di Luigi Altea – 8 ottobre 2017
Massimo D’Alema ha un cattivo carattere, come capita a quelli che hanno un carattere.
Se avesse un buon carattere, chinerebbe la testa e piegherebbe la schiena.
E invece l’esercizio gli riesce impossibile…
Se anziché cattivo e con i baffi, fosse stato buonissimo e senza baffi, avrebbe promesso di trasferirsi per sempre in Africa per occuparsi dei bambini poveri e ammalati.
Avrebbe creato un partitino personale, per appoggiare il potente di turno e riceverne la ricompensa.
Oppure sarebbe rimasto nel PD, ad ossequiare il Capo, con la speranza di diventare sindaco della sua città.
Veltroni, Rutelli e Fassino, i simpaticoni che chinano la testa e piegano la schiena, forse sarebbero diventati Segretari di partito, importanti ministri e sindaci di Roma e di Torino, anche “senza” il consenso di D’Alema.
Sicuramente non ci sarebbero mai riusciti “contro” la sua volontà.
Sono stati tutti scelti, sostenuti e difesi dal “lider maximo”.
Anche Prodi fu incoronato da D’Alema, con un discorso che ricordo quasi parola per parola…
Davvero la riconoscenza non è di questo mondo, e tutti attribuiscono oggi i loro personali insuccessi a chi ieri li ha beneficiati.
Per fortuna chi, come Fabio Mussi, ha conservato buona fede e buona memoria, pazientemente si incarica di ristabilire un minimo di verità, come tempestivamente anche qui è stato ricordato.
Massimo D’Alema ha commesso sicuramente molti errori.
L’ultimo, ma non meno grave, è stato quello di parlare bene, a più riprese, di Giuliano Pisapia.
Il quale si è subito esaltato.
E come ringraziamento ha invitato il suo sponsor a fare un passo di lato.
Io non ci credo ancora!
Massimo D’Alema trattato come un ingombro che ostacola il passaggio del carro col simulacro del nuovo Principe.
Anzi…del carro con il Pisapriapo, sorretto dai due ammennicoli, Bruno Tabacci e Angelo Sanza.
E’ roba da pazzi, ma è anche un bel colpo di fortuna.
Forse ora tutti hanno capito.



2 commenti
Da mò che lo avevamo capito…
D’Alema chi? il serial killer?