Nel decennio lungo

per Gabriella
Autore originale del testo: Ivano di Cerbo
Fonte: Il Manifesto
Url fonte: http://ilmanifesto.info/un-riformismo-per-lalternativa/

NEL DECENNIO LUNGO – di OSVALDO SANGUIGNI – ed. SLAVIA

di Ivano di Cerbo 

«Nel decennio lungo» di Osvaldo Sanguigni per le edizioni Slavia. Un’analisi dell’eclissi del berlusconismo favorita dal default economico globale. E delle possibili vie d’uscita dalla crisi.

Osvaldo San­gui­gni, che i let­tori de il mani­fe­sto ricor­dano come esperto poli­tico dei paesi del blocco dell’est, prima e dopo il crollo del muro di Ber­lino, con il suo ultimo libro Nel decen­nio lungo (edi­zione Sla­via, pp. 177) si pre­senta nella veste di attento osser­va­tore di quanto accade nel nostro paese, in par­ti­co­lare, di quanto è acca­duto tra il 2001–2013, il «decen­nio lungo» che ha visto Sil­vio Ber­lu­sconi al timone di «una nave senza rotta», impe­gnata ad «attra­ver­sare un immenso oceano scon­volto da cata­cli­smi eco­no­mici e sociali che hanno inve­stito il mondo e, quindi, l’Europa e l’Italia».

Nella sua ana­lisi, San­gui­gni assume la crisi economico-finanziaria glo­bale ini­ziata negli Usa nel 2008 come uno dei fat­tori deter­mi­nanti le dif­fi­coltà del nostro paese. Tesi fon­da­men­tali del suo libro e che il capi­ta­li­smo ha per­duto in maniera «defi­ni­tiva» la capa­cità di svi­lup­parsi armo­ni­ca­mente ed è entrato in uno stato di per­ma­nente insta­bi­lità, impo­nendo così all’umanità insop­por­ta­bili sacri­fici. Di fronte a que­sta situa­zione, anche le prin­ci­pali forze di oppo­si­zione, nel corso del «lungo decen­nio», hanno mostrato di essere prive di pro­get­tua­lità, di un’idea di alter­na­tiva al sistema attuale​.Il par­tito demo­cra­tico già quando era all’opposizione ha dato l’impressione «di voler can­cel­lare del tutto dal suo cuore e dalle menti dei pro­pri iscritti ed elet­tori ogni pen­siero di alter­na­tiva». Ora che è al governo adotta una poli­tica in netta con­ti­nuità con il pas­sato, in par­ti­co­lare con il ber­lu­sco­ni­smo, essen­zial­mente redistributiva.

Riper­cor­rendo il «decen­nio lungo», l’autore evi­den­zia le tre grandi emer­genze dell’Italia: un’emergenza eco­no­mica e sociale legata al declino e all’incapacità dei governi, com­preso quello Renzi, di risol­vere la crisi eco­no­mica; un’emergenza demo­cra­tica con­nessa ai ten­ta­tivi auto­ri­tari di Ber­lu­sconi ma non solo; un’emergenza poli­tica aggra­vata dalla com­parsa dell’antipolitica e dalla que­stione morale. Que­ste tre emer­genze hanno costi­tuito insieme il ter­reno fer­tile per la nascita di forti movi­menti di pro­te­sta e di lotta, che hanno dato vita nel 2011 a quella che l’autore defi­ni­sce «rivo­lu­zione dolce», le cui aspi­ra­zioni di rin­no­va­mento radi­cale sono state tra­dite dai governi delle lar­ghe intese.

Nella post­fa­zione, l’autore affronta temi che dovreb­bero essere oggetto di grande dibat­tito nella sini­stra, anche di fronte a un nuovo Pd che sem­bra allon­ta­narsi da essa. Temi come quelli del declino, del supe­ra­mento delle disu­gua­glianze, dell’ampliamento della demo­cra­zia, della riforma della poli­tica, del con­se­gui­mento della piena occu­pa­zione e della cre­scita eco­no­mica legata a un diverso modello di svi­luppo e a una diversa com­po­si­zione dei con­sumi. In par­ti­co­lare, si domanda se com­pito della sini­stra sia quello di bat­tersi per il supe­ra­mento del capi­ta­li­smo oppure per il suo per­fe­zio­na­mento. A suo giu­di­zio, oggi non esi­stono le con­di­zioni ogget­tive per il supe­ra­mento del capi­ta­li­smo, poi­chè «lo stesso incru­di­mento della lotta di classe che, qua e là, si mani­fe­sta nel mondo, ancora non fa emer­gere forze sociali e poli­ti­che in grado di inter­pre­tare giu­sta­mente la nuova situa­zione del capi­ta­li­smo e di porre come attuale la que­stione del suo supe­ra­mento». Per que­sto egli pro­pone come pos­si­bile pro­gramma minimo rifor­mi­sta, capace di aiu­tare il movi­mento di ricerca dell’alternativa, quanto scritto da Ros­sana Ros­sanda su il mani­fe­sto del 13 dicem­bre 2011: «col­pire la finanza con una tas­sa­zione forte, col­pire gli alti patri­moni, rein­tro­durre il con­trollo dei capi­tali in dire­zione oppo­sta alla for­mula tede­sca, ridare fiato agli orga­ni­smi comu­ni­tari, ricon­durre la Bce a quelli che dovreb­bero essere i suoi fini». L’autore, infine, sem­bra non scar­tare per il nostro paese l’ipotesi di una società in cui ele­menti di socia­li­smo si fon­dano in modo ori­gi­nale con ele­menti di capitalismo.

Babelezon bookstore leggi che ti passa

Articoli correlati

Lascia un commento

Questo sito utilizza Akismet per ridurre lo spam. Scopri come vengono elaborati i dati derivati dai commenti.