di Alfio Foti – 6 agosto 2017
Qualche considerazione per esprimere un iper modesto punto di vista con riferimento alle dinamiche che interessano le forze a sinistra del PD a livello nazionale.
Tra MDP Art.1, campo progressista e il movimento Falcone – Montanari, esistono posizioni diverse anche a livello strategico e,quindi,di prospettiva. Prendiamone atto .
Non dimentichiamo, però, che si tratta di elezioni, cioè del periodo meno indicato e credibile per la formazione di un AUTENTICO soggetto politico nuovo nei contenuti, negli obiettivi, nel metodo, nelle prassi coerenti rispetto ai valori di riferimento .
E non dimentichiamo che quel popolo potenzialmente elettore di una aggregazione che copra l’ area di cui stiamo parlando non avverte le differenze di cui sopra, sempre, insisto, parlando di elezioni .
Questo popolo, sono convinto, potrebbe ottenere un risultato intorno al 15 per cento mai raggiungibile dalla somma di voti da due liste separate .
Evitiamo confusioni e diciamo con chiarezza :
– il momento elettorale e la dimensione istituzionale comportano mediazioni necessarie insite nel modo di essere della democrazia rappresentativa ( parlo ovviamente di mediazioni alte e non di volgari compromessi )
– il periodo pre-elettorale è il meno indicato per costruire una soggettivita che esprima profondamente il bisogno di cambiamento che in forma esplicita o implicita proviene dalla società
– il tanto invocato civismo ( espressione non proprio simpatica) ha bisogno in questa fase di AUTONOMIA, di tempo per favorire relazioni e cooperazione di tipo orizzontale tra persone in carne ed ossa ed esperienze che quotidianamente agiscono il cambiamento in diversi ambiti .
Il tempo per sperimentare pratiche partecipative reali, il tempo per riscoprire passione e sentimenti come elementi costitutivi di una politica interamente e in forma disinteressata rivolta alla costruzione del bene comune, il tempo per capire e INVENTARE forme di governo diffuso, fondato sulla piena valorizzazione di una società più consapevole e chiamata ad assolvere una funzione cui fino ad oggi è stata colpevolmente esclusa .
In definitiva, si faccia una lista a sinistra del PD, con qualche segmento di umiltà in più da parte dei leader, con pochi punti programmatici chiari, leggibili e convincenti . Si percorra questa strada con responsabilità, ma non si confonda con quella più lunga, ma INDISPENSABILE, di costruzione di una SOGGETTIVITA’ politica inedita, frutto di una movimentazione sociale che renda inscindibile il rapporto tra liberazione personale e trasformazione collettiva, che attivi spazi in cui i bisogni si possano esprimere con la radicalita di cui sono portatori e possano accedere al campo della partecipazione, che sia portatrice di speranza perché capace di incarnare la voglia, il bisogno di giustizia, di essere e fare comunità.



5 commenti
“esistono posizioni diverse anche a livello strategico e,quindi,di prospettiva. Prendiamone atto”. Ecco, prendiamone atto, con chi ci sta e presto. Se già in fase elettorale c’è chi pensa non a programmi e politiche, ma come a posizionarsi meglio per avere un futuro effetto di dominus in una potenziale coalizione con il PD, mollatelo subito e si vada avanti. L’interesse è ridare una prospettiva al 50% di elettori che non votano più, perché del tutto scoglionati da questi giochi. Grazie.
condivido il tuo pensiero – ma pare che sia impossibile fare un percorso cristallino. Dio prima acceca quelli che vuole perdere
🙂 che faccia in fretta e proseguiamo, è tardi!
Bravo Luciano Ferrario, lo dico col cuore in mano e con la massima sincerità…noi del PRC siamo preoccupati se nel percorso del Brancaccio ci portiamo dietro dosi di ambiguità politica, di non coerenza e di non chiarezza, sin da subito…Se lavoriamo per una lista NON SOLO autonoma ma anche STRATEGICAMENTE alternativa al resto del panorama politico, come risulta evidente dal percorso tracciato al Brancaccio, non possiamo non vedere le troppe ambiguità di Art. 1, ma soprattutto di Pisapia…Siamo letteralmente terrorizzati dal fatto che magari riusciamo a mandare a Montecitorio una trentina di deputati del fronte dell’alleanza democratica che magari non stanno nello stesso gruppo manco 1 settimana: col probabilissimo proporzionale, il governo si forma dopo il voto…e non vorremmo vivere uno scenario di questo tipo: 1) una decina di deputati, provenienti dai movimenti di Pisapia e Bersani, dichiarano di “essere responsabili” e quindi non possono non aiutare Renzi a formare un Governo purchessia, perché ce lo chiede l’Europa; 2) una altra decina, di provenienza magari del PRC, di Possibile e della società civile, coerenti col mandato ricevuto dal corpo elettorale, non ci stanno e formano un altro gruppo per dignità e coerenza politiche; 3) e gli altri dieci – mettiamo di SeL – fanno magari l’elastico per tenere insieme le prime due decine…ne convieni che sarebbe uno psicodramma, divisi in 3 tronconi…
Sarebbe catastrofe. in Possibile il programma è in corso di elaborazione da tempo https://www.possibile.com/manifesto/ chi c’è c’è e si va avanti senza balletti, si fanno poi proposte ed eventuale opposizione. Questo PD non è più il PD che ho votato più volte, è un Partito di Destra. Che vinca la destra storica di lega e Berlusconi etc, la nuova delstra del M5S, o destra finto centrosinistra del PD non mi interessa a questo punto, almeno rimango coerente con me stesso anche se sono minoritario e spero di recuperare chi non vota più. Le “accozzaglie” lasciamole agli altri.