Fonte: facebook
di Alfredo Morganti 15 maggio 2015
C’è poco da fare, il linguaggio ha una vena strutturale. Il suo sistema è fatto di ‘opposizioni’. Non si può concepire un senso (e prima ancora un fonema) se non in termini, appunto, oppositivi. Ecco, io non so se questo Renzi lo sappia, e se lo sappiano i suoi ‘partner’ di Proforma o i suoi consiglieri della comunicazione. E comunque, se anche non lo sapessero, conta poco. Il fatto che lui abbia evocato la sinistra ‘masochista’, apre uno spiraglio inevitabile sul suo opposto, ossia sulla sinistra ‘sadica’. Non c’è scampo: affinché si comprenda un significato, se ne deve porre e comprendere anche l’opposto: evocare improvvidamente l’esistenza dell’uno è la stessa cosa che evocare l’altro. Sennò, come diceva Wittgenstein, “su ciò di cui non si può parlare, si deve tacere”. E sarebbe stato meglio, diciamo.
Se la sinistra ‘masochista’ punta a farsi del male (e per Renzi il male non è altro se non la sconfitta), quella ‘sadica’ allora gioca per vincere e, quindi, per far male agli altri. Già questo la dice lunga sui recessi mentali del premier, sull’idea che comunque qualcuno debba farsi male alla fine, e che si lavori solo per quello in fondo. Ma ancor più la dice sul senso della ‘sua’ sinistra, su quello che significa per lui ‘sinistra’. Non basta. Io prendo alla lettera Renzi e quasi quasi dico che comprendo la sua idea e ne vedo anche gli effetti cioncreti. È vero: la sua è proprio una sinistra ‘sadica’, fa male e fa del male. ‘Rottama’. Fa terra bruciata di storia e tradizione. Svilisce i tratti culturali e le identità. Esercita una certa arroganza verso gli altri, è ‘maleducata’ anche se di successo (come scrive De Bortoli), è irrispettosa, pone ultimatum, aut aut, impone dead line, alza barriere, aggredisce, si crede il nuovo sale della terra e lui il nuovo Unto del Signore.
Facile constatare, allora, che i danni più grandi la sinistra ‘sadica’ li ha commessi verso di sé, imponendosi un pensiero di destra e ritenendo che grazie a questo pensiero la destra potesse essere battuta. Anche gli scemi sanno che, se sfami l’animale feroce con il suo stesso cibo, quello prima o poi ti scambia per il cibo medesimo. Direi, allora, che si tratta, in realtà, non di sadismo, ma di ‘autosadismo’. E definirei la sinistra renziana (o diversamente renziana che tenta di non disturbarlo) come ‘autosadica’. Se non che, se il linguaggio ha la natura strutturale di cui sopra, dire ‘autosadismo’ è come dire ‘masochismo’, in un curioso ribaltamento di prospettive. Per il quale i veri masochisti sono proprio quelli che io reputavo sadici. Perché? Perché inseguono la destra sul suo terreno e si impongono il cilicio di riforme sciocche, infelici, di riforme conservatrici (ecco l’ossimoro). E così preparano la vera sconfitta. Ma Cacciari, già molti decenni or sono, diceva che ‘riforma’ è, nella sostanza, ‘ri-formare’, ossia rimettere in forma, in un certo senso (dico io) ripristinare lo status quo, ristabilire il precedente equilibrio di potere. Che è proprio quel che fa la sinistra ‘sadica’ di Renzi (ma in realtà ‘masochista’!) quando sforna provvedimenti che certificano i poteri e gli equilibri attuali, venendo in soccorso del vincitore e di chi il potere già lo deteneva prima e gode di differenze sempre più a suo vantaggio. Fotografando, in breve, l’essere che c’è, e annunciando, meglio ancora, l’eterno ritorno dell’eguale. Ecco


