Variazioni montaliane sul caso Guidi

per Gian Franco Ferraris
Autore originale del testo: Alfredo Morganti,

di Alfredo Morganti – 1 aprile 2016

La vicenda Guidi è la prova provata che la politica oggi è tutta compressa e stipata in certe stanzette, al riparo da occhi indiscreti. E lì dentro fa e disfa secondo regole di convivenza e convenienza. Ai cittadini restano gli annunci, le menate, gli spottoni, le comparsate televisive, i frizzi e i lazzi. E poc’altro. È una politica formato ‘Patto del Nazareno’, quella cosa per cui due o tre persone si vedono, scompaiono in un ufficio, fanno e disfano appunto (non so con quale e quanta fiducia reciproca) e poi si salutano, senza che la stampa stipata fuori ne sappia nulla in concreto. Anche se è pur vero che quella stessa stampa e quegli stessi fotografi e redattori web e social, in fondo, non è che vogliano sapere granché, contentandosi anche solo di uno scatto, di una battuta, di un annuncio, di un gesto da avanspettacolo da parte dei protagonisti.

Poi accade che qualcuno (per incapacità, per pigrizia, per nonchalance, per impunità, per semplice dimenticanza o superficialità) lasci la porta dello stanzino aperta o socchiusa (basta anche solo uno spiffero, talvolta) e qualcosina di quel che si sta decidendo filtri fuori. Capita che qualcuno ascolti, anche perché ci sono inchieste in ballo, e il rischio di intercettazioni è sempre presente. Capita, insomma, che si sappiano cose che era meglio non si sapessero, cose che mettono in difficoltà i protagonisti. Di colpo, allora, quella stanzetta buia, dove si respira un’aria mefitica, si rischiara e alcune cose appaiono ben più evidenti anche alla casalinga di Voghera o al bracciante lucano, come si diceva una volta. Sono attimi di illuminazione, che rinfrescano la vita pubblica.

Ora mi chiedo: quanto cose passano per le carte di governo nelle sedute notturne, quanti emendamenti, quante decisioni sono prese a porte chiuse, mentre l’Italia è dormiente? Credo tantissime. Ma ce ne accorgiamo solo quando accade qualcosa, come direbbe Montale, quando l’anello non tiene, quando il nodo da disbrogliare appare palpabile. È come se quella cosa antica che si chiama democrazia (e dunque trasparenza, sovranità popolare, stanze aperte e ariose) tornasse a rifiorire. Sembra commentare il poeta ligure: e nel sole che vi investe, riviere, rifiorire. Sono rari attimi, ma importanti, direi vitali. Volti la testa e nell’aria di vetro vedi cose che gli altri, quelli che non si voltano, quelli della razza di chi rimane a terra, non possono vedere. E la politica persino assume una conformazione antica, ma dimenticata, di partecipazione. Spiragli che ci restituiscono un’eternità d’istante da serbare per il futuro. Speriamo prossimo.

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