Fonte: La Repubblica
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di Vera Schiavazzi 03 marzo 2015
Dalle forme della democrazia (o Post Democrazia, come il titolo del libro di Colin Crouch) al cambiamento climatico, dalle generazioni ai diritti del lavoro. È un programma fittissimo quello della quarta edizione della Biennale Democrazia, a Torino dal 25 al 29 marzo. E per iniziarlo, il 25, ci sarà la lezione di Claudio Magris sull’Europa della Cultura e la prima assoluta di Thyssen Opera Sonora, di e con il direttore di Repubblica Ezio Mauro. Uno spettacolo tratto dal racconto giornalistico di quella tragedia, sette operai morti bruciati, che con la regia di Pietro Babina e le voci di due attori, Umberto Orsini e Alba Rohrwacher, porterà in scena la ferita delle famiglie, della città e dell’intero Paese.
Anche il tema della migrazione, del passaggio globale di esseri umani e merci, sarà al centro non solo dei dibattiti ma anche di una mostra di Eva Leitolf e Victor Lòpez Gonzàlez. Di un Europa non più al centro del mondo parlerà invece Luciano Canfora, mentre il presidente della Biennale, Gustavo Zagrebelsky, ha scelto come primo intervento nella rassegna quello del passaggio tra generazioni, per sottolineare l’emarginazione degli esseri umani “non utili”: vecchi e bambini. Per Zagrebelsky, «il plebiscito quotidiano dei mercati sembra essere oggi la forma principale di condizionamento, quella che ha tolto forza anche ai governi nazionali e che fa diventare fatalisti i cittadini che dovrebbero passare a una nuova sponda».
Tra i discorsi della Biennale, poi, il principio della Dignità, con Moni Ovadia, quello della terza società di chi non lavora, con Luca Ricolfi, la serie delle parole perdute, con Fedeltà a cura di Massimo Recalcati, le parole dei Beatles in All you need is Love con Federico Rampini, i confini del mercato con Colin Crouch. Il 27 marzo, le prospettive del papato di Francesco saranno discusse da Gian Enrico Rusconi e dal cardinale Angelo Scola con Gustavo Zagrebelsky. La questione dell’Eredità, cioè il rapporto con le generazioni precedenti, verrà dibattuta il 29 marzo da Chiara Saraceno e Benedetta Tobagi, mentre politica e religione nell’Islam verranno affrontati da Anna Maria Cossiga, Lorenzo Declich, Alberto Negri e Lucio Caracciolo. Per il sindaco di Torino Piero Fassino, Biennale Democrazia «è oggi tra i più importanti forum internazionali sui legami all’interno della società contemporanea, e si interroga sulle sfide tecnologiche e culturali, coinvolgendo le nuove generazioni a pensare con ottimismo al futuro». Anche perché, spiega il direttore organizzativo Angela Larotella, licei e università sono coinvolti per tutto l’anno nell’elaborazione di appuntamenti e programmi. Psicoanalisi, cibo, salute, calcio, sentimenti e grandi autori del passato come Primo Levi, insieme agli spazi dedicati al settantesimo della Liberazione e ai cent’anni dalla Prima guerra mondiale completano un programma che ha in tutto centoventotto protagonisti.


