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di Luca Billi 4 marzo 2019
Los Angeles, 923 North Vendome street: questo indirizzo probabilmente non vi dice nulla, anche se è uno dei più famosi della storia del cinema. Si trova nel quartiere di Silver lake e proprio da quel civico parte una lunga scala che porta a Descanso drive. Ed è proprio quella lunga scala la vera protagonista di un breve film del 1932 (dura solo 27 minuti, anche se in Italia è più conosciuta una versione ancora più corta, a cui sono stati tagliati otto minuti). Probabilmente a questo punto avete già capito. Dall’altra parte della strada c’è un piccolo parco triangolare – che non si vede nel film – e che qualche saggio amministratore della “città degli angeli” ha pensato di dedicare a Stan Laurel e Oliver Hardy.
E ogni volta noi siamo Ollio. Perché la loro unicità come coppia comica – una formula che, nonostante sia sotto gli occhi di tutti, nessuno è mai riuscito a ripetere – sta proprio in questa capacità di Oliver Hardy di essere la vittima designata, il capro sacrificale, della crudeltà innocente di Stan Laurel, che era a un tempo il motore comico della coppia. E così noi ridiamo con Stanlio e di Ollio; e contemporaneamente siamo solidali con Ollio, ma non riusciamo ad arrabbiarci con Stanlio.
Venanzio disse che per quello che lui sapeva Aristotele aveva parlato del riso come cosa buona e strumento di verità.


