Su D’Alema

per Gian Franco Ferraris
Autore originale del testo: Gian Franco Ferraris

di Gian Franco Ferraris – 6 agosto 2017

Dal referendum costituzionale in poi su Nuovatlantide abbiamo pubblicato interviste, video, interventi di Massimo D’Alema. Confesso che lo trovo lungimirante, serio e con una capacità di analisi e di chiarezza di esposizione impagabile.

Da quel momento abbiamo ricevuto valanghe di insulti rivolti a D’Alema, che si sarebbe arricchito con la politica, si sarebbe fatto la barca, la vigna ecc., sarebbe il traditore di tutta la storia di sinistra di questo quarto di secolo (Occhetto, Veltroni, Prodi e c.), guerrafondaio in Kossovo, il principale inciucista con Berlusconi e via discorrendo.

Gli insulti hanno colpito anche Nuovatlantide e me stesso, siamo diventati prezzolati da D’Alema (?). Tuttavia, tra gli insulti ci sono anche moltissimi commenti più articolati e a volte singolari. Mi è venuta l’idea di conservarli e mi spiace di averne persi tantissimi che mi avevano incuriosito e che si sono smarriti nella galassia del Web.

Prima dei commenti ho ripreso uno stralcio di un’intervista a D’Alema sul Corriere della sera del mese di maggio dove, in modo cristallino e sintetico, ha esposto un cammino per addivenire a una nuova proposta politica alternativa al duopolio Pd/Forza Italia e movimento 5 Stelle/Lega Nord. Ancora oggi mi pare l’unica strada praticabile, ma nel frattempo ci hanno portati a riparare nelle officine di Pisapia senza alcuna possibilità di metterci per strada perchè l’elettorato la riterrà un teatro del ceto politico per conservare il posto e i risultati in primavera saranno tragici.

Da molto tempo ho il dubbio che dietro a tatticismi, riposizionamenti continui e discorsi poco utili sull’opportunità o meno di allearsi con il Pd, si nasconda, oltre che l’incapacità di un’analisi vera della società italiana di oggi, soprattutto la paura di perdere i privilegi della politica: ricordo che anche i politici di sinistra da varie legislature sono il frutto di fatto di nomine dalle varie correnti di partito e privi quasi sempre di un radicamento nei territori.

Massimo D’Alema nella intervista al Corriere della Sera dice: «L’alleanza per il cambiamento ha una potenzialità che va molto al di là della somma delle singole forze. Dovrebbe nascere da un processo costituente, attraverso la rete e una serie di assemblee, con una grande consultazione programmatica. E dovrebbe comportare elezioni primarie sia per l’indicazione dei candidati (un punto forte dell’intesa Berlusconi-Renzi è il mantenimento delle liste bloccate), sia per la scelta di una personalità che guidi questo processo».

I commenti raccolti su facebook:

Paola Bruno D’Alema non è buono e nemmeno buonista, non ha correnti e amici e amichetti, camerieri e maggiordomi, non li vuole, non ne ha bisogno, combatte le sue battaglie, vince e perde e quando perde lascia, lo sempre fatto ed è per questi tanti motivi che ha e avrà sempre la mia stima, anche quando sbaglia, perchè se è un uomo superiore, resta sempre uomo, non gli interessa sembrare un dio

Cesare Di Gesaro Bene, dopo Belgrado dove andiamo a bombardare?
«servono politici antipatici (anche se D’Alema è pure simpatico) ma competenti e “di sinistra” non perché si autodefiniscono di sinistra ma concretamente si preoccupano della qualità della vita delle persone»

Gabriela Carlucci D’Alema sa parlare ed è intelligente. Tuttavia non posso dimenticare la guerra in Jugoslavia. Inoltre non mi pare che metta in discussione la UE e l’euro e, poiché sono questi che impongono le politiche neoliberiste, bisogna ritenere che non se ne discosterebbe, altrimenti dovrebbe dirlo chiaramente. È rimasto al dire qualcosa di sinistra… Ma non basta.

Annamaria Neri Credo che sia uno dei pochi politici intelligente e preparato ….credo che ce ne vorrebbero tanti ….invece di gente per le poltrone che non sono capaci di fare politica …….

Luigi Biondi Siamo alla riedizione tardiva del culto della personalità. Ricordo agli estensori laudatores che Josiph Dzugasvili Vissarionovic, in arte Giuseppe Stalin, è morto il 5 marzo 1953 e non è il caso di rifare la prima pagina de L’Unità di quel giorno. Tra l’altro mentre lodare Stalin fu una tragedia, la riedizione a beneficio di D’Alema assomiglia a una farsa, data la “levatura” del personaggio in questione. Mi viene quasi il dubbio che chi ha scritto questo post l’abbia fatto con una sottile venatura anti dalemiana tanto è pacchiana la prosa. Poi, dare del simpatico a D’Alema è il massimo del dispetto e del far torto verso questo signore che ha costruito tutta la sua carriera e tutta la sua narrazione proprio sull’antipatia e l’arroganza, di cui è cultore raffinatissimo sia nel linguaggio sia nella recitazione facciale.

Caro Ferraris, non saprei. Ma a volte penso che il principale guaio di D’Alema siano i dalemiani. Il suo limite, ma comune a molti a onor del vero, è che lui li compiace e se ne compiace. Inoltre credo che nel suo rancore verso Renzi ci sia qualcosa di pre-politico. In primo luogo la convinzione, tipica dei comunisti, che i loro compromessi sono nobilitati dalla Storia che “viene da lontano e va lontano” mentre quelli degli altri, non godendo di questo lascito, sono pateracchi. D’Alema può fare la bicamerale per legittimare e farsi legittimare dal Cavaliere e questo si chiama “democrazia progressiva”. Il Nazareno invece è un inciucio. In buona sostanza mentre gli altri fanno la pipì, i comunisti cacciano acqua santa dall’ombelico. Il secondo motivo dell’avversità è che D’Alema si rivede in Renzi: furbo, animale politico, gran manovriere. E gli rode che uno simile a lui, il contrario di Prodi e Veltroni, lo abbia silurato e gli abbia sottratto la ditta.

Lillo Colaleo Luigi Biondi:
– la bicamerale era nel programma dell’Ulivo e fu fatta sotto il governo Prodi: la scelta su D’Alema era collegata al fatto di essere il segretario del principale partito, il PDS (21%) e rappresentante della coalizione vincente.
– la battuta “costola del movimento operaio” era relativa al fatto che molti operai votavano e votano Lega.
Non riesco a capire né il compromesso. Né lo scandalo.

Paolo Valerio NuovAtlantide lego post su post in cui sembra che vogliate parlare di “qualcosa di nuovo a sinistra” e poi non fate altro che mettere in evidenza cosa fa D’Alema. Ma a chi volete che freghi di D’Alema, che se una cosa buona può fare per la “nuova sinistra” è scomparire dai media e cercare di far credere a tutti di non essere mai esistito.

Luigi Biondi Caro Paolo Valerio. Il problema di D’Alema, a mio avviso, non consiste nella levatura del personaggio che non va sottovalutata, ma nel fatto che lui esprime il passato della sinistra. In alcun modo il futuro.

Paolo Marchesani Siccome quando qualcuno cita D’Alema, per molti sembra si parli del diavolo, viene da pensare che, forse, tutto nasce dal fatto che avendo fatto molte cose, qualcuna l’ha sbagliata, difetto comune a quelli che nella vita fanno qualcosa di vero. Questo difetto, certo non lo possono avere tutti quelli di qualsiasi parte politica che invece nella vita non hanno fatto niente e che continuano a voler fare la stessa cosa. Di D’Alema ognuno ricorda quello che gli serve per screditarlo. Fa niente se a livello internazionale è stato un presidente del consiglio e un ministro degli esteri tra i più apprezzati che l’Italia abbia avuto, fa niente se la sua credibilità internazionale è tuttora maggiore di tanti nembrotti delle varie epoche (dai berlusconiani ai renziani). Io non nutro il culto della personalità come molti, dai 5s ai renziani (non parliamo della destra) e, riconosco che D’Alema di contraddizioni ne ha. Nello scenario politico italiano, nonostante tutto è ancora uno dei più capaci, sia in termini di analisi che nell’indicare strategie. Forse non è un gigante, chi lo sa ma, la mediocrità dei vari parolai, sia di sinistra, di destra, dei 5s e renziani, quasi lo fanno apparire come tale.

Andreas Andreou Intelligenti si nasce e D’Alema lo nacque ma poi?…ha bombardato Belgrado e ha macchiato di sangue il primo governo di sinistra del Paese… lo avete dimenticato?…I poteri forti, che sono ovviamente intelligenti, volevano un premier intelligente mentre bombardavano(con bombe intelligenti) i Balcani da Aviano e hanno scelto bene!…Cari compagni e cari amici, la sinistra a sinistra del PD che unita si è presentata nel 2014 alle europee con la lista L’Altra Europa con Tsipras, quel 4%, nella sua stragrandissima maggioranza non voterà MAI D’Alema perché per loro lui è emotivamente morto sotto i bombardamenti di Belgrado…È chiaro questo?? Forse no, perché sfugge anche a D’Alema stesso, nonostante la sua intelligenza, preparazione e competenza o forse lo sa ma non ha altre carte da giocare ed essendo abilissimo sa pure azzardare sperando sempre nell’ inferiorità ed inesperienza del rivale…Ma non cercasse sponde nel percorso Brancaccio, per il suo braccio di ferro da rottamato contro i suoi rottamatori, anche perché, se pure fallisse tale percorso, affossato anche dalle diaboliche manovre del personaggio, aumenterà semplicemente l’astensionismo di sinistra ma non andranno voti a lui! Certo, fare militanza politica e scuola di partito, vale 10, 100, 1000 lauree e diversi nobel come conoscenza del mondo reale delle sue idee e mutamenti ma per fortuna non ha frequentato solo lui le scuole di partito…Ora come ora, è lui il nemico serio della costruzione di una vera Sinistra, non Renzi!…Riflettete…Renzi, poi, è figlio del PD e del PDS non è un extraterrestre e porta coerentemente a compimento la politica dei suoi predecessori…(Per il resto D’Alema mi è simpatico perché dei poeti del 900 il suo preferito è Sandro Penna ed è pure il mio e ama il mare che amo pure io).

Insalaco Salvatore Berlusconi lo ha resuscitato prima Veltroni, poi Renzi. Certo, errori ne fatto, per esempio aver dato vita al pd, ma rimane un politico degno della miglior storia della sinistra. Mai venduto ai poteri veri. La bicamerale è stato un esempio ed tentativo di riformare le istituzioni con largo consenso. Berlusconi, per i suoi calcoli legati alla sua situazione giudiziaria l’ha fatta fallire.

Sauro Canè Berlusconi lo ha resuscitato Renzi al Nazareno. Perché non dite le cose vere e travisate la realtà? E perché non ricordate che il bombardamento di Belgrado avvenne sotto l’egida della NATO e per fermare la pulizia etnica che i serbi stavano attuando nei confronti dei kosovari?

Giovanna Pau Su D’Alema si parla più per sentito dire che per conoscenza reale e oggettiva dei fatti. Potrà non piacere, ma D’Alema è un uomo di sinistra, a cui stanno a cuore le persone e il loro interesse… ha commesso degli errori? Certamente, come tutti quelli che fanno, ma non era l’uomo solo al comando, anche se lui da persona responsabile se n’è assunto il peso divertendosi… altri non l’hanno fatto , né lo faranno mai. ..

È l’unico politico in circolazione con esperienza a 360°, ed è anche l’unico ad essere accusato di tutti i mali del mondo…. a leggere i commenti sul suo conto viene proprio da chiedersi , ma di che parlano?

Nella campagna referendaria sulla Costituzione il suo apporto è stato determinante, non certo quello di Bersani o Speranza… di cui non si sapeva neanche che avrebbero votato… oltre Falcone e gli altri del Comitato del No, è stato l’unico a tener testa agli avversari nei dibattiti pubblici!

Antonio Sacco Sono d’accordissimo con questa analisi, me l’auspicavo da tempo. Altro che salvate il soldato Ryan qui bisogna metterlo a capo dell’armata. Sono in molti quelli che dovrebbero andare alla scuola politica di D’Alema. Alla faccia di tanti cialtroni nella sua lunga militanza politica, mai un’ombra mai una indagine nei suoi confronti.

Davide Caligiuri Di D’Alema si raccontano esagerazioni, macchiavelico capace, assertore della terza via in Italia. Il meglio del cucuzzaro come lo definiva Cossiga. Solo che non si può essere uomo per ogni stagione. Non è credibile oggi un D’Alema comunista. A tutti è chiaro che Renzi non va bene con le riforme perché a farle è lui e non la Ditta. Bersani e amici sono chi ha votato: la legge Fornero, il fiscal compact e il pareggio di bilancio. Per non parlare del titolo V. Caro Massimino l’odio è una brutta bestia fa diventare ridicoli è il ridicolo non porta voti.

Filippo Crescentini – Massimo D’Alema è andato all’iniziativa al Brancaccio il 18 giugno, standosene zitto e buono ad ascoltare, riservandosi di esprimere in separata sede – come si dice – le sue valutazioni critiche su un po’ di cose che erano state dette dal relatore Montanari. Massimo D’Alema è andato alla manifestazione del 1 luglio in Piazza SS. Apostoli, standosene zitto e buono ad ascoltare gli interventi, tra gli altri, di Bersani e di Pisapia. Massimo D’Alema è una persona seria, oltretutto. Va dappertutto si sappia che sono in corso iniziative che tendono a risultati meritevoli di impegno e dedizione. Non vuole parlare per forza per imporre la sua presenza, che tanto si impone anche se non parla. Se non parla non se ne va, ma ascolta disciplinatamente quello che dicono gli altri, perchè è anche una persona educata. Provate a dire che c’è una sola sillaba che non corrisponda al vero, in quello che ho scritto.

Trotta Marco Un grande merito di D’Alema è quello di essersi schierato contro le deforme renziane della Costituzione , da solo , quando i sondaggi davano il 70/80 % dei consensi a Renzi. Da solo ha contestato queste deforme che avrebbero irrimediabilmente determinato l’accentramento dei poteri nel governo retto da un “burattino” delle multinazionali finanziarie che stanno distruggendo l’economia reale, impoverito la classe lavoratrice ed il ceto medio (ultimo rapporto Istat), e aumentato le diseguaglianze concentrando il potere economico e finanziario nell’1% della popolazione. Questo indubbio merito di D’Alema annulla tutti gli errori svolti nel passato. Errare è umano, l’importante è avere il coraggio di schierarsi contro tutto l’apparato politico e mediatico che ha tutto l’interesse di colpire un politico, che con tutti i suoi difetti ed errori passati , ha la lucidità di analisi che può mettere al servizio del demos (secondo lo slogan di Corbyn: FOR THE MANY NOT THE FEW , PER I MOLTI NON PER I POCHI. A noi ci basta che D’Alema sia schierato adesso su questo fronte.

PS: Concentrare gli attacchi sulla persona di D’Alema vuol dire colpire un avversario che sa rispondere colpo su colpo ai detentori del Potere.

Mario Gallina D’Alema ha avuto come primo nemico se stesso, ma sopratutto ha avuto come il suo gemello dioscuro Veltroni l’arroganza di essere la luce che indica la strada, solo che (e oggi alla luce dei fatti lo possiamo dire per entrambi) a nessuno di loro stava a cuore il popolo comunista, che è stato considerato carne da macello, anzi da ” dimagrire” ma ve lo ricordate il partito leggero?

Entrambi hanno tenuto la barra a destra, con le privatizzazioni l’uno e con le americanate l’altro, fino al punto Veltroni di dichiarare di non essere mai stato comunista!

Mentre l’altro si vendeva l’Italia agli amici degli amici, ve la ricordate la Telecom?

Questi signori, colonnelli di Berlinguer si sono sentiti appagati e tronfi di potere al punto di giocarsi il partito a zecchinetta, ve lo ricordate il referendum tra i due che chi era dirigente ha fatto?

Hanno regalato il partito a Bersani che fondamentalmente era un tecnico di partito non è mai stato politico, il quale ha creduto che poteva virare a destra tranquillamente, tanto con tutto quello che ci hanno fatto ingoiare in ogni elezioni pensava che la tavola restasse sempre imbandita per loro, mentre hanno preparato il piatto a Renzi che glielo ha tirato sotto il naso inaspettatamente rompendogli il giocattolo, ma sopratutto sbattendogli in faccia dove ed in che cosa avevano trasformato il partito, in “altra cosa” altro che la “cosa” , a quel punto erano fuori dal pretellino del tram, erano scesi anzi li avevano fatti scendere, adesso cosa credono o vogliono recuperare?

Loro sono i maggiori responsabili dello sfascio della sinistra ed ora chiedono a noi che abbiamo le spalle piene di lividi per le batoste che abbiamo dovuto sopportare, al punto di starcene a casa per non morire, di ridargli fiducia, ma su che basi e perché?

Saremmo veramente dei masochisti incapaci di imparare dalla storia che non meritano un futuro se commettessimo ancora una volta l’errore di credere in loro!

Vadano per la loro strada, loro hanno i loro futuri ancora intatti, registi, enologi scrittori, noi che abbiamo creduto, noi siamo rimasti per strada e per l’ultima volta proviamo a rimettere in piedi una sinistra, per favore statevene a casa e ringraziate che non dobbiate mai pagare difronte al popolo per le vostre colpe.

Marina Di Carlo D’Alema può fare scuola a tutti! nessun politico regge al suo confronto e questo spaventa un po’ … non gli ho perdonato alcune cose, in qualche occasione non mi è piaciuto … ma nessuno regge al suo confronto … non certi ‘sti quattro squallidi in cerca di gloria e potere!

Rolando Nicoletti Di sicuro questo sito forse anche sponsorizzato dal Signor D’Alema, altrimenti non si spiega perche’ vogliono far credere che dopo 40 di mala politica, con la sua bacchetta magica possa risolvere i problemi accantonati da lui stesso……

Angelo Massa D’ALEMA, da noi compagni amato e stimato da sempre, ha sempre voluto essere in prima fila anche quando quel posto toccava ad altri. Ha avuto una capacità distruttiva unica e ha fatto il male della sinistra italiana. Basta così, guardiamo avanti con fiducia, lasciamo che gli eredi politici di D’Alema facciano il loro percorso, sono ormai alla frutta. Non so voi ,ma io sto con Renzi .

Carmelo Siragusano Io penso che D’Alema nel suo governo abbia fatto cose positive e cose non positive, ma le sue qualità politiche sono indiscusse e non comprendo questo astio contro di lui, ricordo che si è dimesso da presidente e dalla segreteria, allora candidò Veltroni e non lui a differenza di Renzi dopo la sconfitta del referendum….

Vito Inserra Nel 1998 reggevo le sorti delle telecomunicazioni in una provincia del centro italia…mandai, dopo qualche giorno, un telegramma a Palazzo Chigi di auguri di buon lavoro per la sua neo presidenza del consiglio, semplicissimo e magari uno dei tanti da tanti cittadini…mi rispose con lo stesso mezzo semplicemente: ‘insieme ce la faremo’…lo apprezzai, ingenuo e sciocco come ero e sono?…può darsi…tutto qui…buon sole all people…

Angela Capasso Mascia In questo momento storico così critico, D’Alema è una risorsa fondamentale x la sinistra, ingoiate il rospo e il rancore e l’antipatia, xchè quest’uomo serve alla causa, leggo cose da pazzi contro di lui, ma ora , obtorto collo, ci serve

Giovanni Mainetto Sono d’accordo sul fatto che D’Alema – sia in positivo che in negativo – sia una spanna sopra gli altri e che possa e debba contribuire a un processo di riaggregazione della sinistra. Ma è del tutto evidente – e lo sa anche lui – che non può essere in prima fila, perchè la sua immagine e la quantità di errori che ha commesso lo relegano necessariamente in secondo piano. Faccia il vecchio consigliere saggio e dia un supporto anche economico alla squadra! 😉

Lucci Fantini D’Alema commmise molti errori e creò i vari mostri che hanno condizionato i governi successivi. Dal lancio di Di Pietro alla scoperta di Renzi in alternativa a Spini a Firenze e ancora…. Tuttavia rimane un politico di classe, orientato al socialismo e non alla genericità dei termini con cui si definiscono i partiti da una ventina d’anni. Quindi, pur commettendo errori politici, strategici dovuti alla sua formazione culturale, rimane uno che sa da che parte stare. Ecco, può essere un punto di forza vero nella costruzione di una nuova sinistra, di un nuovo socialismo che si riallacci alla antica tradizione italiana, compresi i momenti delle antiche diaspore, ma che sia espressione di una società mutata nella composizione dei ceti sociali, della loro forzata disgregazione negli ultimi 30-35 anni o più. D’Alema comunque sa benissimo di non poter tornare il vecchio leader e penso sia anch’esso in osservazione verso ciò che “si muove” per staccare la spina alle varie forme di neocentrismo destrutturatore dello stato sociale, compreso quello renziano che probabilmente è stato i più dannoso perché equivoco, ingannevole ed arbitrariamente autocollocato in un’area che non gli appartiene. E’necessario che i vari aderenti al PD si astraggano dalla visione del partito-stato (eredità culturale del PC – per chi ne proviene) e prendano coscienza della necessità che un partito che vuole essere di sinistra, rivoluzionario e riformista al tempo stesso deve chiarire il proprio ideale, il proprio obiettivo strategico. Un partitto di sinistra può stare al governo, da solo o in coalizione, di un Paese dominato dal neo liberismo ormai “strutturato”, ma il suo ruolo non può che essere rivoluzionario, riformista, keynesiano (almeno) e non può non incarnare i bisogni della gente che rappresenta per natura. La genericità dei nomi con cui si definisce un partito è indicativa di un orientamento conservatore, involutivo, a tratti eversivo. I termini “democratico”, “progressista”, “insieme per ?” , ecc… vengono ben compresi dagli elettori e da chi non vota, anche perché sottintendono misure concrete, largamente avversate che chiunque percepisce. Il PD renziano, ma anche quello precedente in certi casi, non sono stati all’altezza di governare da sinistra e nemmeno gli alleati di governo durante il periodo dell’Ulivo hanno percepito la necessità di fare “cose di sinistra”, cose da socialisti, per esempio. Ora penso che D’Alema sia uno che ha capito bene quali siano stai i punti di caduta della politica di sinistra degli ultimi 25 anni e che sia sincero quando parla di necessità di ricostruzione ex novo. Tuttavia i modelli di partito e quelli di governo che propone sono antichi, superati dalle esperienze non positive, da Prodi in qua. Ciò che D’Alema osserva è ciò che si muove a sinistra e ciò che le diverse iniziative si prefiggono, ne rileva alcune debolezze ideologiche ed organizzative, nonché di effettiva rappresentatività e sprona affinché non cresca qualcosa di disunito, di disorganico. destinato a spegnersi a a ridursi a piccoli numeri. L’iniziativa di Pisapia, Bersani e altri è importante, quella di SI lo era ma si è ridotta a percentuali piccolissime, quella più fresca e meglio apprezzata probabilmente è quella di Anna Falcone e Montanari. Anche quest’ultima comunque è debole sul piano organizzativo, della diffusione del messaggio. Ciascuno che si propone a sinistra del PD in questo momento rischia di ridursi a poco perché privo di qualcosa che, invece, nell’unità delle opposizioni in costruzione in questo momento, sarebbe più facile da ritrovare a beneficio di tutti. In periferia vi sono gruppi nutriti di giovani che si riuniscono in associazioni “di sinistra” che non sono sostenute da una linea politica, strategica, dottrinale, come punti di incontro a livello generale. Essi partecipano un po’ ovunque, a liste civiche, vagamente di sinistra, a volte inopportunamente di sinistra, di sinistra o di finta sinistra. Un movimento unico, nazionale, organizzato, potrebbe, attraverso una grande assemblea costituente (tipo quella del 1892-93) raccogliere in uno le diverse sfumature della sinistra, limando le differenze, ma mantenendo alcuni punti di vista non proprio divergenti dalla “linea di indirizzo centrale”, concordata e votata. D’Alema in questo senso, per tornare a lui, potrebbe essere il grande organizzatore di un evento del genere, mentre Anna Falcone potrebbe rappresentare in un contesto del genere il futuro della sinistra che non rinuncia ad occupare il suo spazio naturale nell’arco democratico italiano. Senza nulla togliere agli altri protagonisti di questa rivoluzione, anzi, con la valorizzazione totale del loro contributo attuale e successivo. Non saprei come distinguere, in quanto ho scritto un po’ velocemente e d’istinto, la mia opinione e quella di D’alema. Ci ho provato e chiedo scusa se non sono stato sufficientemente chiaro. Saluti.

Maria Teresa Mancini Sarò anche impopolare in questo momento, ma devo ammettere che D’Alema mi è sempre piaciuto, anche se riconosco che qualche sbaglio l’ha fatto anche lui.
Nessuno immune.
Cerchiamo di prendere il meglio dalle persone e di fare considerazioni oggettive che siano vantaggiose per tutti.

Rocco Toma Piaccia o no, D’Alema è uno dei pochi politici di razza presenti nel panorama italico. Il miglior Presidente del Consiglio dei Ministri del dopoguerra.

Danilo Lombardi E la Bindi non è stata eletta miss italia per un complotto……Lei per caso è di Gallipoli ? O è un ex dipendente di banca 121?

Rocco Toma Non sono di Gallipoli né dipendente di Banca. Non sono del Pd, né prima dei ds e neanche mai stato del pds. Alla onorebole Bindi vanno ricosciuti i meriti come ministro della santità. Invece lei dice che non è bella. I Ministri non sono e non devono essere fotomodelli.

Michele Pizzicoli Analisi e ragionamenti politici mai banali. Invito i detrattori di D’Alema, che per commissione o pregiudizio si esercitano in stucchevoli critiche, di farsene una ragione. Lui non lascerà mai la politica, è la sua ragion d’essere.

Giuseppe Pisarra Dai commenti capisco che c’è ancora tanta gente che crede alle favole che raccontano i giornalisti sotto paga di Berlusconi e dei suoi amici, tra i quali c’è sicuramente anche Renzi. D’Alema ha sempre fatto paura ai suoi nemici perché è un politico serio e intelligente. In qualità di Parlamentare ha guadagnato come gli altri parlamentari onesti e se non ha sperperato tutto, è normale che sia riuscito a comprare una casa o farsi un’azienda vinicola. P.S. preferisco farmi rappresentare da politici di professione seri ed onesti piuttosto che da avventurieri, o ladri e mafiosi.

Marcello Mancuso Chi contrasta pregiudizialmente D’Alema lo fa per aver sentito parlare alcuni apprendisti stregoni, che per come Umberto Eco ci ha ricordato un tempo sarebbero stati subito zitti nel bar. Personalmente sono convinto che D’Alema abbia commesso molti errori nella sua azione politica, uno tra questi è aver permesso ad un bullo di quartiere di potersi candidare a presidente della provincia e che purtroppo a lungo andare si è verificato che si trattava di un aborto clandestino. Detto questo sono convinto che Massimo rimane uno dei tanti che ha ancora intuito e intelligenza politica superiore a questi pseudo giovani arrampicatori che confondendo le auto volevano rottamare le persone.

Gennaro Larotonda Sono stato e continuo ad essere un compagno “moderatamente” dalemiano, ma ho deciso di non iscrivermi a nessun gruppo.
La mia opinione è che l’on. Pisapia c’entra solo di riflesso. Penso che all’interno del gruppo dirigente non ci sia accordo sulla prospettiva; si cofrontano due linee: la prima, che fa capo a Bersani, punta a ricostruire il centrosinistra non solo come coalizione di governo , ma anche come partito (una riedizione, riveduta e corretta, del PD).
La seconda invece, che fa capo a D’Alema, punta sì ad una coalizione di governo la più ampia possibile, che coinvolga tutte le forze democratiche, comprese quelle di centro, non necessariamente denominata “centrosinistra”, (parola che ha perduto ogni appeal), ma si differenzia dalla prima per quanto riguarda il partito: non più un partito di centrosinistra, ma un partito di sinistra che si riprende la sua autonomia ideale, politica ed organizzativa.
Voglio sperare che, prima o poi, della questione venga investito tutto il Movimento, cioè tutti i compagni.

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2 commenti

pinosan 6 Agosto 2017 - 23:39

Una bella e curiosa rassegna, Gian Franco. Grazie. Bisognerebbe avere il tempo di leggere tutti i commenti che sembrano provenire da persone che sanno e sanno discutere. A dire tutta la verità (e non sono un vanitoso) manca il mio di mesi fa in cui ricordavo un aspetto della persona M.d’A. che mi ha sempre lasciato perplesso (probabilmente G.F.F. lo ricorda pure). Però vorrei tornare al punto che dovrebbe interessare persone sensibili, intelligenti e sapute (me escluso, forse?): vale la pena tanti discorsi quando l’aspirazione dovrebbe essere concretizzare un movimento consistente, forte, significativo, di sinistra (vera), ragionevole, democraticamente partecipato e finalmente protagonista?

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Gian Franco Ferraris 7 Agosto 2017 - 12:37

hai ragione, solo che non mi è stato possibile recuperare tanti commenti che si sono persi nella galassia di Fb

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