Varoufakis rivisto da via Solferino

per Gian Franco Ferraris
Autore originale del testo: Dimitri Deliolanes
Fonte: Il Manifesto
Url fonte: http://ilmanifesto.info/varoufakis-rivisto-da-via-solferino/

di  Dimitri Deliolanes,

È sem­pre istrut­tivo leg­gere il Cor­riere della Sera. Spe­cial­mente per chi, come me, non cono­sce il tede­sco, la sua let­tura quo­ti­diana è indi­spen­sa­bile per com­pren­dere cosa pensa e soprat­tutto cosa pia­ni­fica il governo di Berlino.

Lunedì, per esem­pio, con un pro­clama a tutta pagina, il gior­nale di via Sol­fe­rino ha defi­nito con grande chia­rezza la stra­te­gia dell’eurozona verso la Gre­cia, col­pe­vole «di volere un regime change non solo in Gre­cia ma anche nel resto d’Europa, cioè l’abbandono delle poli­ti­che che 18 mem­bri dell’eurozona su 19 sostengono».

Que­sta poli­tica di Ale­xis Tsi­pras, con­ti­nua il Cor­riere, irrita «non solo la Ger­ma­nia ma anche Irlanda, Por­to­gallo e Spa­gna che gli impe­gni presi in Europa li hanno rispet­tati e li stanno rispet­tando e quei paesi dell’Est euro­peo che sono più poveri (pro capite) della Gre­cia e non vor­reb­bero met­tere a rischio il denaro dei loro cit­ta­dini su pro­getti di aiuto non solidi».

Cosa capiamo? Che l’Europa e l’eurozona sono come sono e già l’ipotesi di un cam­bia­mento pro­voca “irri­ta­zione”. Spe­cial­mente quando si ha a che fare con Varou­fa­kis, con cui «la chi­mica non fun­ziona», visto che insi­ste nelle riu­nioni «a fare l’economista e non il politico»

In parole povere, non c’è spa­zio per cam­bia­menti. O si torna alla vec­chia poli­tica di auste­rità, che ha por­tato il debito greco allo 176% del Pil, oppure biso­gna tro­vare una maniera o l’altra per cac­ciare gli “irri­tanti” indisciplinati.

Infatti lunedì Schäu­ble non ha perso l’occasione di attac­care dura­mente Varou­fa­kis durante la breve riu­nione dell’eurogruppo per­ché Atene ha osato depo­si­tare il pro­getto di legge per andare incon­tro alle circa 400 mila fami­glie senza alcun red­dito, con la gra­vis­sima accusa di aver agito in maniera “unilaterale”.

Ecco di nuovo quindi la minac­cia del gre­xit (l’espulsione della Gre­cia dall’euro).

Tanto più che lo stesso Cor­riere della Sera dome­nica è incorso in un infor­tu­nio gior­na­li­stico non grave ma indi­ca­tivo della men­ta­lità che ispira l’informazione di via Solferino.

In un’intervista a tutta pagina, a Varou­fa­kis è stata posta la domanda di cosa avrebbe fatto Atene nel caso il suo pro­gramma di svi­luppo avesse rice­vuto rispo­ste nega­tive. Il mini­stro ha rispo­sto: «Non siamo attac­cati alle pol­trone. Pos­siamo tor­nare alle ele­zioni. Con­vo­care un refe­ren­dum». Tanto è bastato al gior­na­li­sta per inter­pre­tare il pen­siero del mini­stro e aggiun­gere, di suo, tra paren­tesi: «(sull’euro ndr)».

Ma non era que­sto che inten­deva Varou­fa­kis: come ha spe­ci­fi­cato egli stesso a inter­vi­sta pub­bli­cata, l’eventuale refe­ren­dum avrebbe riguar­dato le nuove misure di auste­rità accolte dal pre­ce­dente governo e tut­tora pro­po­ste in maniera pres­sante da Schäuble.

Un refe­ren­dum sull’euro lo aveva pro­po­sto alla fine nel 2011 l’allora pre­mier George Papan­dreou, pron­ta­mente rim­piaz­zato dal tec­no­crate Papa­de­mos. Anche ieri, dovendo spie­gare di non aver posto la domanda diret­ta­mente a Varou­fa­kis, lo stesso gior­na­li­sta ci informa che comun­que «ogni refe­ren­dum indetto in Gre­cia come rea­zione a un no di Bru­xel­les sarebbe un refe­ren­dum su euro sì/ euro no».

In altre parole, se l’elettore greco ritiene di rispon­dere di no alla domanda «volete voi nuovi tagli a pen­sioni e sti­pendi», auto­ma­ti­ca­mente si col­loca tra i nemici dell’euro, insieme con Sal­vini e Beppe Grillo.

Che senso ha tutto que­sto? Nessuno.

E’ pura guerra media­tica, un ten­ta­tivo di ter­ro­riz­zare l’opinione pub­blica: la via dell’austerità è un dogma immodificabile.

Atten­zione però. La minac­cia di un’espulsione della Gre­cia dall’euro è un bluff sco­perto. Non solo la tem­pe­sta finan­zia­ria tra­vol­gerà tutta l’eurozona, Ger­ma­nia com­presa, ma la stessa desta­bi­liz­za­zione della Gre­cia com­porta gran­dis­simi rischi: lo ha affer­mato per primo il mini­stro degli Esteri Nikos Kotzias e lo ha ripe­tuto ieri quello della Difesa Panos Kam­me­nos. Il crollo dell’ultimo baluardo euro­peo (in senso buono) nel Medi­ter­ra­neo orien­tale avrà seris­sime con­se­guenze sulla sta­bi­lità di tutta l’Europa.

Ci pen­sino bene a Ber­lino (e anche i loro amici in Ita­lia). Con­viene cam­biare registro.

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