di Alfredo Morganti – 17 marzo 2016
Oggi Fini su ‘Repubblica’ spiega in termini chiarissimi quale debba essere, a suo giudizio, la politica di Forza Italia e del centrodestra moderato: chiusura ai lepenisti italiani, da una parte, e opposizione al governo Renzi, dall’altra, ma mai pregiudiziale, anzi: “non c’è bisogno di dire no a tutto” spiega. È una strategia ‘a specchio’ con quella renziana. Simmetrica. Due colonne d’Ercole moderate, che collaborano al centro nella gestione del Paese. Una al governo, una all’opposizione, ma senza farsi troppo del male, nel comune intento di tenere a bada le reciproche ‘ali’ e costruire, così, un futuro politicamente ‘moderato’, un futuro ‘tecnico’, un governo del ‘fare’.
Succede anche nel calcio. Dinanzi a una squadra più forte ci si mette ‘a specchio’. Quella difende a tre? Si fa lo stesso nel tentativo di neutralizzarla e strappare un risultato. Oggi il PD di Renzi è più forte del centrodestra moderato, tant’è che ne sta inglobando parti (Alfano, Verdini). Ma disponendosi ‘a specchio’, pensa Fini, c’è possibilità di riequilibrare qualcosa a breve. E comunque senza prospettare un futuro di scontri radicali, come fu, invece, quando c’erano l’Ulivo e il Polo. Due Partiti della Nazione, insomma, uno spizzato un po’ più in qua, e l’altro accomodato un po’ più in là. Ma pronti a gemellarsi in un patto segreto, uniti ma distinti. Ribaltando la vecchia formula togliattiana: “Diversità nell’unità”.
A dire il vero, questo Berlusconi lo aveva capito e praticato da tempo. Gli incontri al Nazareno degli esordi tra i due alfieri del Partito della Nazione (lui e Renzi, arbitro Verdini) questo testimoniavano: la voglia di creare una palude centrale, dove due soggetti distinti (ma uguali) piroettino facendo finta di darsi battaglia, ma concordando sulle cose essenziali. Poi è andata come è andata, con Verdini che si è spazientito di fare da sensale e si è messo in proprio con il più forte. Ma Fini non ha perso le speranze, ci conta ancora che i due Partiti della Nazione federati in gran segreto (di Pulcinella) possano aprire una fase nuova nella vita di questo Paese. Sicché oggi più che mai urge la sinistra.



