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Ma i contenuti del manifesto dei sei punti delle Sardine sono realmente ingenuità politica, inesperienza? Il “vuoto” di contenuti di quel manifesto è realmente vuoto o è invece abbondatemene “pieno”? Barbara Spinelli con un articolo sul Fatto mi ha riportato a considerare che quello che io ritenevo all’inizio come un vuoto in realtà è traboccante di contenuti, mistificato da idealismo.
Alcuni punti.
“La violenza venga esclusa dai toni della politica in ogni sua forma. La violenza verbale venga equiparata a quella fisica”.
La violenza verbale venga equiparata a quella fisica.
Ma qui siamo alla condanna del dissenso! Equiparare il dissenso, la critica, l’opposizione argomentativa dura senza concessioni, alla violenza fisica significa e porta inevitabilmente alla soppressione, repressione violenta e del potere a ogni forma di dissenso!!!
Il buonismo apparente nasconde in realtà un contenuto di una violenza fascista!
Ma ancora
Il manifesto indica che non sia la politica ad occuparsi di questioni di economia. Questioni come il MES, l’ILVA, il pareggio di bilancio sono per loro questione che si deve lasciare ai tecnici, magari neoliberisti. Insomma il disimpegno di occuparci di cose “più grandi di noi”. A noi spetta il compito di occuparci, magari con “bon ton” di questioni più di principio di educazione piccolo borghese, “del prego, grazie, mi scusi, no scusi lei,” che di questioni economiche che sono i principi della politica, nei fatti.
Attenzione dunque che dietro le apparenze, si nasconde il messaggio mediatico del nemico di classe! Dietro le apparenze non c’è “il vuoto” ma il “pieno” della lotta di classe.
