Perchè voto Liberi e Uguali

per Gian Franco Ferraris
Autore originale del testo: Alfredo Morganti

di Alfredo Morganti – 2 marzo 2018

Perché c’è un abisso di disuguaglianze che tende a crescere.
Perché vorrei che la democrazia rappresentativa tornasse a essere tale.
Perché sento la mancanza di un sistema dei partiti.
Perché difendo la Costituzione.
Perché sono d’accordo con la proposta di un’Università gratuita, finanziata dalla fiscalità generale e progressiva.
Perché la sanità pubblica è una grande risorsa per il Paese.
Perché mi piace il rosso nel simbolo.
Perché mi piace anche l’idea che si indichino dei fini da raggiungere (una libertà democratica e partecipata, un’uguaglianza reale).
Perché se non ci sono fini per cui lottare, ma solo l’ambizione personale di ‘vincere’, magari chiedendo un ‘voto utile’, tutto è ancor più immiserito e la sinistra ha comunque perso.
Perché in ‘Liberi e Uguali’ ci sono molti miei amici, molti miei compagni, al vertice e alla base.
Perché le storie non finiscono, ma si generano l’una dall’altra, di padre in figlio, in una lunga e grande vicenda umana e civile.
Perché sono contro le rottamazioni e le asfaltature, soprattutto se si parla di uomini in carne e ossa, con una storia dietro, che poi è anche la mia.
Perché in ‘Liberi e Uguali’ ci sono Pier Luigi Bersani, Massimo D’Alema, Nicola Fratoianni, Pietro Grasso, Vasco Errani, Chiara Geloni, Laura Boldrini, Roberto Speranza, Maria Cecilia Guerra, Guglielmo Epifani, Miguel Gotor, Stefano Fassina, Pippo Civati, Anna Falcone, Rossella Muroni, Laura Lauri e tanti altri amici e compagni di base come me: persone serie, oneste, appassionate, ricche di intelligenza e di umanità.
Perché il lavoro non è una cosa che si risolve coi bonus, gli sgravi, le regalie, le paghette.
Perché la precarietà è una patologia sociale e una condizione umana molto dolorosa.
Perché spero che ‘Liberi e Uguali’ preannunci davvero un partito nuovo.
Perché non amo i movimentismi, le ammucchiate populiste, gli spontaneismi, la rabbia, l’indignazione, la nostalgia, le idee prive di gambe.
Perché bisogna fermare la destra. E non serve un voto purchessia, ma un voto per dare forza alla sinistra democratica, alle istituzioni rappresentative, alla partecipazione organizzata dei lavoratori e dei cittadini.
Perché non amo la politica fatta solo con la comunicazione e i guru, ma quella che mette avanti a tutto la concretezza dei rapporti e l’umanità.
Perché gli ultimi, i lavoratori, i cittadini debbono mettersi alla testa del Paese, per portarlo fuori dalla palude in cui l’ha cacciato chi ha governato in questi anni.
Perché il lavoro, lo studio, la solidarietà, la partecipazione, il senso civico, l’uguaglianza e la libertà sono la base fondamentale da cui ripartire.
Perché sono iscritto alla CGIL.
Perché non contrappongo il destino dei migranti a quello dei nostri lavoratori.
Perché la sinistra va ricostruita a partire da sé stessa e deve rinascere dalla propria storia, come un seme piantato in un terreno fertile fatto di cultura, partecipazione, idee, bisogno di riscatto.
Perché serve quel seme, senno un albero della sinistra non cresce. E tutti, in questo caso, saremmo più poveri e meno liberi.
Perché dal nulla non cresce nulla.
Perché da lunedì 5 marzo vorrei che tutti coltivassimo qualche speranza in più.
Perché la speranza non è un bene che nasce in una piccolo cerchia di eletti, ma germoglia in un grande consesso di donne e uomini.
Perché attendiamo giustizia, ed è su questa attesa che si fonda sempre, ogni volta, il bisogno di politica. Tanto più il bisogno di sinistra.
Perché vogliamo un riscatto sociale e personale.
Perché se ci fossero ancora mio nonno Giuseppe e mio padre Franco avrebbero votato così. E io oggi voto anche per loro.
Perché non dobbiamo mai stancarci di dire “perché”.
Ecco perché.

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