Spiaggiamento

per Gian Franco Ferraris
Autore originale del testo: Fausto Anderlini

di Fausto Andelini – 26 luglio 2017

 

Bersani è stato molto generoso e paziente nel tentativo di mettere il cappello sul ‘federatore’. Del resto l’acquisizione dei cascami dell’Ulivo nel coacervo oppositivo al Pdr valeva la candela. Ma ormai è palese l’inadeguatezza dell’uomo. Ridicolo anche nel modo in cui prende cappello e cerca di imitare la nota permalosità di Prodi. L’originale cui vorrebbe ispirarsi. La concentrazione di incensamenti attorno alla sua fantasmatica figura deve avergli dato alla testa. Sospingendolo verso una forma di titanismo nano. Infatti si comporta come un indossatore di cappelli. Felice come una pasqua quando a posarlo sono i renziani o la lobby dei republikaner. Mentre sguinzaglia contro Mdp i coniglietti mannari al seguito con argomenti degni del peggio del loggione leopoldino. Coi media alle spalle, di cui sono l’ectoplasma, Gad Lerner e soci si son peritati di trattare la sinistra come un’accozzaglia di straccioni elemosinanti un seggio. Una forma di presunzione e stupidità élitistica tipica dei dilettanti politici che la realtà si incaricherà di retribuire come merita.

Ormai il rapporto fiduciario è rotto, mentre il disgusto sollevato nelle fila residue dell’opinione di sinistra è tale da far temere l’ennesima ondata di disaffezione. Il rischio che alla fine Pisapia e i suoi finiscano per accodarsi al Pd come lista civetta è oltremodo reale e sarebbe opportuno sottrarsi all’abbraccio per tempo. Riprendendo con vigore il filo del discorso strategico: avviare una costituente politica della sinistra, dedicarsi con serietà all’organizzazione e alla definizione del profilo ideale e programmatico. Uscendo dal limbo in cui Articolo uno stava periclitando a seguito dell’ingaggio neo-ulivista: il partito che non può sciogliersi ma che neppure può cominciare ad esistere. Replicando in sedicesimo tutte le vicissitudini vissute nel ventennio alle spalle.

Anche se le pensioni si sono rinominate come hotel, Rimini non ha tradito l’imprinting delle origini. La sua battigia è il luogo di una delle più persistenti formazioni di massa. Una massa la cui genealogia ci porta ai ‘trenta gloriosi’. Piccola classe media, famiglie operaie, pensionati dell’era fordista di ogni angolo del paese. Italiani ed europei, tutti accomunati, appiedati e deambulanti. Masse aerobiche ed acquagymnanti dove i corpi piagati dal tempo eppur desiderosi di vivere fan tenerezza. Perchè non abbiamo ancora piazzato una teoria di banchetti con tessere ben in vista lungo i percorsi ciclo-pedonali del lungomare ? Perchè ancora non si vede nessuno che impugna una bandiera rossa e si mette alla testa delle masse che sciamano da Torre Pedrera e Viserbella a Marebello e Rivazzurra ?

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