di Giovanna Ponti – 31 marzo 2019
LA MIA STORIA POLITICA
Nel ’68 avevo 14 anni, ce ne sono voluti un paio perché il movimento degli studenti arrivasse al Tenca, Istituto magistrale solo femminile e quindi, al tempo, ambiente protetto e impermeabile alla protesta. Però poi alla fine qualche eco è arrivata e qualcuna di noi ha cominciato ad interessarsi di politica.
Io ho frequentato per un paio di anni Avanguardia Operaia, aderendo al CUB del Tenca: ricordo le riunioni in piazza Vetra; all’inizio capivo poco o nulla, ma a poco a poco, con lo studio personale, il materiale e il giornale del gruppo, la mia voglia di cambiamento ha incominciato a diventare più strutturata e consapevole.
Il quarto anno magistrali ho avuto un professore di filosofia che militava in Lotta Comunista. Ha invitato un paio di noi a una riunione.
Si teneva a Cinisello Balsamo e c’era un relatore che leggeva i classici, Lenin. Era un trentenne bellissimo, ma sono andata solo due volte, e la seconda volta solo per rivederlo
, perchè mi pareva una cosa assurda analizzare parola per parola il “Che fare?” una forma di dogmatismo che giudicavo sterile..
Di quel gruppo dopo pochi anni alcuni si diedero alla lotta armata e alla clandestinità,altri continuarono sulla via dello studio dei classici in una forma di passatismo che mi fa ancora oggi tenerezza. Sarà capitato anche a voi che ancora oggi vengano a diffondere il loro giornale o si trovino fuori dalle fabbriche. leggere uno degli articoli del loro giornale ti fa piombare indietro di un secolo per i concetti e il lessico.
Contemporaneamente prendevo la maturità e l’anno dopo, mentre frequentavo il quinto anno al Virgilio per poter accedere a Filosofia in Statale (se no si poteva dopo le magistrali frequentare solo la facoltà di Magistero In Cattolica, cosa che aborrivo), vincevo il Concorso da maestra e nel 1973 entravo in ruolo nella scuola elementare.
L’università l’ho fatta e finita anche se a 22 anni mi sono sposata e a 23 avevo già la mia bimba.
Con l’entrata nel mondo del lavoro e la vicinanza di altri insegnanti impegnati ho maturato la convinzione che i gruppi extraparlamentari fossero troppo settari e che la politica si doveva fare nel PCI.
Così mi sono iscritta, saltando pié pari la FGCI anche se ancora minorenne (allora si diventava maggiorenni a 21 anni), alla Sezione Rinascita di via Mambretti. Milano.
Lì ho passato gli anni politici dell’impegno. Pochi perché poi lavoro, un secondo figlio, lo studio per l’università, mi tolsero il tempo necessario per dare il mio contributo, ma molto, molto significativi.
Anche sofferti: venivo dall’area extraparlamentare e all’inizio ebbi un po’ di difficoltà a gestire il disprezzo reciproco PCI-area esterna. Ricordo con angoscia le votazioni in Università dopo l’approvazione degli Organi Collegiali: i gruppi extraparlamentari diedero l’indicazione di boicottarli, mentre il PCI disse di votare. Io e la mia grandissima amica Raffaella andammo in Festa del Perdono e arrivammo ai seggi passando attraverso due file di studenti che ci fischiavano contro e con il servizio d’ordine PCI-Sindacato a proteggerci. Un’esperienza traumatizzante.
Poi gli anni di piombo, iniziati prima con le stragi fasciste e poi con il terrorismo delle Brigare Rosse ed annessi, crearono più distensione fra le forze di sinistra e il PCI diventò, con Berlinguer, il Partito di massa del quale vado ancora fiera per averne fatto parte..
Dopo la morte di Enrico ho continuato a votare tutto ciò che quel partito è diventato, a volte con sofferenza, ma sempre convinta che le alternative non esistessero.
Con la nascita del Pd le contraddizioni aumentarono e anche il mio disagio, fino ad arrivare al PD renziano dal quale non ho potuto che staccarmi completamente.
Perché scrivo tutto questo?
Perché al voto delle europee sarò costretta a votare per una minoranza, sperando raggiunga il 4% .
Insomma in un certo senso mi sembra di essere tornata ai miei 16/20 anni, ma non ne sono particolarmente contenta perché se penso al fiorire di proposta politica, di battaglie vinte, di Riforme attuate in quegli anni e alla tristezza di questo periodo politico mi viene da piangere.


