Il referendum tra gli iscritti. Primarie sotto mentite spoglie

per Gian Franco Ferraris
Autore originale del testo: Alfredo Morganti

di Alfredo Morganti – 20 marzo 2018

C’è una voglia di voto, di contesa, di sfida all’Ok Corral nel PD, che travalica persino i fatti e le circostanze reali. Quando non si tratta delle primarie, va bene anche il referendum tra gli iscritti, che si configurerebbe di fatto come primarie ‘altre’. Già li vedo i renzo-orfiniani che difendono il bidone di benzina vuoto, gridando ‘no’ ai 5stelle, giammai! Già li vedo gli oppositori che provano a dimostrare tutti i benefici di un dialogo politico coi vincenti. Primarie mutate, ma sempre primarie. Una specie di congresso anticipato, rimodulato, sotto mentite spoglie. Ma congresso. Non di idee, non di visioni a confronto, né rifondativo di alcunché. Semplicemente l’ennesima rivincita, di quelle che auspica Renzi a ogni pie’ sospinto.

Come nel calcio, con il ritorno a campo scambiato, e i gol in trasferta che in caso di parità valgono il doppio. L’agonismo ha preso il posto del dibattito, il dibattito stesso è stato ridotto a pochi scambi di battute sui media, gli organismi nazionali a pletore di mani alzate, le idee sostituite dal confronto muscolare tra candidati. Il plebiscito, in fondo, è politica proseguita con altri mezzi. Già lo vedo il clima da referendum tra gli iscritti, una specie di scontro finale tra renziani e non, come nei film dei supereroi. Solo che stavolta il climax è flaccido, avvizzito, non produce tensione, non prepara al gran finale e alla soluzione ultima. L’ennesimo ritorno dell’eguale dopo un carosello di battute e controbattute. Un altro deja vu che fa presagire una fine prossima e ingloriosa.

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