La palude dei sondaggi del PD

per Gian Franco Ferraris
Autore originale del testo: Alfredo Morganti

di Alfredo Morganti – 24 marzo 2017

I sondaggi che riguardano il PD sono impietosi: 27, 26, persino 24%. C’è una specie di lento e progressivo scivolamento, che non lascia presagire nulla di buono. «Siamo sotto congresso. Poi ricominceremo a correre» ha commentato Orfini a Repubblica ieri. Strana dichiarazione. Di solito quando un partito è sotto congresso, attira su di sé le telecamere e le attenzioni politiche, ruba pagine alla stampa, ha modo di esprimere tutta la propria potenzialità in termini di dibattito pubblico e di progettazione futura. E invece, stavolta, il percorso congressuale del PD non produce effetti, se non in negativo, e per tentare di ribaltare la china Orfini ci da appuntamento al dopo congresso. Se non interpreto male, è come se lo stesso Orfini dicesse: adesso siamo impegnati in questa noiosa pratica burocratica, ma poi torneremo a produrre fantascienza mediatica e ne vedrete delle belle. Il fatto è un altro, tuttavia.

La crisi del renzismo è sotto gli occhi di tutti, così come la mancanza di un congresso vero è l’altra causa del silenzio che sta scendendo sulle ‘magnifiche sorti e progressive’ del fu partito erede della tradizione della sinistra plurale italiana. Perché non c’è un congresso. Ci si limita a un percorso che traversa i circoli e gli organismi locali, ma che affida alle primarie le decisioni in merito al segretario e alle proporzioni degli organismi dirigenti. È come se tutto si riducesse, dapprima, alle votazioni carbonare in ambito locale e poi all’evento mediatico finale. Senza nulla in mezzo, in sostanza. Senza politica, senza dibattito, ma solo ring, solo combattimento, solo prova di forza. E ti credo che questo non interessi a nessuno e rigetti il PD indietro. E ti credo che Orfini spera nel futuro per ritornare sulla cresta dell’onda mediatica. E intanto affoga nella palude di un congresso non-congresso, dove in certi circoli ci si riduce alla misera conta di sei-votanti-sei. Senza contare che in futuro ci sarà il guazzabuglio delle primarie, dove molti avversari andranno a votare per decidere da esterni le elezioni interne di un partito che sta al governo da anni. Le percentuali dei sondaggi, in fondo, leggono anche queste contraddizioni e queste incongruenze. Perché non dovrebbero? Temo che a questi, stavolta, non li salva nemmeno il voto utile. Temo.

Babelezon bookstore leggi che ti passa

Articoli correlati

Lascia un commento

Questo sito utilizza Akismet per ridurre lo spam. Scopri come vengono elaborati i dati derivati dai commenti.