Il ‘nuovo’ Renzi, così simile al precedente

per Gian Franco Ferraris
Autore originale del testo: Alfredo Morganti

di Alfredo Morganti – 18 gennaio 2017

Donne e uomini di poca fede, lo aveva detto o no Renzi ‘ai suoi’ che aveva capito gli errori commesso e avrebbe rimediato al più presto in tema di giovani e Sud? Dopo un po’ di incertezza iniziale, dovuta al fatto che ha roteato alcune settimane a seguito del ceffone referendario, ecco le risposte ad hoc. Per quanto riguarda il Sud c’è stato un blitz a Scampia “a sorpresa e lontano dalle telecamere” dice Ciriaco su Repubblica, tant’è vero che ne hanno parlato e ne parlano anche i sassi. Talmente understatement che si sa tutto quello che Renzi ha fatto. È andato in una palestra, ha incontrato la famiglia di Giancarlo Siani, era col sacerdote scout. Ha anche detto che i soldi per le periferie non bastano, adesso serve un progetto complessivo. È il primo annuncio dell’era PF (post-referendum).

Ma anche per i giovani sta già facendo molto. Tant’è vero che ha deciso di nominare in segreteria del PD (organizzazione) un 40enne emiliano già bersaniano, tutt’ora renziano, domani chissà. I ‘criteri’ per cui sarà chiamato? Eccoli: voglio “uno comunista, di quelli che sanno organizzare banchetti e gestire i circoli” ha detto Renzi immancabilmente ‘ai suoi’ (che avranno, come minimo, le orecchie sature di chiacchiere, un po’ come gli uccellini raccontati da Massimo Troisi in ‘Ricomincio da tre’, ogni volta che incontravano San Francesco). Due considerazioni. Al prossimo che mi dice che il comunismo è stato solo gulag rispondo che no: nessuno come i comunisti sa organizzare i ‘banchetti’. Seconda, e più amara: ma se a capo dell’organizzazione si mette uno bravo nel catering e negli inviti, cosa è diventato il PD, una mensa ufficiali, un bed and breakfast, un resort, un ‘magna magna’?

E adesso divento serio. Cari amici del PD, avete scelto come vostro segretario uno che pensa che i comunisti siano buoni solo a organizzare festini e ad arrostire le salsicce. Uno che fa scouting reclutando pezzi del fronte avversario (Verdini all’esterno, questo Andrea Rossi all’interno), pensando così di affiliare a sé altri mondi e, magari, indebolirne la consistenza, secondo una logica da calciomercato. Uno che dà sempre la colpa agli altri di tutto (ci sarebbero i soldi per le periferie, ha detto a Scampia, ma manca un progetto complessivo: ma chi c’era al governo? c’ero io quando si distribuivano soldi alla rinfusa e senza un piano?). Uno che ancora pensa a ‘sparigliare’, pensa che la politica sia una partita a dama, e dice: “Quelli [sic!] parlano di segreteria e congresso, ma io gioco su altri campi, li faccio impazzire”. Lui ‘gioca’, su altri ‘campi’. Sempre le stesse metafore calcistiche. Lui ‘quelli’ li fa ‘impazzire’, che poi sarebbero i suoi compagni di partito. Mi domando: ma poteva vincere la guerra?

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