La triste fine della sinistra (centrosinistra) e la farsa Pisapia

per Gian Franco Ferraris
Autore originale del testo: Gian Franco Ferraris

di Gian Franco Ferraris – 7 settembre 2017

Preludio

Pisapia è tornato da una vacanza in Grecia e ha trovato in Sicilia la candidatura di Micari indicato da Leoluca Orlando che ha trovato il sostegno del Pd e del nuovo centrodestra di Angelino Alfano, mentre la sinistra (Articolo Uno, Possibile, Sinistra Italiana, Rifondazione comunista e associazioni civiche) hanno deciso per la candidatura di Claudio Fava proposto da Articolo Uno che aveva partecipato alle trattative con Orlando e il Pd ma aveva rotto con la parola d’ordine “Mai con Alfano” nel momento in cui era stato ratificato che dell’alleanza avrebbe anche fatto parte il partito di Alfano.

Nelle settimane scorse il governatore di centrosinistra Crocetta aveva chiesto (come prevede lo statuto del Pd) l’indizione di primarie a cui avrebbe partecipato e al contrario minacciava la propria candidatura di rottura con un movimento indipendente ma all’improvviso dopo una riunione romana con i vertici del Pd lunedì ha rinunciato con lo slogan “sono nel Pd, è il mio partito e ci resto”. Appoggerà Micari con una propria lista “Il Megafono”  e pare avrà quattro posti sicuri in Parlamento.

I Fatti: Il ritorno di Giuliano Pisapia

Dunque martedì il leader di Campo Progressista atterra a Roma, presiede un incontro con i suoi fedeli collaboratori: Ciccio Ferrara, Massimiliano Smeriglio, Mario Catania, Furfaro.  Alla fine della riunione Pisapia indispettito rilascia ai giornalisti piuttosto alterato una dichiarazione in cui tra l’altro dice: è evidente che “Mdp ha fatto scelte in Sicilia che non condividiamo”. Ed è altrettanto evidente che con Bersani e Mdp “c’è molto da chiarire”. Pisapia precisa che a breve uscirà un comunicato ufficiale del suo gruppo di federatori (?).

“Riguardo alla vicenda delle elezioni siciliane, in queste ultime settimane Campo progressista e Giuliano Pisapia sono stati a lungo evocati impropriamente: da alcuni criticati, da altri tirati per la giacchetta, attribuendogli peraltro posizioni mai assunte. Per noi il progetto e la linea sono chiarissimi e non sono mai cambiati: contribuire alla costruzione di un nuovo centrosinistra vincente, plurale, con un’impronta civica e in discontinuità con il passato, che sostenga un programma di governo audacemente riformista.

In Sicilia le cose si stanno muovendo molto diversamente rispetto al modello proposto dal sindaco di Palermo Leoluca Orlando di costruire uno schema civico vincente, anche su base regionale, incentrato sulla necessità del cambio di rotta delle politiche siciliane, come richiesto dai cittadini dell’isola. I partiti, invece, stanno giocando una competizione nazionale: da un lato fondata su uno schema di alleanze ambigue e innaturali rispetto al mondo progressista, e dall’altro basato sull’ennesima riproposizione di uno schema di testimonianza, seppur nobile, già fallito in passato.

Pensiamo che sia necessario fare ogni sforzo per ritrovare l’unità del centrosinistra e non regalare il governo della Sicilia alla destra e ai Cinque Stelle e chiediamo ai candidati in campo Micari e Fava di aprire fin da subito un dialogo per costruire una piattaforma programmatica unitaria, realmente civica e credibile, non inquinata da ambiguità che nulla hanno a che fare con la storia del centrosinistra, che risponda alle esigenze dei cittadini della Sicilia e non a schematismi nazionali. Campo progressista continuerà a lavorare su questa ricomposizione perché non ci rassegniamo all’autolesionismo delle forze del centrosinistra e della sinistra”.

Sulla rete iniziano a uscire i primi commenti di militanti di sinistra che sostanzialmente si dividono tra quelli che sperano di essersi liberati di Pisapia, come questo di Lucia Del Grosso “Ma adesso ce lo siamo tolti dalle balle Pisapia, sì?”  a quelli che temono il peggio:  Maria Grazia Bonicelli  “Peccato che è arrivato Pisapia che tutte le speranze si porta via” . Fabio Pontefice ironizza:

Giuliano Pisapia: 

“Non condividiamo le scelte di Articolo Uno in Sicilia”.
 Che Pisapia non fosse d’accordo me lo immaginavo, ma l’altro chi è?

Dopo la riunione di Campo progressista l’ex sindaco raggiunge Roberto Speranza in via Zanardelli, sede di Mdp. Un incontro che produce un altro comunicato ufficiale

++ Incontro Pisapia-Speranza, prosegue percorso unitario ++

Diverse valutazioni in Sicilia non incidono su nuovo c.sinistra

(ANSA) – ROMA, 5 SET – “A differenza di quanto riportato da alcuni organi di stampa le attuali diverse valutazioni sulle elezioni in Sicilia non incidono sulla prosecuzione del percorso unitario nazionale per la costruzione di un nuovo centrosinistra in discontinuità con le attuali politiche del Pd. Continuerà ancora l’impegno comune non solo a livello nazionale, ma anche in tutte le altre regioni che andranno al voto nel 2018”. Lo si legge in una nota dopo un incontro tra Giuliano Pisapia e Roberto Speranza, questo pomeriggio a Roma.

su facebook replica immediata di Lucia Delgrosso

“E NO, CHE NON VE LO SIETE TOLTI PISAPIA DALLE BALLE”
che poco dopo aggiunge:
“Se non erro mancano 29 giorni alla presentazione delle liste in Sicilia. Con una media di due riposizionamenti al giorno (qualche volta pure tre) siamo a circa 70-80 tra change of strategy e colpi di scena. Un percorso molto chiaro, meditato e trasparente, sì, proprio! E questa tarantella dovrebbe attrarre l’elettorato deluso, ricomporre la frattura con il popolo di sinistra, ricostruire una comunità, sì, proprio!”
e infine replica:
“Continuate così e in Sicilia voterà il meno 20% degli elettori. Ho detto meno, rivorranno indietro pure i voti delle altre elezioni.”

La sera di martedì sulla Sette Pierluigi Bersani interverrà sul tema elezioni in Sicilia e in rete inizierà a circolare il video di bersani

link al video

alcuni commenti sulla rete al video di Bersani:

Marco Lang: “Per fortuna” ci ha pensato Bersani, stasera, a far chiarezza in merito ai rapporti con Pisapia

“Lui teme che in questi passaggi si perda di vista il fatto che vogliamo fare una forza di centrosinistra di ispirazione ulivista, questo è il progetto originario, e non invece un partito di testimonianza legato solo alla tradizione della sinistra classica. Ma noi siamo d’accordissimo su questo”

No comment.
Ulivista…what else?”

Lanfranco Turci:

“E’ vero che più tardi escono dal Pd più il loro pensiero ne porta le impronte, ma si può organizzare una scissione per dire facciamo un pò di più qua e là e poi tutto va bene?”

Questi i fatti, ognuno può trarre le coclusioni con la propria testa. A mio parere con queste fondamenta nelle elezioni di primavera la sinistra – di testimonianza e di governo, farà una triste fine e rischia seriamente di perdere l’ultima occasione per fare una proposta credibile per affrontare i gravi problemi del Paese e degli italiani. Purtroppo anche la democrazia in Italia è ogni giorno più fragile e ricordo a tutti che dal dopoguerra la sinistra italiana ha lavorato sodo per garantire e rafforzare le istituzioni democratiche: Anche questa qualità pare dimenticata dal nostro ceto politico. Tuttavia occorre fare il possibile per invertire la rotta e dare una svolta positiva alle tante aspettative delle persone che ancora credono nelle sinistre. D’Alema – che viene accusato di tutto e del contrario di tutto, ha fatto una proposta lineare:

“Io penso che quello che non si deve fare è una riunione di tutti i segretari dei partiti e dare l’idea di un cartello, viceversa serve un processo democratico aperto a tutti quelli interessati, che si misura su principi e valori, eleggendo un’assemblea nazionale costituente democraticamente legittimata e votata dalle assemblee locali. Come primo obiettivo ci si dà quello di avere un’unica lista, poi quello di creare una formazione politica nuova, che nasce per convergenza e confluenza. La capacità di attrazione di questo processo c’è e colma un vuoto che non è riempito dal proliferare dei partitini, i quali anzi sono percepiti come simbolo di debolezza; viceversa la gente è pronta a spendersi per un progetto più grande. Serve la generosità di mettersi in gioco in un processo e di scompaginare le proprie piccole appartenenze, e non invece difendere ciascuno la propria parrocchia: questo per costruire una sinistra importante nel paese. Noi abbiamo il dovere, anche per la storia che ha avuto l’Italia, di ricostruire una grande sinistra….”
Questo processo condiviso moltiplicherebbe le forze ed è auspicabile che il ceto politico di sinistra almeno per spirito di sopravvivenza pensi concretamente a questa strada che mi pare l’unica percorribile.

Proseguire con questo teatrino sarebbe dannoso per tutti, in questi giorni la maggior parte dei commenti ha affrontato la questione dei rapporti tra Pisapia e Articolo Uno, ne riporto alcuni e preciso che vagando nei vari gruppi è evidente che oltre il 90% dei compagni chiedono di finire questo teatrino con Pisapia, insistere su questa strada denota anche uno scollamento preoccupante dei dirigenti di Articolo Uno coi propri sostenitori.

Adele Vignola:

“credo che sia giunto il momento di fare chiarezza una volta per tutte! perche Pisapia si permette di criticare una scelta fatta da MDP? ne è il segretario? è il fondatore? non mi pare proprio e quindi, a che titolo il suo dissenso sull’operazione?”

Giulia Fiorucci 

Questa mattina D’Attorre su Radio Popolare è stato chiaro: il progetto di unità della Sinistra con MDP, SI, Possibile e altri continua indipendentemente da Pisapia. Se vuole partecipare bene se no ce ne faremo una ragione.

Marina Grazioli 

Mahhh … a me sembra che siano dipendenti da Pisapia. Dopo quello che ha detto ieri sulla Sicilia e MDP, fossi stato in Articolo1 lo avrei mandato a quel paese e invece Speranza se n’è uscito con un comunicato completamente di altro genere … pisapia è uomo renziano, Bersani vuole tornare al PD, mi viene quasi da dire che MDP, a parte qualche eccezione, sia la corrente bersaniana del PD

Nino Nic Russo 

Ma scusate l’avete letto quello che è stato deciso on Sicilia? E cosa hanno risposto tutti, da Speranza a D’Attorre ecc., a Pisapia? “Il nostro popolo rifiuta senza discussioni qualsiasi alleanze con il centrodestra di Alfano, Castiglioni e comoagnia”. locali e nazionali. Confidiamo che Pisapia è i suoi (ma chi sono?) confermino la linea comune anche nell’assemblea di ottobre”. Altrimenti se ne fa a meno. Intanto in Sicilia il nostro candidato è Fava. È già questo chiarisce molto

Manuela Palermi (Partito Comunista Italiano) Dal suo punto di vista Pisapia ha ragione. L’ha detto fin dall’inizio che lui voleva rifare il centrosinistra col Pd, Renzi o non Renzi. Differenza “fondamentale” rispetto a MDP, che lo vuole fare anch’esso, ma, come dire?, sarebbe meglio senza Renzi. E adesso sono impicciati in un nodo complicato. Perché Pisapia tiene duro. Lui sostiene Micari, il candidato di Renzi. E sono tutti talmente disabituati a tenere duro che si stanno impiccando contro Alfano.
Facciamo il punto. Renzi, alleato con Alfano, ha come candidato Micari. Pisapia non può che essere d’accordo. Mdp, Si, Prc ecc. hanno scelto Fava. Noi, saggi, siamo scappati a gambe levate. I sondaggi non sono buoni e qualcuno ha un’idea geniale. Ma perché Fava e Micari non si mettono d’accordo, non fanno un patto? Fava, che è uomo d’onore, sostanzialmente ci sta. Si potrebbe anche fare, ma proprio perché è uomo d’onore pone due paletti. L’accordo con Renzi si può fare, che sarà mai, basta togliere di mezzo Alfano e lui è disponibile a misurarsi col candidato di Renzi nelle primarie. Chi dei due vince avrà l’appoggio e la solidarietà dell’altro.
Che spettacolo è, un cabaret o una tragica e definitiva fine politica? Fate voi. Fra un po’ sapremo che il povero Renzi non ha combinato nulla di male, che non è stato lui a volere il jobs act, la buona scuola, i tagli alla sanità e alle pensioni, l’Italicum, il referendum contro la Costituzione, i migranti a “casa loro”… Non è stato lui, ma quel geniaccio maledetto che si chiama Alfano. E il centrosinistra si ricomporrà. Tutti assieme appassionatamente.

Ottavio Navarra (che ha ritirato generosamente la propria candidatura): Il professor Micari chiede di incontrare Fava. Ma guarda un pò! Ricordo le parole di disprezzo del segretario del pd alcuni giorni fa e adesso il suo candidato chiede di incontrarci! Voglio in primo luogo ricordare al prof. Micari che siamo in attesa di capire quali provvedimenti stia adottando per tutelare l’università come istituzione poichè ha deciso di candidarsi. In secondo luogo gli ricordo che il nostro progetto è radicalmente alternativo a quanti hanno sgovernato la sicilia in questi anni mentre proprio oggi, lo stesso PD siciliano, ha tributato un lungo appluso a Rosario Crocetta, il presidente uscente che ha deciso di non ricandidare. Roba da psichiatri! Che dire? noi siamo rispettosi del galateo e nessuna ragione vieta di parlarsi, le discriminazioni di razza le lasciamo ad altri… ma così stan le cose…il resto è fuffa per ricamarci sopra un pò di gossip giornalistico. Il polo della speranza e della svolta è in campo e l’attenzione che comincia ad esserci riservata è un chiaro segnale che le acque paludose cominciano a smuoversi.

Tomaso Montanari: La candidatura di Claudio Fava in Sicilia coagula la Sinistra che ha un progetto davvero alternativo allo stato delle cose. Prove per il futuro

Ottavio Navarra: Il primo atto politico che compiremo sarà la presentazione di una serie di misure contro le povertà in Sicilia. Il principio di uguaglianza sostanziale previsto dalla nostra Costituzione non è un optional ma una direzione che deve accompagnarci nel nostro percorso. E’ un modo di riaffermare l’orizzonte di una società che non lascia nessuno indietro.
Non siamo interessati a manovre politiciste. Contro i poli esistenti e per costruire il polo della speranza e della svolta.

Ottavio Navarra: Oggi il 54% dei siciliani non andrebbe al voto e come non comprenderne le ragioni, la rabbia, la delusione, l’amarezza. Questa è una vera emergenza democratica. Quando un popolo non sente più le istituzioni come proprie, si spezza un legame che tiene unito il senso di appartenenza ad una terra, il sentirsi una comunità. Il polo della speranza e della svolta che stiamo costruendo, con fatica, deve marcare una differenza con la ‘politica politicante’, quella degli accordicchi e senza idee.

Barbara Goi: “Non so voi, ma io ho una mia opinione riguardo i rapporti tra Pisapia e Art1.
Forse a molti di voi può sembrare un’eresia, ma tant’è ve la scrivo qui.
Io penso che Pisapia stia facendo un certo lavoro, quello del federatore/pontiere diplomatico.
Un lavoro a tratti poco piacevole, forse, ma che ha come scopo giungere alle elezioni politiche con una sinistra di governo unita.
Penso che stia pazientemente attendendo il logoramento definitivo di Renzi, mantenendo un rapporto ri spendibile con il suo elettorato, quello più a sinistra intendo.
Ecco, io penso questo. Commenti pacati, please!”

Franco Simoni:  Pisapia “Finora sta rafforzando Renzi logorando MDP.”

NICOLA FRATOIANNI – Leader Sinistra Italiana

La posizione di Giuliano Pisapia sulla Sicilia non ha nulla di sorprendente. Per chi pensa che il cuore della questione sia ad ogni tornata la ricostruzione del centro sinistra è naturale cercare in ogni modo l’alleanza con il Partito Democratico. Noi la pensiamo diversamente.

Serve una alternativa innanzitutto rispetto alle politiche che il PD ha portato avanti in questi anni, a livello nazionale come in Sicilia, dove i siciliani hanno dovuto fare i conti con l’esperienza disastrosa della giunta Crocetta.

Rina Nardi: “Il compito di Pisapia è distruggere la sx nascente. Spazientirla, sfibrarla, sfinirla.
Compito di Bersani nn può essere quello di porre veti, perchè tutta la stampa e le tv, come ai tempi di renzi, si metterebbero contro di lui.
L’unica cosa possibile è avere pazienza e farlo cuocere nel suo proprio brodo.
Animo Compagni! #øraesempreresistenza

Filippo Crescentini: Io vorrei che Pisapia guardasse le cose che scrivono su facebook coloro che, come me, sono iscritti ad Art.1-MDP. Vorrei che guardasse e che capisse che l’idea che lui sia il federatore, il leader, non ha futuro. Vorrei che, guardando, capisse da solo, senza che nessuno debba assumersi il compito sgradevole di dirglielo, che “non e’ cosa”.


a completamento dell’informazione riporto tre articoli sul tema delle elezioni in Sicilia:

LA FARSA CONTINUA: IL PARTITO DI PISAPIA (NEI SONDAGGI VALUTATO ALL’1%) NON SA ANCORA CHI SOSTENERE.GIACOMO SALERNO·MERCOLEDÌ 6 SETTEMBRE 2017

Pisapia sostiene Micari. Anzi no: Pisapia si sfila dalla contesa siciliana. Pisapia rompe con Bersani e compagni. Anzi no: Pisapia incontra Speranza e conferma il percorso comune con Articolo 1 – Mdp, malgrado le tensioni sull’isola. Insomma, nulla di fatto. L’ultima puntata della telenovela estiva della sinistra italiana si risolve nel pomeriggio con nuove contraddizioni e due comunicati ufficiali, a stretto giro di posta.
Nel pomeriggio lo “stato maggiore” di Campo Progressista si riunisce a Roma; un gruppetto che va dall’ex democristiano Bruno Tabacci all’ex vendoliano Marco Furfaro. Pisapia viene intercettato dai cronisti alla fine dell’incontro e riconosce: “In Sicilia Mdp ha fatto scelte che non condividiamo” (ovvero la candidatura di Claudio Fava). Dunque Pisapia va con Micari? No. Pochi minuti dopo, ecco il comunicato di Campo progressista: “I partiti in Sicilia stanno giocando una competizione nazionale: da un lato fondata su uno schema di alleanze ambigue e innaturali rispetto al mondo progressista, e dall’altro basato sull’ennesima riproposizione di uno schema di testimonianza, seppur nobile, già fallito in passato”.
Un colpo al secchio (il Pd che imbarca Alfano, “alleanza ambigua e innaturale”) e uno alla botte (Mdp, che si condanna a una battaglia “di testimonianza”). Pisapia quindi non sceglie tra Micari e Fava, ma chiede ai due candidati “ogni sforzo per ritrovare l’unità del centrosinistra”. Altrimenti, potrebbe sfilarsi dalla contesa siciliana.
Il fatto è che il micropartito dell’ex sindaco (valore elettorale stimato dai sondaggisti attorno all’1%) è già composto da sensibilità piuttosto distanti tra loro, diciamo. Così a margine della riunione Furfaro esulta perché “non siamo finiti in braccio ad Alfano”, mentre Tabacci è imbufalito con la sinistra: “Mdp non si era opposta a Micari, ma ha cambiato idea a causa di una presunta telefonata tra Renzi e Leoluca Orlando. Ma si può fare politica così? In questo modo si fa il gioco di Berlusconi e il centrosinistra perde. Evidentemente Mdp ha deciso che vogliono perdere”.
Malgrado tutto, Pisapia riesce a prendere ancora tempo. E il suo equilibrismo è sufficiente a evitare la rottura del fragile percorso comune con Bersani e compagni. Dopo la riunione di Campo progressista infatti l’ex sindaco raggiunge Roberto Speranza in via Zanardelli, sede di Mdp. Un incontro che produce un altro comunicato ufficiale, stavolta da parte degli ex Pd: “Le attuali diverse valutazioni sulle elezioni in Sicilia non incidono sulla prosecuzione del percorso unitario per la costruzione di un nuovo centrosinistra in discontinuità con le attuali politiche del Pd. Continuerà ancora l’impegno comune non solo a livello nazionale, ma anche in tutte le altre regioni che andranno al voto nel 2018”. L’ennesimo incontro tra le parti sarà lunedì.
Ora in Sicilia cosa succede? Intanto arriva l’ufficialità del ritiro del governatore Rosario Crocetta. Correrà con Micari: “Per me è un giorno di liberazione personale. Ho fatto cinque anni di sacrifici terribili”. Poi c’è Micari che approfitta dell’uscita di Pisapia per chiedere l’appoggio di Fava: “Incontriamoci e discutiamo, cercando di trovare le ragioni dell’unità”. Fava risponde subito: “Non ho problemi a incontrare il rettore, ma di cosa vuole discutere? Ci confrontiamo in concreto sulla coalizione e sul candidato? Pisapia ha parlato di alleanze innaturali e ambigue. Bene: se il partito di Alfano esce dalla coalizione e si sceglie un cambio di rotta rispetto al governo Crocetta, io non ho difficoltà a confrontarmi con lui nelle primarie”. Una linea concordata con Roberto Speranza: “Se Renzi molla Alfano, siamo disponibili alle primarie di coalizione tra Fava e Micari anche tra una settimana”.
La palla torna dunque nel campo dell’ex presidente del Consiglio e di Leoluca Orlando. Se il Pd rinunciasse all’appoggio degli alfaniani, sull’isola potrebbe ricomporsi una coalizione di centrosinistra. In caso contrario, i bersaniani avranno un alibi inattaccabile per aver scelto Fava e lo stesso Pisapia potrebbe sfilarsi dalla contesa siciliana dopo aver fatto un tentativo, almeno formale, per tenere insieme i pezzi della coalizione.
Lo scenario è comunque irrealizzabile: il patto tra Renzi e Alfano ormai è chiuso, ed è proiettato verso le prossime elezioni politiche. Ne sono convinti anche i bersaniani: tra i termini dell’intesa, oltre ai posti in lista per gli alfaniani al Senato, c’è la garanzia che la soglia di sbarramento del 3% alla Camera, prevista dall’attuale legge elettorale, non sarà ritoccata verso l’alto.
di Tommaso Rodano | 6 settembre 2017

Regionali, Pisapia boccia le scelte di Mdp. Ferrandelli incontra Renzi e va con Micari

“Per me è impensabile una Sicilia in mano a Salvini. Per questo dopo che si è chiuso il quadro attorno alla candidatura di Musumeci, con una resa dei moderati all’estrema destra antieuropea e antimeridionale, ho incontrato Matteo Renzi e ho dato la mia disponibilità per discutere insieme di un progetto di governo per la Sicilia, che corrisponda a quello che il movimento de ‘I Coraggiosi’ ha sempre immaginato per le nostre città e per l’isola”. Lo dice Fabrizio Ferrandelli, leader dei “Coraggiosi”, sconfitto nella corsa a sindaco di Palermo, dove era appoggiato dal centrodestra, da Leoluca Orlando.
Per Ferrandelli le forze moderate si sono sottratte al progetto dei ‘Coraggiosi’, “preferendo l’abbraccio mortale con i populismi ad una prospettiva moderna ed europeista, che è l’unica che ci interessa”. “Di questo e del futuro della Sicilia, abbiamo parlato con Matteo Renzi – afferma Ferrandelli – Nelle prossime ore convocherò l’assemblea dei Coraggiosi e proporrò di approvare l’appoggio attivo, in tutte le province, al professor Micari”.Ferrandelli era molto vicino al progetto di  Giuliano Pisapia, che oggi ha bocciato “le scelte sbagliate di Mpd in Sicilia” anche se  non ha ancora ufficializzato la scelta di sostenere Fabrizio Micari, rettore dell’Università di Palermo e candidato del Pd, che anche Alternativa Popolare, il partito di Angelino Alfano, dovrebbe sostenere Il leader di Campo Progressista ha visto i suoi più stretti collaboratori a Roma e, al termine della riunione, è stato raggiunto dai giornalisti ai quali ha detto di “non condividere le scelte fatte in Sicilia da Mdp”, ovvero la candidatura di Claudio Fava da parte di Pierluigi Bersani e gli altri fuoriusciti dal Partito Democratico. Non solo: “Il problema con Mdp è” capire “se rimane il progetto originario di una coalizione di centro sinistra, sfidante il Pd, ma di centrosinistra”. A breve ne è seguito un comunicato in cui Pisapia rimprovera al Pd di aver lavorato “a uno schema di alleanze ambigue e innaturali rispetto al mondo progressista”, chiaro riferimento ad Alfano e Ap, e ad Mdp di riproporre “uno schema di testimonianza, seppur nobile (riferimento a Claudio Fava), già fallito in passato”. Da qui la decisione di non schierarsi ancora ma di insistere nel lavoro di cucitura di una alleanza di centrosinistra larga e inclusiva. E l’appello al Pd e Mdp perchè di convochi un tavolo unitario per ricomporre le rispettive posizioni. Non c’è stato, al momento, il tanto faccia a faccia tra lo stesso Giuliano Pisapia e Roberto Speranza. I due si sarebbero dovuti incontrare oggi, si parlava di un vertice in mattinata. Pierluigi Bersani, interpellato dall’AGI, spiega di non sapere di incontri in programma, “di queste cose si occupa Roberto Speranza”, ma di essere ottimista sui rapporti con Pisapia: “Penso sempre positivo e non vedo le tensioni di cui leggo sui giornali”.Intanto il candidato di Pd e Ap, Fabrizio Micari, lancia un appello a Fava: “A Claudio Fava dico incontriamoci e discutiamo, cercando di trovare le ragioni dell’unità e non le divisioni, nel tentativo di ricomporre il centrosinistra, contro le forze di destra in campo. Ritroviamoci sui diritti, sui temi dell’accoglienza e sul lavoro per i giovani”. La replica di Fava: “Ringrazio il rettore per l’invito a un confronto ma discutiamo non solo di programmi in astratto ma in concreto di quale coalizione e quale candidato. Se il partito di Alfano esce dalla coalizione e si sceglie un cambio di rotta politico in Sicilia rispetto al governo Crocetta, io non ho difficoltà a confrontarmi con lui in primarie”.


Il retroscena. A sinistra è scoppiato lo psicodramma: la lite tra Bersani e Pisapia e il grande odio per Renzi

di Claudia Fusani

E dire che una volta, poco tempo fa, si sono chiamati “Insieme”.  Giuliano Pisapia e Pierluigi Bersani, e poi D Alema e altri leader, da Laura Boldrini ad Arturo Scotto in quel “perimetro largo” del centrosinistra che avrebbe dovuto comprendere anche Prodi e Letta e molto altro. Tutti coloro che hanno in odio Matteo Renzi, sostanzialmente. C’è chi accarezzava, in quei giorni, percentuali del 15 per cento. Era il primo di luglio, in piazza Ss.Apostoli ci fu la festa di fidanzamento con tanto di palloncini arancioni e bandiere rosse con la scritta Art. 1.

È durata pochissimo. Le incomprensioni sono iniziate subito. Quel primo luglio, ad esempio, c’erano “troppe bandiere rosse” osservò Pisapia. E troppo odio contro Renzi, che non è mai stato il suo esclusivo obiettivo. Da quel comizio fondativo in realtà, invece che un percorso insieme, è iniziata una diaspora con tre passaggi via via sempre più stretti: l’irritazione per l’abbraccio tra Boschi e Pisapia ad una festa de L’Unità, era la fine di luglio; il rinvio a data da destinarsi dell’assemblea costituente prevista a metà ottobre; lo psicodramma delle elezioni in Sicilia, frattura che sembra difficile recuperare. Anche perché nel frattempo, se Bersani lavora per cucire un’alleanza, D’Alema fa di tutto per segarle le gambe.

Il modello Palermo comprende Ap

Ma veniamo allo psicodramma di ieri. Che a detta di molti rende irrecuperabile ogni ipotesi di progetto comune. Pisapia è tornato ieri da una vacanza in Grecia iniziata a metà agosto mentre in Italia la politica lavorava quasi esclusivamente sulla Sicilia. Sul da farsi nell’isola che il 5 novembre rinnova il governo regionale, il mandato del leader di Campo Progressista era chiaro: massima collaborazione con il sindaco Leoluca Orlando e con il suo progetto di alleanza di centrosinistra larga e civica che gli ha garantito il secondo mandato a Palermo. Orlando ha scelto Il rettore Micari, il Pd ha accettato senza particolari tensioni solo che nell’ alleanza, dove stavano anche Mdp e Arricolo 1, ha portato dentro anche i centristi di Alfano a loro volta in trattativa anche con il centrodestra. Quanto valgano Ap e Alfano in Sicilia nessuno può dirlo. Così come quanto possa valere Pisapia. Di sicuro Alfano è nell’alleanza che sostiene la maggioranza a Palermo. Dunque, nessuno strappo rispetto al cosiddetto “modello Palermo”.

Mdp e l’assalto finale a Renzi

E invece, apriti cielo. Proprio mentre Pisapia era in Grecia. Una volta ratificata l’alleanza con Alfano, che – attenzione – ancora però non ratifica per disaccordi interni, Mdp ha perso la testa. Bersani, ma soprattutto D’Alema, hanno intravisto la possibilità di un assalto finale al Pd di Renzi grazie anche alla diaspora di Crocetta. Ha ballato una settimana il governatore uscente, un tempo sufficiente a Mdp per indicare un suo candidato – Claudio Fava – e argomentare “le mille ragioni” per cui Mdp andava per conto suo. A sinistra. Una, quella ufficiale: mai con Alfano. Un’altra quella ufficiosa: assalto finale a Renzi prima della manovra di bilancio, un altro passaggio in cui gli scissionisti meditano la sfiducia al governo Gentiloni come “atto liberatorio e fondativo di una nuova sinistra” (cit. D’Alema).

Crocetta ha rinunciato, due giorni fa, “sono nel Pd, è il mio partito e ci resto”. Correrà con la sua lista Il Megafono e avrà quattro posti sicuri in Parlamento. D’Alema, con il suo solito tempismo, per un momento aveva anche sostituito Crocetta con Fava (che l’ha letto sul giornale e non c’è rimasto benissimo). A sua volta Fava, che intanto parla già da candidato, ha osservato che “un leader non evapora”. E si riferiva a Pisapia.

Il ritorno di Giuliano

Dunque ieri il leader di Campo Progressista atterra a Fiumicino, tramonta subito la “speranza” di incontrare Speranza (Mdp) e, piuttosto alterato, organizza un incontro con i suoi “ufficiali su Roma”. Centro congressi di via Cavour, ci sono Ciccio Ferrara, Massimiliano Smeriglio, Mario Catania, Furfaro. Finisce alle 15. Pisapia affida ai giornalisti poche parole ma pesanti come macigni: è evidente che “Mdp ha fatto scelte in Sicilia che non condividiamo”. Ed è altrettanto evidente che con Bersani e Mdp “c’è molto da chiarire”. Pisapia rinvia ad un classico della politica, il comunicato. Che attacca tutti e, nella sua sintesi, dice che:1) “Campo Progressista ha un progetto e una linea chiarissimi da tempo, basta dunque attribuire posizioni mai assunte o tirare per la giacchetta”; 2) il progetto è “costruire un centrosinistra nuovo, vincente, plurale, con impronta civica e in discontinuità con il passato, che sostenga un programma di governo audacemente riformista”; 3)in Sicilia “lo schema civico vincente” è quello del sindaco Orlando; 4) il Pd, e anche gli altri partiti, stanno “giocando una competizione nazionale” per cui ripropone “uno schema di alleanze ambigue e innaturali rispetto al mondo progressista”; 5) Mdp “ripropone uno schema di testimonianza, seppur nobile (Fava e la sinistra radicale, ndr), già fallito in passato; 6) “Non ci rassegniamo all’autolesionismo delle forze del centrosinistra e della sinistra”. Fuor di comunicato, Massimiliano Smeriglio spiega: “Per noi il problema non può essere Alfano, tant’è che siano con lui in giunta a Palermo. Se uno fa proposte valide, può chiamarsi per assurdo anche Silvio Berlusconi. Dipende sempre dal profilo morale e dalle capacità delle persone. E poi, sia chiaro: per noi il problema non è il Pd e non è tra i nostri progetti far cadere il governo Gentiloni”.

Il balletto dei comunicati

Pisapia media e rilancia, è il suo ruolo, con molti grigi, difficile da comprendere in una politica abituata da vent’anni a bianchi e neri. Fa un appello finale: “Micari e Fava devono avviare subito un dialogo, senza ambiguità, con progetti credibili, per il bene della Sicilia”. Il rettore, che può finalmente iniziare la campagna elettorale, prende la palla al balzo: “Incontriamoci – dice al candidato di Mdp – per avviare quel completamento del campo largo di cui parliamo da tempo”. Fava, invece, schiaccia la palla e chiude il gioco: “Bene, lasciate Ap e facciamo le primarie”. Richiesta irricevibile. Chiaramente. Passano un paio d’ore e arriva il contro comunicato di Speranza che ha palato con Pisapia: fermi tutti, quello che accade in Sicilia “non incide sulla prosecuzione del percorso unitario nazionale”. Eh già, perché cosa resta di Mdp se perde l’appoggio di Pisapia? L’ennesimo partitino a sinistra che col 3 per cento entra però in Parlamento.

Mentre questo balletto triste va in scena, i duri e puri di Sinistra italiana, che a loro volta subirono una scissione per colpa di Mdp, si aggirano per Montecitorio, vuoto, in cerca di novità. Fanno il tifo per il divorzio finale tra Bersani e Pisapia. Il loro candidato è sempre stato Fava. Il Pd invece può tirare un sospiro di sollievo. E iniziare la campagna elettorale. Fausto Raciti, il giovane segretario della Sicilia, tira un sospiro di sollievo: Crocetta, il consenso dei moderati che “non possono andare con Salvini”, quasi quasi il Pd diventa competitivo. Anche Campo Progressista inizia la sua campagna, accanto a Micari. La prossima settimana ci sarà l’incontro tra Bersani e Pisapia. Lo psicodramma nel centrosinistra continua. Ma i giochi in Sicilia sembrano chiudersi qua.

Babelezon bookstore leggi che ti passa

Articoli correlati

2 commenti

Mario Tomasucci 7 Settembre 2017 - 11:49

Stupendo!

Rispondi
Stefano Fontana 9 Settembre 2017 - 6:00

Sfido anche il più accanito sostenitore di Mdp o Pisapia o Si o qualunque altra molecola della sinistra a leggere interamente il cumulo di parole insensate raccolte direttamente nel suo ambiente, la cui vitalità è di difficile comprensione anche per il più dotato dei biologi.

Rispondi

Lascia un commento

Questo sito utilizza Akismet per ridurre lo spam. Scopri come vengono elaborati i dati derivati dai commenti.