Sinistra: “prepariamoci ad attraversare il deserto”

per Gian Franco Ferraris
Autore originale del testo: Pina Fasciani

di Pina Fasciani – 28 novembre 2017

Domenica 3 dicembre sarò a Roma per partecipare come delegata all’Assemblea Nazionale delle forze di sinistra che aderiscono al progetto Per una Nuova Proposta. Una proposta programmatica condivisa e una lista unica per affrontare le elezioni politiche del 2018.
Dopo la vittoria del No al referendum del 4 dicembre si sono poste le basi per costruire una alternativa di sinistra per questo paese. Sono accadute molte cose, sono stati mesi convulsi , entusiasmanti e dolorosi allo stesso tempo. Ci si è divisi, ma ci si è anche ricomposti, si è messo ordine tra chi ha scelto di isolarsi e chi si è reso disponibile con generosità a un percorso di discontinuità innanzitutto sulle politiche, adottate fino a ora, per affrontare la crisi. Ho partecipato, per quello che ho potuto, con convinzione perché ritengo che questo Paese abbia bisogno di una sinistra credibile e unita, per dare risposte alle domande di eguaglianza, alle povertà, ai giovani, e a tutti quelli che dal 2008 soffrono la crisi più d altri. È un momento cruciale e può essere di svolta se sapremo mantenere e potenziare l’ambizione di questo progetto. Diventare riferimento politico credibile per milioni di persone, ridare speranza e prospettiva a chi è stato piegato dalla crisi, a chi cerca di ritrovare un senso alla propria storia e riprendere il cammino della giustizia sociale . Il PD con Renzi ha tradito il suo progetto originario, le politiche dei bonus hanno aumentato il debito pubblico, gli sgravi alle imprese hanno aumentato la precarietà del lavoro, la crescita rimane in fondo alle classifiche europee, il sud abbandonato a se stesso, la povertà aumenta così pure grandi evasori. Berlusconi ci ha lasciato un disastro, sul piano economico, morale, culturale, con il renzismo non si è invertita la rotta. Il M5 stelle raccoglie la protesta, la cavalca, ne fa una forza “antisistema” ma non chiarisce quale sistema pone in alternativa. Solo ora affaccia l’idea di una non ben identificata “rivoluzione liberale” , simil Berlusconi, che comunque lascia nella vaghezza quali interessi dovrebbe rappresentare. Un salto nel buio .
Allora diventa urgente riprenderci il posto che la storia ci ha affidato, esistere laddove c’è ingiustizia, laddove c’è sfruttamento, nel lavoro, tra le povertà, tra i milioni di donne e uomini ignorati dalle TV, ignorati dai lustrini esibiti, tra i successi di pochi e l’emarginazione di molti. Dobbiamo avere l’ambizione di ridisegnare il profilo di questo paese, sul piano morale, culturale, economico ,civile . Sarà un lavoro di ricostruzione durissimo, avremo tutti contro, ma resistenza e tenacia non ci mancheranno.
Prepariamoci allora,a partire dal 3 dicembre, ad attraversare il deserto, con nel cuore e nella mente, la nostra storia , una storia che non può essere “macchiata” e che deve tornare a vivere nei quartieri, nelle città, sui territori, nei luoghi di lavoro, con il linguaggio della umiltà, della speranza e della verità. Basta promesse pelose, che non modificano i rapporti di forza, basta con le spese a debito che pagheranno i nostri figli.
Coraggio allora, le truppe cammellate sono tornate.

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