotto le strade asfaltate e quando piove abbondantemente l’acqua fuoriesce dai tombini. E Milano si allaga. Non è solo sempre colpa dei cambiamenti climatici.

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