di Alfredo Morganti – 25 ottobre 2016
Bersani è un ‘esperto di birra’. La foto di D’Alema invece va tolta perché “magari qualcuno ha mangiato”. Ecco il livello da comico da avanspettacolo (con tutto il rispetto) a cui il premier scende quando sente di giocarsi tutto, ma proprio tutto, nonostante ripeta che la vittoria del No non creerebbe alcuno sconquasso al Paese (e così sarebbe in effetti, a parte le sue eventuali dimissioni). Non meravigliamoci poi, se una giornalista rincorre lo stesso D’Alema con un piatto di agnolotti in mano. Non meravigliamoci se il livello della battaglia politica (che una volta era una cosa dura, ma nobile) oggi ha toccato il fondo. Se l’aspetto teatrale della politica sta prevalendo su quello civico e di servizio. Se si chiede di cambiare la Costituzione per ridurre il ‘numero dei politici’ e i costi della politica, per risparmiare sul Senato, e per tramutarlo in una sorta di dopolavoro ferroviario (anche qui, con tutto il rispetto).
Sento solo ripetere a iosa, come replicanti, che bisogna velocizzare i processi politici, rendere tutto più fluido, migliorare l’efficacia del Parlamento. E che la presunta ‘lentezza’ (in realtà c’è uno studio che dimostra come il Parlamento italiano ne fa anche troppe, di leggi) sia dovuta alla ‘perfezione’ del bicameralismo italiano. Ma se questo fosse davvero il punto, perché non studiare come gli altri hanno risolto il problema (per dire gli Stati Uniti) e farlo anche qui? Perché non eliminare la ‘navetta’ con una commissione interparlamentare che approverebbe il disegno di legge nel suo testo definitivo e senza tanti via vai? In realtà il punto è un altro, ed è quello di dare più potere a chi già comanda. Svalutare il ruolo delle istituzioni rappresentative. Modificare di fatto la forma di governo. Incardinando anche l’Italicum nell’operazione: se vince il ‘No’ la legge elettorale, peraltro, andrebbe necessariamente cambiata, dato che essa disciplina l’elezione della sola Camera dei Deputati. Senza parlare del famoso ‘combinato disposto’ nuova Costituzione/nuova legge elettorale, che assegna tutto il cucuzzaro a chi ha raccolto, si e no, il 20-25% di cucuzze in una campo elettorale che già prevede il 40% di astensione dalla semina elettorale.
Una campagna virulenta e irriguardosa, quella del Sì. Che rispecchia fedelmente, in questi suoi caratteri, il contenuto della proposta di nuova Costituzione sottoposta all’esame degli elettori dopo essere stata approvata a colpi di maggioranza come una qualsiasi norma sulle slot machine. E siccome al 4 dicembre manca ancora una vita, prima o poi qualcuno dirà pure che, grazie alla riforma, si potranno rottamare anche gli esperti di birra, quelli che non vogliono saperne di assaggiare agnolotti in strada offerti dalla TV e tutti quelli che compaiono nelle fotografie che Renzi prima mostra e, poi, dice di togliere dalla visione al pubblico, secondo tecniche da imbonitore. Al dileggio delle persone fa da pendant il dileggio della Costituzione nata dalla Resistenza. E viceversa. Le due cose, in fondo, sono la medesima.


