di Luigi Altea – 5 giugno 2018
Remigio Madau era un bravissimo venditore ambulante.
In paese veniva una volta la settimana, nel giorno di mercato, dalle otto del mattino fino a mezzogiorno.
Era veloce e abile nel disporre in modo accattivante la sua mercanzia.
Aveva soprattutto una grande capacità di trovare quegli impatti espliciti, quelle trovate indispensabili per sollecitare i compratori.
Oggi sarebbe considerato un esperto di comunicazione o di pubblicità, che allora si chiamava reclame,
Davanti al suo banco si formava sempre una piccola folla.
Tanti che andavano lì solo per ascoltarlo, incuriositi e affascinati dalla sua parlantina (sempre in un italiano che a tutti sembrava perfetto), finivano poi per comprare.
Remigio iniziava sempre recitando le proprie ipotetiche virtù: l’onestà, la trasparenza, la competenza.
Ma soprattutto la generosità…
Generosità che lo indusse a rinunciare al pagamento in denaro, e di accettare, in cambio della sua merce, oggetti dismessi, non più di uso corrente, e inutilmente ingombranti.
Fu così che molti, troppi, si affrettarono a sbarazzarsi dei vecchi ferri da stiro in ferro battuto, portacatini in ferro antico, brocche di terracotta, pesanti paioli in rame, obsoleti bracieri e candelabri in ottone: tutta ferraglia e paccottiglia, fatta a mano da poveri artigiani, senza fortuna e senza futuro.
Ricordo l’euforia che pervase l’intero paese.
Nelle case di tutti, in cambio di un po’ di vecchiume, entrarono il progresso e la modernità.
Vasche, vaschette, bacinelle, catini, scolapasta, insalatiere, salvadanai, calzascarpe: tutto rigorosamente in plastica rigida, resistente e colorata!
E leggera.
Senza contare le grosse siringhe di latta, per spruzzare il DDT alle mosche e alle zanzare, i portalampada, il lucido per le scarpe, i vasetti di brillantina, le scatole di idrolitina, le bottiglie di spuma…
La “festa” durò alcuni anni.
Poi, poco alla volta, nella testa dei “beneficiati” si insinuò il dubbio di essere stati turlupinati.
Il dubbio si trasformò nella certezza di essere stati vittime di un inganno.
Da allora Remigio non poté più mettere piede in paese.
E dovette cambiare mestiere.
Pare che partì, in giro per il mondo, a tenere conferenze.
In tanti gli augurarono di non fare mai più ritorno.


