Tutti quelli di sinistra dovrebbero capire che vincere la partita di rubabandiera è nel loro interesse

per Gian Franco Ferraris
Autore originale del testo: Fausto Anderlini

di Fausto Anderlini – 5 luglio 2017

Ruba-bandiera

In un altro post ho paragonato Pisapia a Kagemusha, l’ombra del guerriero. Ma adesso, in questa triste notte da umani, vorrei sgravarmi dei pensieri svagandomi un poco più in là. E Pisapia viene alla bisogna. Perchè l’uomo appartiene alla sfera del mistero paradossale. Per un imperscrutabile vortice di circostanze questo signore mite e pigolante che incarna con smisurata e patetica ambizione e come più sbiaditamente non si potrebbe un comune buonsensismo metodologico è diventato l’emblema di un superadditum simbolico cui tutti sono interessati. Cioè il portabandiera di un carisma politico impersonale diventato importante proprio perchè remoto e sostanzialmente inattuabile. L’Ulivo e il centro-sinistra. E’ divertente. E a pensarci bene quasi naturale nelle fasi inflazionistiche basso-carismatiche. Come nel gioco di ruba-bandiera ognuno vorrebbe prendersi Pisapia e portarselo in base. Renzi ambirebbe a soffiare la bandiera per metterla definitivamente in cantina, o magari in una lista a lui devota, comunque evitando che cada in mani ostili. I prodiani e ciò che resta della sinistra interna del Pd vorrebbero mettere la bandiera al servizio di una strategia di condizionamento/logoramento del Pd renziano guadagnando una qualche centralità coalizionale. Tenendo, more solito, i piedi in due staffe. Mdp, sotto la sagace regia bersaniana, mira invece a spostare a sinistra il ‘valore aggiunto’ mnemonico dell’Ulivo. Perchè comunque vale da solo una percentuale di voto non irrilevante. In più sottraendosi al tentativo di isolare i ‘fuoriusciti’ nel minoritarismo e nell’irrilevanza espiatoria.

L’iniziativa del primo Luglio è stata, in tal senso, un episodio magistrale, dove Bersani ha recitato il ruolo del mattatore. Il gioco sta riuscendo non solo perchè le dinamiche politiche spingono nella direzione voluta (il Pdr non ha alternative alla marcia verso il centro-destra), ma perchè Bersani è sostanzialmente sincero. Egli è, a tutti gli effetti, un uomo della stagione ulivista. Nel mentre non rinnega nulla del passato, constata il cambio di fase che rende necessaria una discontinuità. Del resto egli ha rotto col Pd renziano non sul referendum costituzionale ma sullo snaturamento del Pd, cioè la rimozione definitiva della visione centro-sinistra.

E’ uno stupido luogo comune modernista quello che demonizza la nostagia come un disvalore politico. La nostalgia fa parte dell’esperienza umana e condiziona molte scelte. Non c’è utopia che non si alimenti della nostalgia. E molti fatti nuovi prendono corpo dal voler ripristinare anacronisticamente cose antiche. Se la sinistra vuole fare il pieno deve mettere insieme al meglio due nostalgie: quella della sinistra ‘unita’ e quella dell’Ulivo tradito. Sinistralgia e Ulivostalgjia. Buscar el levante por el poniente.

Non siamo alla fase costituente. Ma ricostituente. Con integratori. Non c’è da gettare frettolosamente fondamenta, e neppure da disegnare architetture e planimetrie. Siamo alla fase della raccolta dei detriti, dei materiali sparsi, degli inerti, dei drappi dispersi nei magazzini. Siamo alla cava del bric a brac. Trovo sommamente inutile perdersi a chiosare la consistenza di Pisapia e a sigmatizzare quella mancata radicalità che è del tutto naturale in Bersani. Qui non c’è nessun Melenchon (ed è quasi un bene), nessun Sanders e nessun Corbyn (un vero peccato). Le imitazioni sono quasi ridicole, come Orlando, quello di Palermo, che recita la parte del civismo (e c’è da chiedersi perchè Kim il Jong non sia della compagnia). Bisogna fare con quel che passa il convento. Tutti quelli che si proclamano di sinistra dovrebbero capire, se hanno testa, che vincere la partita di rubabandiera è nel loro interesse.

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4 commenti

Mauro Massa 5 Luglio 2017 - 14:22

Articolo Uno ha solo perso tempo, a maggio diceva che avrebbe gettato le fondamenta e invece ha solo sventolato bandiere – inutili

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Ivana Vignoli 5 Luglio 2017 - 14:34

Renzi ha capito che si va a votare con il proporzionale e cerca la rissa con D’Alema e c. per prendere voti a destra e giustificare l’accordo con Berlusconi. Usa Pisapia in modo strumentale (da calcio mercato), Pisapia si sente una primadonna ma è solo una riserva, Bersani e compagni se continuano su questo linea prenderanno il 3 o 4% e potranno fare i martiri e i deputati bersaniani avranno un piccolo scranno in parlamento.

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Anastasia Gallo 5 Luglio 2017 - 15:44

Articolo Uno avrebbe dovuto presentare un programma di pochi punti e con al centro un piano sul lavoro, fare assemblee sui territori, con pazienza presentare una lista alle elezioni con i comitati del No, SI, Possibile, Rifondazione e tutti i civici disponibili con candidati scelti con metodo democratico. Al contrario si è riparato nelle officine Pisapia con i motori già guasti

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mario tomasucci 19 Agosto 2017 - 22:22

Eh! 3-4 %?!?! Non esageriamo!!

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