Fonte: Lucia Del Grosso
Url fonte: http://www.luciadelgrosso.it/?p=1237
di Lucia Del Grosso – 4 febbraio 2015
Tutte le testate titolano sulla rottura del Patto del Nazareno. Eccerto, riprendono le dichiarazioni di Toti (“Per noi il Patto del Nazareno è rotto”), di Orfini (“Senza FI diventa più facile fare riforme”), della Serracchiani (“Meglio così”), ecc. ecc.
E’ divertentissimo. Cioè un accordo che ha premesso di avviare lo stravolgimento della Costituzione e la quasi approvazione, salvo un miracolo, della legge elettorale più grottesca dell’Occidente viene liquidato con battute goliardiche.
E senza sottolineare che la maggioranza risicata al Senato imporrebbe a Renzi di stravolgere completamente il suo modus operandi, cioè dovrebbe imparare a rispettare la dialettica interna del partito, mediare con gli alleati, restituire un ruolo al Parlamento, dato che non lo potrebbe più umiliare ponendo un giorno sì e l’altro pure la questione di fiducia senza rischiare di andare sotto, come si dice in gergo parlamentare.
Dopo un terremoto del genere uno si aspetta di vedere qualche segno di tensione e apprensione sulla faccia di Renzi. E invece ha la solita faccia, quella che si ostina a non coprire con i boxer.
Perché? Perché, a dispetto delle dietrologie sul Patto del Nazareno, che qualcuno ipotizzava addirittura scritto e asseverato, si tratta di un accordo che è, a proposito di indumenti intimi, come la molla delle mutande.
Prevedeva un Presidente della Repubblica condiviso? Ma sicuramente sì. E infatti perché Renzi all’inizio era orientato a tirare fuori il nome solo prima della quarta votazione? Perché era in attesa dell’accordo con Berlusconi, il cui apporto di voti bastava ed avanzava con il quorum abbassato.
Poi però è stato necessario bruciare sul tempo qualche candidatura sgradita, per la precisione quella di Prodi, che avrebbe potuto coagulare sul suo nome un po’ di voti già dalla prima votazione: sinistra PD, SEL e chissà un po’ di grillini. Gran casino! E poi come faceva Renzi a non accodarsi alla cordata prodiana? Sarebbe stato un po’ come mettere la firma sulla vergogna dei 101.
E allora perché non accettare il suggerimento del probo Bersani, che gli ha proposto una candidatura con la quale avrebbe rimediato un figurone? Una tiratina alla molla delle mutande, con buona pace di Berlusconi, tanto le mutande sono larghe e non c’è dentro solo il Colle.
Sono mutande larghe, ci sono dentro interessi patrimoniali del padrone dell’altra “ditta”, del suo (di Renzi o di Berlusconi fate voi, è indifferente) compare Verdini, ci sono le aspettative di un blocco sociale di riferimento che ormai è lo stesso per FI e PD, c’è la depenalizzazione del 3% dei reati fiscali che interessa a Berlusconi e a parecchia altra fauna dell’estabilishment economico, c’è da continuare la flessibilizzazione del mercato del lavoro, lo Jobs Act è solo l’inizio, c’è troppa roba per non continuare come e più di prima.
E infatti Toti si è affrettato ad aggiungere al roboante annuncio della rottura del Patto del Nazareno la più morbida dichiarazione che l’opposizione sarà responsabile. Il che significa che questo senso di responsabilità sarà recuperato ogni volta che si marcerà nel perimetro del Patto, che è abbastanza largo.
Pazienza, si ridarà un’altra strizzatina alla molla delle mutande, questa volta con buona pace della sinistra PD.



2 commenti
domanda stupida al PD: se ora che è rotto il patto il cammino delle riforme è più facile, perché è stato siglato?Tanto rumor per nulla? Ed è sensato chieder:i quali riforme sono possibili?
Il gruppo dirigente del PD si occupa di occupare il Palazzo nella migliore tradizione politica italiana “il trasformismo”, l’importante è lodare Renzi come nella ode a Renzi “Dice e disdice. Lodalo sempre, sarà felice.”