di Luigi Altea – 1 novembre 2016
Ogni « pazzo » ha la sua ossessione, assicura un proverbio francese.
L’ossessione di Antonio Socci è papa Francesco.
A lui piacciono i papi di tutt’altro genere…
Ha scritto perfino un libro per mettere in dubbio la regolarità del conclave, la correttezza dello scrutinio e la validità dell’elezione.
Io credo che, a questo punto, dovrebbe rassegnarsi: le schede sono state bruciate, la fumata è stata bianca, e ormai habemus papam, qui sibi nomen imposuit Franciscus….
Anche le carte delle telefonate di Giorgio Napolitano sono state bruciate, ed infatti continuiamo ad avere Napolitanum, atque summam etiam calamitatem Matteum. Eppure riusciamo a farcene una ragione.
A mandare ancor più in bestia Socci, è stata la visita del papa in Svezia ai luterani. E proprio a Malmö… nella tana del lupo della Riforma.
Si dia pace, caro Socci! Tutti hanno avuto i loro riformisti…
Pensi a noi che abbiamo avuto i miglioristi, che del riformismo sono la peggiore sottospecie!
E cosa dovremmo dire, poi, quando, fra qualche giorno, tanti che si dicono di sinistra andranno alla Leopolda, che del lupo è anche la culla e la mangiatoia?
Ancora non si sa cosa abbia pensato Antonio Socci quando ha appreso che il Papa ha ufficialmente ammesso la liceità della cremazione dei cadaveri dei cristiani.
E tuttavia…non credo di sbagliare immaginando che avrà, in cuor suo, rimpianto quei papi che, per quasi sei secoli, la cremazione la ammettevano e la praticavano, ma soltanto a cristiani ancora vivi, nudi e legati a un palo.
Era tutta un’altra cosa! C’era più soddisfazione.
C’era crema e gusto…


