Fonte: Lucia Del Grosso
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di Lucia Del Grosso – 5 dicembre 2015
Lo so, sono una brutta persona e non dovrei infierire sui pochi tenaci militanti che non hanno ancora abbandonato il partito e oggi hanno sfidato il freddo per animare i banchetti del PD.
Ma le foto che ritraggono quei tristi presidi che tentano di sfidare l’indifferenza sono impietose, qualcuno prende il volantino damme-qua-che-al-primo-cestino-ce-lo-imbuco e quei pochi che si fermano lo fanno per dire: “Mi avete deluso, e chi vi vota più”. Fonte Repubblica, foglio non sospettabile di antirenzismo, mica impressione mia. E pure qualche contestazione, chiedete alla Boschi, che sperava di scamparla ad Ercolano ed invece il salvataggio del padre brucia pure lì, non solo ad Arezzo.
Ma l’ho detto che sono una brutta persona e non dimentico.
Non dimentico la surreale direzione del PD in cui Renzi impostò tutta la relazione invece che sulla politica sulla comunicazione, invece che sulla direzione da imprimere alla società italiana sulla narrazione allegra e festosa del suo premierato. Senza limiti e freni a questa sua fissa, fino a citare l’Isis, che poi è terribile per come sa allestire e rilanciare sul web gli spettacoli delle sue esecuzioni, secondo lui.
Poi però arriva il 13 novembre e quello non è stato un video, non so se adesso ha cambiato idea e almeno nell’intimo se lo confessa.
Ma poi è arrivato anche il Censis che ha disegnato un’Italia senza futuro, un Paese che ha qualche sporadico sprazzo di vitalità in un orizzonte piatto, che cresce dello zero virgola da anni perché non c’è una classe dirigente capace di dettare linee di sviluppo, casomai solo hashtag, ma l’ha detto il capo che è tutta questione di storytelling, lo sa anche l’Isis, eccheccazzo.
E poi arrivano anche i risparmiatori truffati dalle banche e coglionati dal governo, che vorrebbero sapere come mai loro devono accontentarsi della narrazione e il padre della Boschi no.
Quindi sono proprio una brutta persona se non desisto dall’infierire sui quei pochi militanti superstiti che si sono immolati in una fredda giornata d’inverno a raccontare non so quali balle, pardon, storytelling ai passanti frettolosi damme-qua-il-volantino-che-al-primo-cestino-ce-lo-imbuco o ai manifestanti con i cartelli sullo scandalo dei quattrini scippati dalle banche ai pensionati.
Ma io non dimentico e non perdono né chi ha trasformato un partito in un set cinematografico né chi glielo ha permesso.



